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Culture
Rakusfera con le sue opere partecipa alla Biennale di Venezia

RAKUSFERA alla Biennale di Venezia (23 luglio - 7 agosto)

Il 23 Luglio al Palazzo Ivancich di Venezia alle ore 13 verrà inaugurata la prestigiosa mostra “Pro Biennale 2020”, evento che durerà fino al 7 agosto presentato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e che vedrà la partecipazione di numerosi ospiti come Katia Ricciarelli (soprano e attrice), Luigi Brugnaro (sindaco di Venezia), Luca Zaia (presidente regione Veneto), Silvana Giacobini (giornalista e scrittrice), Paola Mar (assessore turismo comune di Venezia), José Dalì (artista e figlio d’arte), Antonietta Di Vizia (giornalista Rai), Roberto Villa (fotografo internazionale), Maria Rita Parsi (scrittrice e psicoterapeuta), Gianni Quaranta (premio Oscar), Carlo Motta (editoriale G. Mondadori), Salvo Nugnes (curatore di mostre e grandi eventi).  Tra gli espositori  l’artista Rakusfera che esporrà due sue opere tra le più importanti e affascinanti dell’ultimo periodo di lavorazione. Raku è una tecnica di origine giapponese che, introdotta nel diciottesimo secolo in Europa, ha influenzato fortemente i principi della ceramica occidentale. L’effetto decorativo, connotato da riflessi metallici e dalla cavillatura (processo parzialmente incontrollabile che avviene quando l’oggetto, estratto incandescente dal formo, viene raffreddato in ambiente povero d’ossigeno) ne fanno una tecnica estremamente originale ed affascinante. 

Chi è RAKUSFERA

Rita Spina, in arte RAKUSFERA, è Art Director e Graphic Designer presso Mediaset. Ha condotto un’attività di ricerca artistica negli ambiti del disegno, della fotografia, dell’arte digitale, della lavorazione del vetro e dell’incisione. Attualmente si esprime nella creazione di forme essenziali dalla sintesi grafica attraverso la tecnica della ceramica Raku. Le opere nascono nella tranquillità di uno suo studio immerso nel silenzio e nella natura. All’origine del processo creativo si trova l’osservazione delle forme naturali dalle quali originano libere elaborazioni concettuali. Lo sviluppo di ogni opera è guidato da uno stimolo emozionale combinato a una ricerca armonica di equilibrio plastico ed essenzialità grafica. Le fasi della produzione evocano un percorso meditativo. Ai momenti della modellazione e del riposo (l’attesa che permette alla creta di asciugare), corrispondono l’alternarsi tra la presa di coscienza corporea e il distacco della mente. Il percorso si conclude all’interno del forno dove la magia del fuoco restituisce l’unicità e la particolarità della ceramica raku. 

Dicono di lei

“Non manca di fascino la ceramica Raku dai riflessi di piombo e dai segni minimi a rete che si formano con naturalezza nel processo di cottura. Dopo la smaltatura e la decorazione, le ceramiche passano nel forno a gas, da cui ogni “pezzo” viene estratto a circa mille gradi per essere immerso nella segatura. In questa operazione molto viene lasciato al caso. Ciò avviene soprattutto quando si vogliono realizzare “oggetti poveri” legati, in Giappone, alla cerimonia del tè. L’artista della Brianza sostiene, invece, (…) un’analisi razionale dell’immagine anche sulla superficie delle opere, con essenziali strutture geometriche di linguaggio astratto capaci di farsi forme libere nei pannelli decorativi che alludono a elementi di terra, acqua, fuoco e aria. Icone di corrispondenze naturalistiche (bocciolo, fior di loto) che troviamo anche nelle sfere di raffinata sobrietà, di ricerca meditativa e di incantesimi secondo la dottrina Zen”.  Michele Fuoco (Giornalista e critico d’arte)

“Le sfere dell’anima Raku di Rita Spina ci parlano di una capacità di guardare la realtà attraverso le geometrie dell’inconscio. (…) il suo passaggio attraverso alla vita: un gioco di colori e geometrie, di dinamiche rotture e di sguardi tra desideri sognanti e impatti dolorosi tra perfezione mistica e irruzione traumatica, tra la luce e l’oscuro delle profondità invisibili.” Mario Pigazzini  (Psicanalista e scrittore)

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