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Culture
Regali letterari per San Valentino. Ecco 5 titoli tra cui scegliere

E se invece di gioielli, vestiti, accessori vari ed eventuali a San Valentino regalassimo un libro? Potrebbe sembrare forse un po’ fuori moda, invece a mio parere si tratta di una maniera delicata e sincera di esprimere l’amore per il partner, prendendosi cura della sua crescita personale e spirituale. La lettura, da sempre, costituisce una forma di conoscenza, ma anche uno svago, un momento di relax e un metodo infallibile per stimolare il cervello, con le sue potenzialità di immaginazione.

Le case editrici non ci fanno mancare le possibilità di scelta, dal momento che in questi giorni stanno arrivando in libreria titoli di ogni sorta, adatti a tutti i gusti. Solo per citarne alcuni, la Rizzoli pubblica la vincitrice dell’Irish Book Award Emilie Pine con il suo “Appunti per me stessa”, oltre ad alcune opere di Cesare Pavese e George Orwell; Neri Pozza ci racconta le avventure di “Lady Montagu e il dragomanno” scritto da Maria Teresa Giaveri, facendoci così partire per un viaggio avventuroso alle origini dei vaccini; l’amatissima Ilaria Tuti torna ad emozionarci con l’ultimo romanzo “Luce della notte” edito da Longanesi e nel frattempo entra nella rosa dei finalisti ai prestigiosi Edgar Awards 2021 con il suo “Ninfa dormiente”; infine, Ponte alle Grazie ci propone il toccante “Splendi come vita” di Maria Grazia Calandrone, la storia vera del grande e tormentato amore fra una madre adottiva e sua figlia.

Noi di Affaritaliani.it abbiamo però deciso di focalizzarci su cinque titoli, facendoli così emergere nell’ampio panorama della narrativa contemporanea. Li abbiamo letti e recensiti per voi, cercando di spaziare tra case editrici e generi diversi. Ecco quindi la nostra piccola selezione, per chiunque voglia illuminare San Valentino grazie alla luce della cultura.

 

  1. “Cambieremo prima dell’alba” di Clara Sánchez (Garzanti)

Cambieremo prima dell'alba[1079]
 

Clara Sánchez non ha bisogno di presentazioni, poiché è una scrittrice di bestseller conosciuti in tutto il mondo, nonché l’unica autrice spagnola ad aver vinto i tre più importanti premi del suo Paese: l’Alfaguara, il Nadal e il Planeta.

Le sue sono storie che riescono sempre a intrigare il lettore, giocando tra amore e mistero, collocandosi in un genere drammatico. Personaggi con avventure surreali ma non impossibili, così comuni nelle loro stravaganze da far sì che in qualche modo finiamo per empatizzare con i protagonisti, quando non addirittura a identificarci con essi.

“Cambieremo prima dell’alba” riprende i temi tanto cari alla scrittrice e per questo non deluderà di certo le sue lettrici. Le donne, prima di tutto: sono loro il perno dell’intero romanzo, Amina e Sonia, due ragazze molto diverse l’una dall’altra eppur simili, più di quanto si possa immaginare. Le tematiche dell’emancipazione femminile, dei diritti rosa e dell’autodeterminazione tornano con tinte intense in questa storia che inizia come un semplice gioco, ma finisce per svelare segreti inconfessabili.  

Come spesso accade nei romanzi della Sánchez, di primo acchito si potrebbe pensare a una commedia, o a una lettura di intrattenimento che ci cattura con l’insolita proposta di Amina – ricca e privilegiata – di scambiare la propria vita con quella di Sonia – una povera cameriera – per un solo giorno. Poi, però, ecco farsi strada i tratti del mistero, dell’inganno, della menzogna, che inevitabilmente conducono il libro verso il territorio del thriller e soprattutto sono l’occasione per ragionare su concetti ben più profondi, come il rapporto tra verità e menzogna, tra miseria e ricchezza, tra prigionia e libertà. Ancora una volta, il finale si fa attendere con il fiato sospeso.

Lo consiglio perché: il talento dell’autrice non ha bisogno di essere ulteriormente dimostrato, ma posso anticipare che quest’opera soddisferà senza dubbio le aspettative del suo ampio pubblico. Inoltre, non fa mai male tenere accesa la fiamma che alimenta i movimenti per i diritti delle donne, specie in un’epoca come questa, in cui la parità dei sessi sembra più che mai lontana.

 

  1. “Potenza e bellezza” di Elido Fazi (Fazi Editore)

Potenza e bellezza[1080]
 

Appena uscito per Fazi Editore, “Potenza e bellezza” è l’ultima prova letteraria di un editore che talvolta si diverte – con ottimi risultati – a vestire i panni dello scrittore. Di lui avevo già letto e apprezzato molto “Bright star. Vita breve di John Keats”, dedicato al poeta che fu tra i massimi esponenti del Romanticismo inglese. In quel volume alcuni stralci delle sue lettere, contestualizzate e interpretate da Elido Fazi, riescono a ricostruire l’artista a tutto tondo, al di là della sua opera letteraria più conosciuta.  

Chiusa la parentesi su questo titolo che consiglio comunque di leggere, qui ci occupiamo invece di un altro personaggio meno noto, ma altrettanto interessante: Monaldo Leopardi, il padre di Giacomo. Figura del tutto eclissata dall’enorme fama del figlio – come d’altronde accadde anche alla sorella di Giacomo, Paolina – egli era in realtà un conte stimato e animato da un vivo amore per la propria terra. Lo stesso amore che prova anche Costantino, l’altro protagonista di questa originale storia, agli antipodi rispetto al nobile recanatese per la sua posizione di agricoltore del Piceno.

Sullo sfondo di un periodo – a cavallo tra Sette e Ottocento – in cui è Napoleone a segnare le piccole e grandi vicende dell’Europa intera, queste Cronache da Roma e da Parigi (1796-1819) seguono il filo delle vite di Costantino e Monaldo, e dei loro figli che condividono lo stesso nome. Domina su tutto un viscerale amore per il territorio, la natura, la poesia e l’arte, perché – come scrisse lo stesso Leopardi nell’Orazione per la Liberazione del Piceno, “Se questo fosse vero, e cioè che il paradigma per valutare la felicità degli Stati è la Bellezza e non la Potenza, probabilmente non esisterebbe al mondo un popolo più felice di quello degli Italiani”.

Lo consiglio perché: apre un sipario inedito, interessante e molto ben ricostruito dell’epoca napoleonica e della vita di Giacomo Leopardi, in cui il punto di vista è però per la prima volta quello del padre. Il continuo confronto con il suo opposto Costantino permette di portare alla luce i contrasti che caratterizzavano la società del tempo, ma anche di ragionare sui valori universali e sui principi fondamentali dell’umanità. 

 

  1. “Jane Seymour. La regina più amata” di Alison Weir (Beat Edizioni)

Jane Seymour. La regina più amata[1081]
 

È quasi d’obbligo a San Valentino parlare d’amore, o quantomeno consigliare un libro che racconti una vera e romantica storia di sentimenti intramontabili. La scelta qui non è stata semplice, ma volendo inserire un romanzo storico per un’alternanza di generi, è divenuto molto più immediato dirigerci verso il libro, da poco pubblicato da Beat Edizioni, che si concentra sul matrimonio tra Enrico VIII e Jane Seymour.

Tutti sappiamo che Enrico Tudor ebbe ben sei mogli e furono poche quelle che non condannò a una morte atroce, violenta oppure tra lente agonie. Sappiamo anche che egli fu fautore dello scisma tra Protestantesimo e Cattolicesimo, dichiarando guerra al Papa e rifiutandosi di sottomettersi all’egemonia di Roma; lo spingevano per lo più tornaconti personali, nello specifico sposare la bella ammaliatrice Anna Bolena. Fiumi di parole sono stati scritti su di lei, fors’anche per la terribile fine sul patibolo, ma in realtà la regina che più di ogni altre Enrico amò fu Jane Seymour, l’unica in grado di dargli il tanto sospirato erede maschio.

La scrittrice londinese Alison Weir è autrice della serie del momento, dal titolo “Le sei regine Tudor”, e con questo volume apre il terzo capitolo della saga, a cui ne faranno seguito altri tre. Il libro arriva dopo gli acclamati “Caterina d’Aragona. La vera regina” e “Anna Bolena. L’ossessione del re”, tuttavia ogni romanzo è autoconclusivo e può essere letto in maniera indipendente rispetto agli altri.

“È la donna più dolce che abbia mai conosciuto, e la regina più bella di tutto il regno cristiano”: è con queste significative parole che Sir John Russell descrive in una lettera del 1536 Jane, l’unica moglie che non perse mai l’amore del suo re, anche perché morì molto giovane di parto. Enrico la rimpiangerà per sempre e noi ancora oggi ne leggiamo le vicende.

Lo consiglio perché: è per eccellenza la storia d’amore che tutte le donne vorrebbero leggere a San Valentino.

 

  1. “Pericoli di un viaggio nel tempo” di Joyce Carol Oates (La nave di Teseo)

Pericoli di un viaggio nel tempo[1082]
 

È uscito da poco in libreria l’ultimo romanzo di una tra le maggiori scrittrici viventi e non si può certo dimenticare di inserirlo tra i consigli letterari di febbraio. Joyce Carol Oates è prolifica come pochissime altre sue colleghe, ma non basta: ogni opera che scrive finisce per vincere qualche premio importante, o – mal che vada – per vendere milioni di copie in tutto il mondo. Rappresentata in Italia da La nave di Teseo, la Oates ci regala questa volta un romanzo di genere distopico, in cui il tema della libertà dell’individuo (o al contrario della dittatura che non lascia spazio a dissensi) si fonde con la purezza dei sentimenti, capaci di resistere anche in un mondo feroce, alienante e opprimente.

Si sente qui l’eco non troppo lontano di George Orwell, di Philip K. Dick e dell’esordiente Jack London, ma il parallelismo con gli Stati dittatoriali onnipresenti, intenzionati a mettere a tacere ogni forma di opposizione o magari solo di curiosità, ci riporta anche ad alcune realtà odierne, ben più gravi di un mondo immaginato dalla fantasia di uno scrittore.

La storia della giovane Adriane S. Strohl, condannata a tornare indietro nel tempo di ottant’anni per la semplice colpa di aver posto troppe domande, è di fatto il pretesto per una denuncia sociale rivolta al sistema in cui viviamo e, ancor più, a ciò in cui esso potrebbe trasformarsi.

Lo consiglio perché: la più grande scrittrice americana contemporanea ci mantiene gli occhi e la mente vigili su quanto accade, potrebbe accadere, accadrà. Ci induce a pensare e a porci delle domande talvolta scomode, facendoci passare il messaggio che la lotta per la libertà, la dignità personale e il principio di autodeterminazione non è mai un argomento superato da sottovalutare.

 

  1. “La donna che realizzava i sogni” di Phaedra Patrick (Garzanti)

La donna che realizzava i sogni[1083]
 

Chiudiamo con una nota di delicatezza, a partire dalla cover del libro. L’autrice che ci ha già conquistati grazie a “L’uomo che inseguiva i desideri” torna in libreria con un romanzo intriso di sogno, speranza, emozioni.

Il libro inizia con un mistero: alla dolce bibliotecaria Martha, sempre pronta ad aiutare e a prodigarsi per gli altri, viene recapitato un pacco contenente un vecchio libro di fiabe e una dedica a firma della sua defunta nonna Zelda. Il fatto appare ancor più strano se si considera che l’anziana donna è deceduta ben tre anni prima rispetto alla data della dedica. Cosa si cela dietro a questo scherzo del destino? Forse la donna è ancora viva, da qualche parte nel mondo? O c’è altro che Martha deve sapere?

Phaedra Patrick ci conduce per mano dentro una caccia al tesoro che, tra intrighi, segreti, verità occultate e false testimonianze, diventa un vero e proprio labirinto; al contempo, questo viaggio nell’ignoto si trasforma anche in un percorso attraverso cui la protagonista cresce, impara a guardare dentro sé stessa e, per la prima volta, si impegna a realizzare i propri sogni, invece di occuparsi sempre di quelli altrui.

Presenza costante all’interno di questa lettura leggera, scorrevole e molto piacevole sono i libri, le librerie, gli scaffali delle biblioteche e i negozi di antiquariato, dove la passione per la letteratura, tanto di Martha quanto della sua eccentrica nonna, trova il luogo ideale per sbocciare e fiorire in tutta la sua bellezza.

Lo consiglio perché: è un regalo che una donna facilmente apprezzerà per la festa degli innamorati, dalla cover in colori pastello al contenuto romantico e femminile. Non a caso, il primo capitolo si intitola proprio “San Valentino”. 

 

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