Culture
Triennale Design Museum, la Settima edizione milanese supera se stessa


di Simonetta M. Rodinò
In ogni periodo di crisi è necessario analizzare nuovi orizzonti. Per capire le trasformazioni di un paese, ma soprattutto concentrarsi sul modo di poterne uscire, è interessante guardare al passato.
E' in quest'ottica che si è sviluppata la Settima edizione di Triennale Design Museum, che con il titolo "Il design italiano oltre la crisi, autarchia austerità e autoproduzione", indaga le tre lacerazioni della nostra storia: quella che va dagli anni Trenta, quelli dell'Autarchia, attraversa la crisi petrolifera del 1973, gli anni dell'Austerità, e arriva alle difficoltà dei nostri giorni e alle potenziali risposte che passano attraverso l'Autoproduzione. La chiave di lettura di questa stupenda edizione, da oggi alla Triennale di Milano, è il termine crisi inteso come opportunità. Quest'anno il percorso, ideato e diretto sempre da Silvana Annicchiarico, coadiuvata dalla cura scientifica di Beppe Finessi, si snoda cronologicamente e a senso unico. All'ingresso si è accolti da una grande sala in cui è esposta una selezione di oggetti che rappresentano i tre periodi presi in esame. Tra questi, un'enorme poltrona di paglia, realizzata da Alessandro Mendini nel 1975, alcuni prototipi di sandali e scarpe femminili di Salvatore Ferragamo del 1936/1942, un abito nuziale con strascico del 1996, una bicicletta in legno e alluminio del 1939. Poi comincia la storia… attraverso una selezione di 650 opere, oggetti a volte conosciuti, altri non ancora consacrati nello scenario del design.
Lungo il corridoio circolare si affacciano stanze, nicchie, vetrine, in cui si aprono piccoli focus, dedicati a Torino, alla Sardegna…questa strada accompagna dagli anni Trenta fino ai Sessanta. La prima stanza è destinata a Fortunato Depero, primo "maker": ecco una copia del suo famoso libro bullonato, manifesti pubblicitari, uno sgabello… seguono spazi dedicati, tra gli altri, a Gio Ponti, Franco Albini, Piero Fornasetti, Ugo La Pietra, Enzo Mari, Ettore Sottsass, Andrea Branzi…
Si arriva al disorientamento degli anni Settanta, dove gli oggetti sono disposti nello spazio più liberamente. Con i grandi cambiamenti determinati dalla fine di quegli, nascono nuove storie che ritornano a essere raccontate in maniera lineare: singoli progettisti iniziano a realizzare da sé i propri progetti. Ecco i gioielli d'autore di Giancarlo Montebello, o "fish design" di Gaetano Pesce…
Il percorso si conclude con una stanza a cura di Denis Santachiara dedicata al design che si autoproduce con le nuove tecnologie. All'esterno un'installazione di Duilio Forte e un piccolo pioppeto. Orgoglio dell'Annicchiarico, che spiega che i pannelli in pioppo riciclati, utilizzati per il riuscitissimo allestimento, serviranno a imballare le opere. Non si butta via nulla. A dimostrazione della filiera a km zero.
Triennale Design Museum - Viale Alemagna, 6 - Milano
Settima edizione." Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione"
4 aprile - 22 febbraio 2015
Ingresso: 8 euro
Orari: martedì-domenica 10.30-20.30; giovedì 10.30-23.00
Catalogo Corraini Edizioni
www.triennale.org