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Culture
Tutta l'Expo di Intesa Sanpaolo nel libro Diario di un’esperienza condivisa
La copertina del volume dedicato alla presenza di Intesa Sanpaolo a Expo, dal titolo Diario di un'esperienza condivisa.

Intesa Sanpaolo, il successo di Expo raccontato nel volume Diario di un’esperienza condivisa

 

Quella di Intesa Sanpaolo a Expo Milano 2015 come Official Global Banking Partner, e non solo, è stata una partecipazione di indubbio successo: la racconta il libro “Diario di un’esperienza condivisa” a cura di Gabriella Gemo e Federico Bandirali, disponibile gratuitamente in formato e.book (www.bookrepublic.it/esperienza-condivisa/, e sul portale www.palco.it). Un successo che risulta evidente anche dai numeri. The Waterstone, l'avveniristico spazio espositivo realizzato su progetto dell’architetto Michele De Lucchi nel cuore della manifestazione sul Decumano, è stato visitato da più di 700mila persone, un numero che ha superato le attese e si attesta al livello di diversi Paesi partecipanti. Nei 184 giorni di apertura si sono svolti 480 eventi, per un totale di 1700 ore di programmazione. Grazie alla collaborazione di 30 partner culturali e alla partecipazione di oltre 350 artisti, scienziati e intellettuali, il padiglione ha ospitato 110 spettacoli e produzioni originali; eventi e spettacoli sono stati seguiti da circa 50mila spettatori. L'iniziativa “Ecco la mia Impresa” ha coinvolto 530 imprese, regalando loro un palcoscenico in piena Expo. 

 

 

Intesa Sanpaolo, il successo a Expo raccontato in un libro

 

 

Gabriella Gemo, coautrice del volume, per anni responsabile della Corporate Image di Intesa Sanpaolo e responsabile del Progetto Intesa Sanpaolo per Expo, descrive così i punti di forza della partecipazione del primo gruppo bancario italiano all'Esposizione universale, al di là dei numeri: «L'anno e mezzo che ha preceduto la manifestazione ci ha visti impegnati in un grande lavoro approfondito di progettualità. Una riflessione interna con un confronto serrato in banca tra le varie anime che si sono confrontate in un gruppo lavoro, interrogandosi su come essere presenti e con quali modalità. Questo perché abbiamo creduto nell'Expo fin da subito, anche in momenti in cui c'era scetticismo sul fatto che si potesse realizzare, e con successo. Inoltre abbiamo scelto di uscire dal ruolo prestigioso ma circoscritto di Global Banking Partner, per il quale dovevamo fornire essenzialmente servizi bancari e finanziari. Abbiamo fatto un passo ulteriore e ci siamo posti come vero e proprio partner di Expo. Avendo una storia e valori radicati abbiamo voluto esprimere un'identità che rappresentasse non tanto la banca in quanto tale, quanto elementi significativi della realtà italiana anche culturale. Infine la scelta forte di rappresentarci attraverso uno spazio fisico: non era scontato né previsto in un primo tempo. È stata una grande sfida, abbiamo voluto mostrare la nostra idea di impresa bancaria e di relazione tra impresa bancaria e collettività». 

 

 

Intesa Sanpaolo, a Expo il passaggio da referente finanziario a partner delle imprese

 

 

In occasione di Expo Intesa Sanpaolo ha intrapreso un percorso di evoluzione del rapporto con le imprese, da mero referente finanziario a vero e proprio partner. Snodo centrale di questa transizione è stata l'iniziativa “Ecco la mia impresa”, che ha portato 530 aziende a presentarsi al cospetto dell'Esposizione universale, come racconta Gabriella Gemo: «Nel corso della riflessione interna alla banca su come partecipare a Expo ci siamo resi conto che al di là dei partner e degli sponsor di fatto c'era poca presenza delle imprese, specie di quelle italiane di qualità che qualificano la produzione manifatturiera italiana. Aziende che peraltro hanno specificità, elementi particolarmente validi proprio in settori legati al tema di Expo: produzione alimentare di qualità, vino, prodotti di origine controllata, filiere di produzione alimentare e del design. Un mondo che in tutto il percorso di avvicinamento a Expo ci sembrava un po' mancare. In qualche modo ci siamo presi a cuore questo tema, e un po' presi in carico questo obiettivo di portare le imprese italiane a Expo. Mi riferisco alle nostre imprese clienti: potevamo rivolgerci a loro, altrimenti saremmo andati fuori dal nostro perimetro di azione. Abbiamo deciso di rappresentare il mondo imprenditoriale che conosciamo, individuato ambiti pertinenti e attigui al tema di Expo e coinvolto le imprese in questa nostra progettualità, dando loro la possibilità di essere presenti, cosa che non avrebbero altrimenti avuto la possibilità di fare. Quando abbiamo invitato le aziende a candidarsi per partecipare hanno risposto molto più numerose di quel che ci aspettavamo. Abbiamo colto un'esigenza, da parte delle imprese c'era scarsa chiarezza sui cosa poter fare, una certa difficoltà di trovare un modo, una strada. Le abbiamo accompagnate, non solo dando loro un luogo per essere presenti fisicamente, ma anche costruendo con loro attraverso diversi format di comunicazione un modo di essere presenti: c'è chi è venuto, chi ha fatto dei seminari di confronto, chi piccoli spettacoli di intrattenimento per raccontare il prodotto. Per esempio il Consorzio del Prosciutto San Daniele ha presentato uno spettacolo sul prodotto e le sue specificità, coinvolgendo un attore e un uomo di cultura come Stefano Bartezzaghi, un incontro che è stato molto seguito. Abbiamo anche realizzato con L'ICE, Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, incontri con buyer e imprenditori di tutto il mondo, dall'Australia agli Stati Uniti al sudest asiatico, cui hanno partecipato aziende italiane con presentazioni e degustazioni. Un salumificio della provincia di Milano ha aperto un canale di vendita con paese musulmano grazie a questi incontri! Ecco cosa intendiamo, ci siamo posti concretamente al servizio delle aziende. Questa nostra apertura è stata ben colta dalle imprese, ci sono arrivate diverse lettere di ringraziamento. Questo nuovo rapporto prosegue nella filosofia del progetto delle nuove filiali all'insegna della condivisione. Anche Sharing Italy, l'evento di fine marzo al grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino, è nel solco di questa collaborazione, di un nuovo rapporto tra banca e imprese che si indirizza verso strade non esplorate, alla ricerca di forme di crescita che non passano solo per l'aspetto finanziario».

 

 

Intesa Sanpaolo, il successo a Expo è partito da The Waterstone

 

 

Altro punto di forza della partecipazione di Intesa Sanpaolo a Expo è stato The Waterstone, lo spazio espositivo progettato dall’architetto Michele De Lucchi, dall'ardita forma di tre sassi levigati con quattro cascate d’acqua che scorrono tra le connessioni. Ancora Gabriella Gemo: «è stato fondamentale avere uno spazio nostro fortemente identitario, molto visibile, sul decumano, con una riconoscibile impronta architettonica. È stato uno dei padiglioni più fotografati. La scelta a monte era quella della duttilità: non uno spazio meramente di visita e rappresentazione ma uno spazio vivo  e fungibile, che poteva offrire tante possibilità. L'installazione artistica multimediale realizzata da Studio Azzurro dava la possibilità ai visitatori di vedere spezzoni della bellezza italiana. Allo stesso tempo poteva diventare un set con una scenografia che offriva spazio per rappresentazioni delle imprese, incontri istituzionali come quello tra il vicepremier cinese con il ministro Giannini, che hanno firmato un accordo di collaborazione scientifica tra università, e così via».

 

 

Intesa Sanpaolo, gli eventi culturali e artistici a Expo

 

 

The Waterstone è stato anche un luogo di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, con incontri, spettacoli e laboratori: «il palinsesto era costantemente aggiornato e reso disponibile sul sito web. Gli eventi culturali hanno coinvolto i nostri partner, eccellenze assolute di livello internazionale, dal Teatro alla Scala che ha proposto 3 spettacoli al Parenti, dal Piccolo al San Carlo di Napoli al Regio di Torino. Gli intrattenimenti musicali hanno spaziato anche sul jazz, con Enrico Rava. Ci sono stati grandi eventi come Piano City, con 10 pianoforti sul decumano, il Defilè di Torino Danza che ha invaso il decumano con una parata di 100 danzatori, 100 marionette e 35 musicisti. Fino alla penultima, indimenticabile esibizione in pubblico del maestro Giorgio Albertazzi. E ai programmi per bambini del sabato e della domenica mattina, organizzati con il Piccolo Teatro. Il tutto riproposto anche in video sul sito web» dice Gabriella Gemo. Anche il libro era stato progettato prima della manifestazione: «Proprio perché abbiamo creduto molto in tutto il progetto Expo, anche questa piccola pubblicazione l'abbiamo pensata dall'inizio con l'aiuto di Federico Bandirali. Volevamo che a vedere e raccontare cosa si stava facendo fosse un punto di vista esterno».

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