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Economia
Testamento, soldi, documenti in italiano stentato: le carte del caso Agnelli
John Elkann (foto Lapresse)

Fal testamento all'inventario di Marella: tutte le carte del caso Agnelli

"L’impero guidato da John Elkann potrebbe essere stato costruito su fondamenta di argilla". Lo sostiene oggi la Verità, in un lungo articolo che ripercorre le carte e i documenti relativi al caso dell'eredità Agnelli e alle contestazioni di Margherita verso i figli. "La sua investitura parte da lontano, per la precisione, dal momento della cessione del 41,29% delle quote che la nonna, donna Marella, deteneva della cassaforte di famiglia, la Dicembre, che controlla dall’alto l’intera galassia delle società riconducibili agli Agnelli: Exor, Stellantis, Ferrari, Iveco, Gedi e molte altre" rievoca la Verità.

"Ma di quel trasferimento, ufficialmente avvenuto nel 2004, non si trovano le copie originali", sostiene sempre la Verità. "E per questo la Procura di Torino è partita a caccia di quegli atti. Infatti nella guerra per l’eredità tra mamma Margherita e i tre figli, John, Lapo e Ginevra, l’accusa di frode fiscale è solo la punta dell’iceberg".

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Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro sostiene che nella successione ci sia "un mistero delle carte fantasma e redatte in un italiano sgrammaticato. Giallo sui testimoni che hanno validato il lascito di Marella", si aggiunge. "Il testamento è stato redatto in tre diversi momenti, a partire dal 2011, e l’ultima versione è stata compilata a Gstaad (Cantone di Berna) il 22 agosto 2014, nello studio del notaio svizzero Urs von Grünigen, oggi indagato. Il documento è scritto in un italiano maccheronico", scrive la Verità.

Sul Fatto Quotidiano si fa invece l'inventario dei beni di Marella. "Le curiosità più singolari parlano anche di una Jeep Renegade e di una Panda a Lauenen e St. Moritz –valutate la prima 10.600 franchi e la seconda 1.200 –e, a Torino, di “un trattore agricolo con rimorchio” che non è stato calcolato, e di 2.614 franchi in contanti".

I legali di Elkann: “I fondi dell’eredità già dichiarati al Fisco, l’assetto della Dicembre non si discute”

Intanto, però, i legali di Elkann passano al contrattacco.  “Ha sempre pagato le tasse e continuerà a farlo”. E i fondi delle società off shore di John Elkann non sono stati “nascosti”, ma “regolarmente dichiarati al fisco”. Gli avvocati che assistono l’amministratore delegato di Exor, accusato dalla procura di Torino di dichiarazione fraudolenta, lo chiariscono in una nota diffusa nella serata di sabato in cui precisano anche che l’assetto della società Dicembre (la cassaforte degli Agnelli) “non può essere messo in discussione in alcun modo”.

“Non è nostra intenzione farci trascinare in una rissa mediatica poiché ci sentiamo più a nostro agio a rispondere nelle sedi giudiziarie come abbiamo sempre fatto negli ultimi venti anni – spiegano infatti gli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re –. Ma è di immediata evidenza l’incompatibilità logica e giuridica tra la disponibilità di fondi, peraltro nota da anni, e la circostanza riportata da taluni organi di informazione per i quali sarebbero stati “nascosti”. È un’evidente contraddizione, perché gli stessi fondi sono stati regolarmente dichiarati al fisco dal nostro assistito, che ha pagato le imposte dovute e continuerà a farlo”.

Gli avvocati di John chiariscono quindi anche come “l’attuale assetto proprietario della Società Dicembre, che è stato definito oltre 20 anni fa e che riflette la precisa volontà dell’Avvocato Agnelli nell’assicurare continuità alle attività della famiglia, volontà arcinota e accettata da tutti gli interessati quando ancora egli era in vita, non può in alcun modo essere messo in discussione. Rinnoviamo la nostra fiducia nel lavoro dei magistrati”.






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