Economia
Alitalia, Castellucci: "Atlantia non può impegnarsi". Allo studio nuovo rinvio

"Premesso che a AdR ha un appeal a livello globale talmente elevato che il futuro non e' cosi' determinato dalla vicenda Alitalia e premesso che seguiamo da vicino la vicenda Alitalia e ci auguriamo possa trovare un assetto definitivo, ribadisco quanto detto aualche settimana fa in assemblea: abbiamo talmente tanti fronti aperti che non possiamo permetterci di impegnarci su un fronte talmente complesso come e' Alitalia". Le parole di Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia, pronunciate in occasione della presentazione della mostra 'Le Ali di Leonardo. Il genio e il volo' promossa da Atlantia e organizzata dalla controllata AdR”, smentiscono le voci che volevano il gruppo controllato dai Benetton come uno dei possibili soggetti papabili per andare a completare il risiko del capitale dell’ex compagnia di bandiera sotto il cappello pubblico.
Intanto, si attendono nuove decisioni cruciali per il futuro della compagnia, con la decisione di una nuova proroga dei termine, se mini oppure più lunga che traghetti al dopo elezioni europee, per la presentazione dell'offerta di acquisto della compagnia finita in amministrazione controllata da due anni. Nonostante siano passati 700 giorni e fiumi di parole e indiscrezioni, Alitalia resta sola e la gestione dei commissari sembra non aver ancora trovato un punto di svolta. L’unica cosa certa è il costo del salvataggio per lo Stato che fra mancati rimborsi e nuovo prestito si aggira intorno al miliardo di euro. Ora ci si affida agli ultimi 25 giorni prima delle elezioni per trovare una soluzione. Tre le ipotesi sul tavolo: la prima punta al rinvio di due o tre settimane, giusto in tempo per arrivare alla vigilia delle europee senza scavallare questo termine, convincendo Delta, Fs a dare il via alla newco Alitalia.
La seconda via d'uscita, più politica, potrebbe addirittura arrivare a fine maggio, e quindi slittando a dopo il voto, per non mettere il caso al centro della campagna elettorale. Ultima possibilità, al momento la meno probabile, quella di una chiusura dei termini e la successiva messa in liquidazione della società, visto che in due anni nessuno ha trovato una soluzione. A quel punto potrebbe spuntare fuori l'interesse mai sopito di Lufthansa che porterebbe a casa con un pugno di euro e un'offerta alla "prendere o lasciare", le spoglie della ex compagnia di bandiera. In questo caso resterebbe una azienda ridimensionata ma comunque funzionante anche se con prezzo da pagare in termini di flotta, rotte e personale in esubero.
Ma vista l'incapacità di trovare una soluzione da un punto di vista sociale meno pesante, anche i sindacati di categoria pronti allo sciopero il 21 maggio, cominciano a spingere per una soluzione anche difficile da digerire, soprattutto per Luigi Di Maio che ha sempre escluso di voler cedere la compagnia ai tedeschi. Ma avanza anche con forza un certo realismo tra i dipendenti e nell'anima leghista del governo: meglio un'Alitalia viva ma ridimensionata che la liquidazione e la scomparsa del marchio. E proprio il leghista Giancarlo Giorgetti, ritiene che "Atlantia in quanto concessionario autostradale non dovrebbe entrare in Alitalia. Ma Atlantia come proprietaria di aeroporti di Roma ha un interesse concreto di tipo industriale" ha detto nelle ultime ore il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che ha aggiunto: "Credo abbia una coerenza industriale non tanto per le concessioni autostradali ma perché sono proprietari di aeroporto di Roma. Penso che ci possa essere una coerenza industriale che è la cosa fondamentale. Altrimenti non avrebbe alcun senso".
Giorgetti ha voluto sottolineare come, sulle vicende della società anche successive alla tragedia di Ponte Morandi, la Lega abbia sempre avuto un atteggiamento "presente e razionale" e ha ricordato che chi entra in Alitalia lo deve fare "con un obiettivo preciso. Qualsiasi soggetto entri non lo deve fare per barcamenarsi o permettere a Alitalia di proseguire due anni. Deve dare prospettive a lungo termine e una linea di galleggiamento per quanto riguarda reddito e utili e non le perdite".