Economia
Alitalia, EasyJet esce allo scoperto: siamo interessati. Le manifestazioni

Finora una trentina le offerte non vincolanti per l'ex compagnia di bandiera. Apertura della data room entro la fine della prossima settimana
Alitalia, qualcosa si muove: mentre Luigi Gubitosi, commissario straordinario di Alitalia insieme ad Enrico Laghi e Stefano Paleari, ha confermato in audizione davanti alle commissioni Lavori Pubblici e Industria del Senato che il prestito ponte da 600 milioni di euro erogato a condizioni di mercato (mille punti base sopra l’Euribor a sei mesi) è ancora pienamente disponibile, anzi la cifra puntuale di cui dispone l’ex compagnia di bandiera italiana è di 617,9 milioni (257,9 milioni in cassa, mentre altri 360 milioni sono disponibili al ministero dello Sviluppo economico), EasyJet esce allo scoperto confermando di avere avanzato una manifestazione di interesse per la compagnia. Il Ceo di EasyJet, Carolyn McCall, parlando a Tolosa in occasione della consegna del primo A320neo non ha tuttavia precisato se l’interesse riguardi una parte o tutta la compagnia di bandiera, anche se quest’ultima ipotesi viene ritenuta poco provabile dagli analisti.
“Tutte le compagnie si stanno avvantaggiando della debolezza di Alitalia - ha aggiunto la McCall - ma per noi al momento l’impatto è marginale”. Per la manager il modello “low cost” rimane vincente: “Siamo pronti a competere con tutti i vettori, sia low cost sia leading carrier”, mentre “per il feeding (l’alimentazione ottimale dei propri voli tramite alleanze commerciali con altri vettori, ndr) stiamo parlando con tutti, anche con Norwegian Air, ma per ora non c’è alcun accordo”. EasyJet continua a non mostrare interesse invece sui collegamenti a lungo raggio (considerati i più redditizi, ma solo a lungo termine ossia dopo adeguati investimenti, ndr), pur essendo in contatto con altre compagnie per studiare eventuali partnership di connessione. Anche per questo un’offerta per Alitalia potrebbe riguardare solo alcuni asset, ma non la compagnia nella sua globalità come invece preferirebbe il governo italiano. Se ne saprà di più, forse, la prossima settimana, quando sarà aperta la data room, come ha confermato Laghi sempre oggi in audizione.
Per Laghi l’attesa non sarà lunga in ogni caso: “E' ragionevole che intorno a metà luglio tireremo le prime somme, per avere il tempo necessario per completare il programma dell’amministrazione straordinaria entro l’estate”. Non è comunque detto che EasyJet abbia la strada spianata, anzi Laghi si è detto confidente “di avere manifestazioni di interesse significative nell’autunno di quest’anno”. Tra queste potrebbero esservi le offerte di Delta ed Ethiad, i cui nomi sono già stati citati tra coloro, una trentina di soggetti in tutto, che hanno già manifestato il proprio interesse, per ora in forma non vincolante. Anche altri grandi nomi del trasporto aereo mondiale come i cinesi Hainan Airlines (la più grande compagnia aerea privata cinese, quarta per flotta) e Air China (seconda compagnia commerciale cinese, di proprietà statale), piuttosto che le europee Air France (con cui le nozze sono già sfumate una volta), British Airways (su cui peraltro pende il rischio-Brexit) e Turkish Airlines.
Non interessata a rilevare l’intera Alitalia continua a dirsi Lufthansa, che però non ha smentito l’interesse per singoli asset: lo stesso Ceo del gruppo tedesco, Carsten Spohr nel ribadire di non avere “intenzione di acquistare Alitalia”, ha tenuto a precisare che “l’Italia è un mercato molto importante per noi, quindi guardiamo con molta attenzione alle opportunità che emergono”, come potrebbero essere, forse, la flotta e gli spot della compagnia tricolore. Altri soggetti che potrebbero essere favorevoli a uno spezzatino sono i fondi di private equity come Texas Pacific Group (che nel 2006 assieme a Macquarie aveva già investito nell’australiana Qantas), Cerberus (che sempre nel 2006 investì nell’olandese AerCap) o Indigo Partners.
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