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Economia
Banca Mondiale, i Paesi poveri "strangolati" dai debiti. E l'Occidente...

Banca Mondiale, il debito enorme dei paesi poveri

Il debito enorme dei paesi in via di sviluppo ha raggiunto, secondo la Banca Mondiale, la gigantesca cifra di 1,1 trilioni di dollari e le previsioni su un’eventuale riduzione per il 2023 e 2024 sono decisamente preoccupanti.  Questo è un macigno che pesa moralmente ed economicamente sulle economia ricche. Ed è di ieri la notizia che l'Etiopia è in default, per non aver pagato una cedola da 33 milioni sul suo unico titolo di debito pubblico. Gli effetti di mancanza di denaro in certe parti del mondo per vivere, lavorare, costruire ospedali,  scuole, strade si stanno vedendo in maniera sempre più esplosiva. Mai, ad esempio si erano visto nel mediterraneo tanti barconi pieni di migranti e mai si era vista negli Stati Uniti una vera e propria invasione di famiglie dal Messico come quella che sta mettendo in crisi il sistema migratorio statunitense. Purtroppo negli ultimi dieci anni i paesi poveri sono stati costretti ad aumentare il loro livello di debito rivolgendosi a prestatori più “cari” come i cinesi.

Banca Mondiale, in crescita gli interessi sui debiti

Secondo la Banca Mondiale i paesi in via di sviluppo sono stati costretti, nel 2022, ad aumentare del 5% ( a 443 miliardi di dollari) la somma destinata a ripagare il loro debito estero. Questo aumento ha così sacrificato investimenti in sanità, infrastrutture e istruzione. La politica dell’aumento dei tassi di interesse delle Banche Centrali sia riflessa anche in queste aree povere. Sempre nel 2022 il saldo del debito estero di quei paesi (75) che possono accedere ai crediti dell’IDA (International Development Association) l’istituzione della Banca Mondiale che fornisce sostegno alle nazioni più povere , toccherà il record di 1,1 trilioni di dollari, il doppio rispetto a dieci anni fa. E nello stesso trend anche gli interessi pagati che sono aumentati di ben 4 volte a 23,6 miliardi midollari. Gli esperti della Banca Mondiale sono però convinti che il peggio dovrebbe arrivare tra l’anno che si chiude il il 2024. E questo perchè il debito dei 24 paesi “poverissimi” aumenterebbe di quasi il 40% con grandi possibilità di insolvenza. I paesi alle prese con debiti grandi hanno così dovuto lottare contro gli aumenti improvvisi del costo dei tassi variabili, contro i nuovi aumenti che erano stati sospesi durante la pandemia, contro il super dollaro ed infine contro il calo del loro export.

Banca Mondiale, la lotta all'inflazione ha colpito pesantemente i debiti dei paesi poveri

Tutta questa problematica ha un responsabile e cioè la lotta contro l’inflazione che le Banche Centrali sono state costrette a fare a suon di aumenti dei tassi di interesse (a livelli top da oltre 22 anni) che si sono riflessi pesantemente su tutti i debiti, da quelli dei mutui variabili delle famiglie italiane come pure sui debiti giganteschi sempre a tassi variabili dei paesi poveri. “La situazione ha messo molti paesi sulla via della crisi. Il debito è diventato un peso quasi paralizzante per queste economie. Attualmente, il 60% dei paesi a basso reddito è ad alto rischio di sofferenza debitoria o si trova già in questa situazione" sottolinea la nota della Banca Mondiale. E anche la Cina, che tra il 2012 e il 2020, aveva prestato ai paesi in via di sviluppo (stati produttori di petrolio, le nazioni ricche di minerali e quelle dell’Africa sub-sahariana) qualcosa come 254 miliardi di dollari nel 2022 ha abbassato fortemente questo livello. In questa situazione dove si vede la luce in fondo al tunnel? La si vede nel breve medio periodo e cioè quando cominceranno a calare i tassi di interesse. Azione già dichiarata dalla Fed  e un po’ meno dalla Bce ma che avrà bisogno almeno di un paio di anni per portare alla normalizzazione l'economia finanziaria. Ma forse molti paesi “poveri” non hanno tutto questo tempo.

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