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Economia
Banca MPS, risultati 2020: perdite per €845 mln, confronto con Bce su Amco
LaPresse

Banca MPS, risultati al 30 giugno 2020. 

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. ha esaminato ed approvato oggi i risultati al 30 giugno 2020

Al 30 giugno 2020 il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi pari a 1.453 mln di euro, in calo dell’8,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in seguito, in particolare, alla flessione del margine di interesse, riconducibile al calo degli attivi commerciali fruttiferi e dei relativi rendimenti e delle commissioni nette. In miglioramento gli altri ricavi della gestione finanziaria, grazie al maggior contributo di AXA e ai maggiori utili rivenienti dalla cessione di titoli, solo in parte compensati dalla flessione dei risultati dell’attività di trading negativamente impattati nel 1° trimestre dell’anno dalle tensioni sui mercati finanziari legati all’emergenza COVID-19. In miglioramento, infine, anche gli altri proventi/oneri di gestione che nel 1° semestre del 2019 includevano la contabilizzazione dell’indennizzo legato all’esercizio del diritto di recesso dal contratto stipulato con Juliet per 49 mln di euro circa. 

Nel confronto con il trimestre precedente emerge una sostanziale tenuta dei ricavi (-6 mln di euro) grazie al maggior contributo di AXA e al recupero dei risultati da negoziazione/copertura, entrambi penalizzati nel 1° trimestre 2020 dallo sfavorevole andamento dei mercati finanziari legato all’emergenza COVID-19. In peggioramento rispetto al trimestre precedente il margine di interesse, le commissioni nette, penalizzate dalla forte riduzione dell’operatività della rete nel periodo di lockdown conseguente all’emergenza COVID-19 e gli altri proventi/oneri di gestione, in relazione a maggiori sopravvenienze passive. 

Il margine di interesse al 30 giugno 2020 è risultato pari a 647 mln di euro, in flessione del 20,5% rispetto allo stesso periodo del 2019 principalmente per il calo degli attivi commerciali fruttiferi e dei relativi rendimenti, che hanno risentito anche delle cessioni di crediti Unlikely to pay effettuate nel corso del 2019 e della conclusione a giugno 2019 della vendita della controllata BMP Belgio S.A. L’aggregato ha risentito anche della crescita del costo della raccolta di mercato, principalmente legato al ritorno sul mercato delle emissioni obbligazionarie avvenuto nel 2° semestre 2019 e proseguito nel 1° trimestre 2020. Il risultato del 2° trimestre 2020 si pone in calo rispetto al trimestre precedente (-2,2%) principalmente per il minor contributo degli impieghi commerciali e del portafoglio titoli. 

Le commissioni nette del 1° semestre 2020, pari a 694 mln di euro, registrano una flessione del 3,9% rispetto a quelle consuntivate nello stesso periodo dell’anno precedente. 

Tale dinamica è stata influenzata dalla ridotta operatività della rete avvenuta nei mesi di lockdown che ha penalizzato le commissioni su credito, per minori provvigioni su crediti intermediati, e le commissioni da servizi. Sostanzialmente stabili, invece, le commissioni sulla gestione del risparmio, grazie alle positive dinamiche dei collocamenti realizzate nel corso dei primi due mesi dell’anno e alla ripresa osservata nel mese di giugno, nonché al contributo dei proventi derivanti dal collocamento del BTP Italia XVI emissione, avvenuto a maggio. In miglioramento, infine, le altre commissioni nette, per il minor costo della garanzia statale a seguito del rimborso dei Government- Guaranteed Bonds avvenuto nel corso del 1° trimestre 2020. 

Il contributo del 2° trimestre 2020 risulta in calo nel confronto con il trimestre precedente (-12,3%), rispetto al quale si registra una flessione dei proventi sulla gestione del risparmio, in particolare sul collocamento prodotti, delle commissioni su credito, per minori provvigioni su crediti intermediati e delle commissioni da servizi. Tale dinamica è imputabile principalmente alla ridotta operatività della rete conseguente all’emergenza COVID-19. In miglioramento, invece, le altre commissioni nette, per il venir meno del costo della garanzia statale a seguito del citato rimborso dei Government- Guaranteed Bonds

I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni, ammontano a 46 mln di euro e includono il contributo di AXA-MPS2. Tale componente si pone in crescita rispetto al 30 giugno 2019 (+3 mln di euro) con un contributo del 2° trimestre 2020 in miglioramento rispetto al trimestre precedente (+23 mln di euro), che era stato negativamente impattato dalle tensioni sui mercati finanziari legate all’emergenza COVID-19. 

Il risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di attività/passività e degli utili da cessioni/riacquisti al 30 giugno 2020 ammonta a 92 mln di euro, in crescita rispetto ai valori registrati nello stesso periodo dell’anno precedente (+16,4%) e con un contributo del 2° trimestre 2020 in aumento rispetto al 1° trimestre 2020 (+32,5 mln di euro). Dall’analisi dei principali aggregati emerge quanto segue: 

  • Risultato netto dell’attività di trading pari a +22 mln di euro, in flessione rispetto al 30 giugno 2019 per effetto del minor contributo registrato dalla controllata MPS Capital Services, penalizzato nel 1° trimestre dell’anno dallo sfavorevole andamento dei mercati finanziari connesso all’emergenza COVID-19, e da BMPS, in relazione al venir meno di effetti positivi registrati sui derivati di copertura di passività al fair value. Il contributo del 2° trimestre 2020 risulta in crescita rispetto al trimestre precedente, grazie ai risultati della controllata MPS Capital Services, che ha beneficiato della ripresa dei mercati finanziari avvenuta nel 2° trimestre 2020. 
  • Risultato netto delle altre attività/passività valutate al fair value in contropartita del conto economico negativo per 6 mln di euro in peggioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (pari a +2 mln di euro), che aveva beneficiato della rivalutazione dei titoli iscritti nell’attivo rivenienti dalle operazioni di ristrutturazione del debito del Gruppo Sorgenia. Il contributo del 2° trimestre 2020 si pone in peggioramento rispetto al contributo sostanzialmente nullo del 1° trimestre 2020, principalmente per effetto della contabilizzazione di minusvalenze su titoli e OICR. 
  • Risultati da cessione/riacquisto (esclusi i finanziamenti clientela al costo ammortizzato) positivi per 76 mln di euro, in crescita rispetto ai 18 mln di euro dello stesso periodo dell’anno precedente, grazie ai maggiori utili derivanti dalle cessioni di titoli, in particolare titoli governativi italiani, effettuate nel semestre. Il contributo del 2° trimestre 2020, pari a 24 mln di euro si pone in calo di 27 mln di euro rispetto al 1° trimestre 2020, per effetto dei minori utili derivanti dalle cessioni di titoli. 

Contribuiscono alla formazione dei Ricavi anche le voci: 

  • Risultato netto dell’attività di copertura pari a +0,5 mln di euro, in miglioramento rispetto al 30 giugno 2019 (pari a -0,6 mln di euro) e con un contributo del 2° trimestre 2020 (+3,3 mln di euro) in miglioramento rispetto a quello del 1° trimestre 2020 (pari a -2,8 mln di euro). 
  • Altri proventi/oneri di gestione negativi per 28 mln di euro, in miglioramento rispetto al risultato registrato nel 1° semestre 2019 (pari a -71 mln di euro), che includeva la contabilizzazione dell’indennizzo legata all’esercizio del diritto di recesso dal contratto stipulato con Juliet per 49 mln di euro e con un contributo del 2° trimestre 2020, pari a -21 mln di euro, in peggioramento rispetto al 1° trimestre 2020 (pari a -6 mln di euro), in relazione a maggiori sopravvenienze passive. 

Al 30 giugno 2020 gli oneri operativi sono risultati pari a 1.085 mln di euro, in calo rispetto all’anno precedente del 5,3% e con un contributo del 2° trimestre 2020 in flessione rispetto al 1° trimestre 2020 (-2,1%). Esaminando in dettaglio i singoli aggregati emerge quanto segue: 

  • Le spese amministrative si sono attestate a 973 mln di euro, in calo di 45 mln di euro circa rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, con un contributo del 2° trimestre 2020 pari a 480 mln di euro in calo di 13 mln di euro circa rispetto al 1° trimestre 2020. All’interno dell’aggregato: 
  • Le spese per il personale, che ammontano a 708 mln di euro, si pongono in flessione del 2,5% rispetto al 30 giugno 2019 beneficiando del minor organico medio (in relazione, in particolare, alle 750 uscite per Fondo di Solidarietà registrate nel 2019 e al deconsolidamento di BMP Belgio S.A. avvenuto a giugno 2019). Tale dinamica è stata solo in parte compensata dagli aumenti contrattuali/conguagli legati principalmente agli effetti del rinnovo del CCNL. L’aggregato registra un calo dell’1,5% t/t anche per effetto dei risparmi derivanti dall’estensione del lavoro agile in conseguenza dell’emergenza COVID-19. 
  • Le altre spese amministrative, che ammontano a 265 mln di euro, risultano in flessione del 9,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Nonostante le maggiori spese per l’acquisto dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) necessari per fronteggiare l’emergenza COVID-19, l’aggregato ha beneficiato del deconsolidamento di BMP Belgio S.A. avvenuto a giugno 2019, dei risparmi legati alla chiusura delle filiali avvenuta nel 2019 e alla ridotta operatività conseguente al periodo di lockdown, nonché delle azioni di saving poste in essere. L’aggregato si pone in calo del 5,4% circa t/t, nonostante le maggiori spese per l’acquisto dei Dispositivi di Protezione Individuale. 
  • Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali al 30 giugno 2020 ammontano a 112 mln di euro e risultano in flessione del 12,7% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, principalmente per minori ammortamenti sulle immobilizzazioni immateriali. Sostanzialmente stabili nel confronto t/t. 

Per effetto delle dinamiche sopra descritte, il risultato operativo lordo del Gruppo risulta pari a 367 mln di euro (440 mln di euro quello relativo al 30 giugno 2019), con un contributo del 2° trimestre 2020 in crescita di 5 mln di euro circa rispetto al trimestre precedente. 

Al 30 giugno 2020 il Gruppo ha contabilizzato un costo del credito clientela pari a 519 mln di euro, in aumento di 266 mln di euro rispetto a quanto registrato nel corrispondente periodo dell’anno precedente (254 mln di euro). 

Il dato del 1° semestre 2020 include 300 mln di euro circa di incremento di rettifiche derivanti dal mutato scenario macroeconomico delineatosi con il diffondersi della pandemia COVID-19, che ha influenzato i livelli di rischiosità del portafoglio. Il valore del 1° semestre 2019, invece, includeva un effetto negativo di circa 37 mln di euro legato all’aggiornamento dello scenario macroeconomico e un effetto netto positivo di 209 mln di euro circa connesso all’esercizio del diritto di recesso dal contratto di servicing stipulato con Juliet (che aveva fatto venir meno i costi prospettici del contratto stesso che erano riflessi nelle rettifiche) e alla contestuale rivisitazione della strategia di riduzione degli NPE che aveva previsto una accelerazione del piano di cessioni 2019. Escludendo tali effetti l’aggregato si pone in riduzione a/a principalmente per i minori accantonamenti su posizioni già deteriorate e per il minore impatto degli scivolamenti a sofferenza. 

Il contributo del 2° trimestre 2020 risulta in flessione rispetto a quello del trimestre precedente in relazione agli incrementi di rettifiche derivanti dal sopracitato mutamento dello scenario macroeconomico, che sono state contabilizzate per 193 mln di euro nel 1° trimestre 2020 e per 107 mln di euro nel 2° trimestre 2020. 

Il rapporto tra il costo del credito clientela del semestre annualizzato in modo lineare ed i finanziamenti clientela al 30 giugno 2020 esprime un tasso di provisioning di 126 bps (73 bps al 31 dicembre 2019). Il tasso di provisioning è pari a 89 bps considerando i 300 mln di euro di incremento di rettifiche legato all’aggiornamento dello scenario come effetto one-off del solo 1° semestre 2020. 

Il risultato operativo netto del Gruppo è negativo per circa 158 mln di euro, a fronte di un valore positivo pari a 185 mln di euro registrato nello stesso periodo dell’anno precedente. 

Alla formazione del risultato di periodo concorrono anche le seguenti voci: 

  • Accantonamenti al fondo rischi e oneri pari a -357 mln di euro, riconducibili principalmente a rischi legali e ai rischi connessi ad accordi contrattuali. Al 30 giugno 2019 si registrava un saldo negativo di 58 mln di euro, riconducibili prevalentemente agli accantonamenti per impegni assunti dalla Capogruppo a fronte dei ristori connessi all’operatività in diamanti. 
  • Utili da partecipazioni pari a circa 0,7 mln di euro, a fronte di un utile di 3 mln di euro registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, con un contributo del 2° trimestre 2020 di +0,5 mln di euro a fronte di +0,2 mln di euro circa registrati nel 1° trimestre 2020. 

Mps sta discutendo con la Bce sull'operazione di scissione parziale degli npl (non performing loans) a favore di Amco ma, al momento, non ci sono novità. Lo ha dochiarato l'Amministratore Delegato Guido Bastianini durante la conference call sui risultati trimestrali: "Stiamo negoziando con la Bce ma non possiamo dichiarare nulla".

Intanto l'operazioneè stata giudicata in linea con le condizioni di mercato dalla Direzione generale della concorrenza della Commissione europea.

  • Oneri di ristrutturazione/oneri una tantum, pari a -28 mln di euro, principalmente riferibili alle spese relative al progetto di scissione non proporzionale con opzione asimmetrica di un compendio di crediti deteriorati in favore di AMCO contabilizzate nel 2° trimestre 2020. Al 30 giugno 2019 l’aggregato risultava positivo per 3 mln di euro. 
  • Rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari, saldo pari a -77 mln di euro costituito dal contributo a carico del Gruppo dovuto al Fondo di Risoluzione Unico (SRF) contabilizzato nel 1° trimestre 2020 pari a 58 mln di euro e dalla quota addizionale a favore del Fondo di Risoluzione Nazionale (FRN) contabilizzata nel 2° trimestre 2020 pari a 18 mln di euro. Il 1° semestre 2019 (pari a -87,5 mln di euro) includeva il contributo annuo al Fondo di Risoluzione Unico (SRF) pari a 54 mln di euro, il contributo straordinario al Fondo di Risoluzione Nazionale (FRN) per 20 mln di euro e la minusvalenza di 13 mln di euro sull’esposizione verso lo Schema Volontario del FITD (per l’intervento Carige). 
  • Canone DTA, pari a -36 mln di euro. L’importo, determinato secondo i criteri del DL 59/2016 convertito in Legge n. 119 del 30 giugno 2016, rappresenta il canone di competenza al 30 giugno 2020 sulle DTA (Deferred Tax Assets) trasformabili in credito di imposta. 
  • Utili da cessione di investimenti pari a 1 mln di euro legati alla cessione di immobili. Al 30 giugno 2019 l’aggregato risultava positivo per 0,7 mln di euro. 

Per effetto delle dinamiche sopra evidenziate, la perdita di periodo al lordo delle imposte del Gruppo è stata pari a -653 mln di euro, rispetto al 30 giugno 2019, che aveva registrato un risultato positivo di +11 mln di euro. 

Le imposte sul reddito dell’operatività corrente registrano un contributo negativo pari a 434 mln di euro (pari a +91 mln di euro positivi nel 1° semestre 2019) imputabile quasi esclusivamente alla revisione del valore delle attività per imposte anticipate (DTA) iscritte in bilancio, operata in virtù dell’aggiornamento delle stime interne pluriennali (2020-2024) dei valori economici e patrimoniali effettuato per tener conto dell’evoluzione dello scenario macroeconomico delineatasi in seguito alla pandemia. 

Considerando gli effetti netti della PPA (-2 mln di euro), la perdita di periodo di pertinenza della Capogruppo ammonta a -1.089 mln di euro, a fronte di un utile di 93 mln di euro conseguito nello stesso periodo del 2019. 

Banca MPS: gli aggregati patrimoniali di Gruppo al 30 giugno 2020 

Al 30 giugno 2020 i volumi di raccolta complessiva del Gruppo sono risultati pari a 196,3 mld di euro con una crescita rispetto al 31 marzo 2020 di 11,8 mld di euro concentrata, in particolare, sulla raccolta indiretta (+9,6 mld di euro). L’aggregato risulta in crescita anche rispetto al 31 dicembre 2019 (+0,3 mld di euro) grazie all’aumento della raccolta diretta (+3,4 mld di euro) che ha più che compensato il calo della raccolta indiretta, che ha risentito di un effetto negativo del mercato. 

I volumi di raccolta diretta, che si sono attestati a 97,6 mld di euro, risultano in aumento di 2,2 mld di euro rispetto ai valori di fine marzo 2020, con una crescita dei conti correnti (+1,6 mld di euro), dei PCT (+0,8 mld di euro) e delle altre forme di raccolta (+0,2 mld di euro). In riduzione i depositi vincolati (-0,2 mld di euro) e il comparto obbligazionario (-0,2 mld di euro). L’aggregato risulta in crescita di 3,4 mld di euro rispetto a fine dicembre 2019, per l’aumento dei conti correnti (+4,9 mld di euro) e dei PCT (+4,1 mld di euro). In riduzione rispetto al 31 dicembre 2019 le altre forme di raccolta (-2,6 mld di euro) e le obbligazioni (-2,7 mld di euro) principalmente a seguito degli effetti legati al rimborso dei Government-Guaranteed Bonds e alla chiusura delle operazioni di funding strutturato ad essi collegate avvenuta nel 1° trimestre 2020. 

La quota di mercato del Gruppo sulla raccolta diretta si è attestata al 3,80% (dato aggiornato ad aprile 2020) in crescita rispetto a dicembre 2019 (pari a 3,70%). 

La raccolta indiretta si è attestata a 98,7 mld di euro, in crescita rispetto al 31 marzo 2020 di +9,6 mld di euro. In particolare, il risparmio amministrato (+6,3 mln di euro t/t), ha beneficiato, oltre che dell’effetto mercato positivo, anche del deposito presso la Capogruppo, da parte di un grande gruppo industriale, delle azioni che erano state ritirate nel 1° trimestre 2020 e del collocamento del “BTP Italia XVI emissione” avvenuto nel mese di maggio. 

Il risparmio gestito, pari a 57,7 mld di euro, risulta in crescita di 3,3 mld di euro rispetto a marzo 2020 su tutti i comparti grazie all’effetto mercato positivo legato alla ripresa dei mercati finanziari che nel 1° trimestre avevano risentito delle tensioni connesse al diffondersi dell’emergenza COVID- 19

Nel confronto con il 31 dicembre 2019 si assiste ad una flessione di 3,1 mld di euro dovuta a un effetto negativo del mercato di cui risentono entrambe le componenti del risparmio gestito e del risparmio amministrato. 

Al 30 giugno 2020 i finanziamenti clientela del Gruppo si sono attestati a 82,5 mld di euro, in crescita rispetto a fine marzo 2020 di 0,3 mld di euro, per l’aumento dei PCT (+0,7 mld di euro) e dei mutui (+1,4 mld di euro), quest’ultimo influenzato anche dall’effetto delle erogazioni e delle moratorie legate ai decreti governativi emanati a seguito dell’emergenza COVID-19. In calo i conti correnti (- 0,7 mld di euro) e gli altri finanziamenti (-1,2 mld di euro). L’aggregato risulta in crescita anche rispetto al 31 dicembre 2019 (+2,4 mld di euro) principalmente per la maggiore operatività in PCT (+2,0 mld di euro) e per la crescita dei mutui (+1,9 mld di euro), influenzati anche dagli effetti sopracitati. In flessione, invece, i conti correnti (-0,7 mld di euro), gli altri finanziamenti (-0,6 mld di euro) e i crediti deteriorati netti (-0,3 mld di euro). 

La quota di mercato del Gruppo risulta pari al 4,85% (ultimo aggiornamento disponibile aprile 2020) in calo di 8 bps rispetto a fine 2019. 

Il comparto a medio/lungo termine ha registrato nel 2° trimestre 2020 nuove erogazioni per 3,3 mld di euro in ripresa rispetto al 1° trimestre 2020 (+1,0 mld di euro) e in crescita a/a, anche grazie alle erogazioni legate al “Decreto Liquidità”. 

I crediti classificati nel primo stadio si riducono sia rispetto al 1° trimestre 2020, che rispetto al 31 dicembre 2019. L’esposizione lorda di tali crediti ammonta, infatti, a 61,8 mld al 30 giugno 2020, rispetto a 62,5 mld di euro a fine 2019 e a 63,8 mld di euro al 31 marzo 2020. In incremento, invece, le posizioni classificate nel secondo stadio, la cui esposizione lorda ammonta a 15,3 mld di euro al 30 giugno 2020, rispetto a 11,9 mld di euro del 31 dicembre 2019 e a 13 mld di euro al 31 marzo 2020. Tale dinamica risente del peggioramento delle previsioni macroeconomiche delineatosi a seguito del diffondersi dell’emergenza COVID-19. 

Il totale finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo al 30 giugno 2020 è risultato pari a 11,6 mld di euro, in linea al dato del 31 marzo 2020 e in flessione rispetto al 31 dicembre 2019 (-0,3 mld di euro), grazie alle cessioni effettuate nel semestre e alla chiusura di alcune posizioni significative. 

In particolare, l’esposizione lorda delle sofferenze risulta sostanzialmente stabile rispetto al 31 marzo 2020 (+30,7 mln di euro) e in flessione (-128 mln di euro) rispetto al 31 dicembre 2019 principalmente per le suddette cessioni, per i recuperi e per la chiusura di alcune grandi posizioni solo in parte compensati dagli ingressi del periodo. In calo anche l’esposizione lorda delle inadempienze probabili di 77 mln di euro rispetto al 31 marzo 2020 e di 281 mln di euro rispetto al 31 dicembre 2019 principalmente per i passaggi a sofferenza, per la cura e le cessioni in parte bilanciati dai nuovi ingressi. I finanziamenti scaduti deteriorati lordi risultano in aumento sia rispetto al 31 marzo 2020 (+69 mln di euro) che rispetto al 31 dicembre 2019 (+96 mln di euro). 

Al 30 giugno 2020 l’esposizione netta in termini di finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo si è attestata a 5,9 mld di euro stabile rispetto al 31 marzo 2020 e in calo rispetto al 31 dicembre 2019 (-253 mln di euro) grazie alla riduzione delle esposizioni lorde accompagnata dalla crescita della copertura media conseguente all’incremento di rettifiche derivante dal mutato scenario macroeconomico delineatosi con il diffondersi della pandemia, che ha influenzato i livelli di rischiosità del portafoglio. 

Il rapporto tra crediti deteriorati netti e crediti clientela netti al 30 giugno 2020 risulta pari al 7,1%, stabile rispetto a marzo 2020 e in calo rispetto a dicembre 2019 (pari a 7,6%). Nel semestre risulta in calo sia l’incidenza in termini percentuali delle inadempienze probabili (da 3,8% di dicembre 2019 a 3,4% di giugno 2020), che quella delle sofferenze (da 3,7% di dicembre 2019 a 3,5% di giugno 2020). L’incidenza dei finanziamenti scaduti deteriorati passa, invece dallo 0,1% di dicembre 2019 allo 0,2% di giugno 2020. 

Al 30 giugno 2020, la percentuale di copertura del totale finanziamenti clientela deteriorati si è attestata al 49,5%, sostanzialmente stabile rispetto al 31 marzo 2020 (pari a 49,6%) e in aumento rispetto al 31 dicembre 2019 (pari a 48,7%) principalmente a seguito dell’incremento di rettifiche derivante dal mutato scenario macroeconomico delineatosi a seguito del diffondersi dell’emergenza COVID-19. 

Al 30 giugno 2020 le attività in titoli del Gruppo sono risultate pari a 25,6 mld di euro, in aumento di 1,4 mld di euro rispetto al 31 dicembre 2019, principalmente per la crescita delle attività finanziarie detenute per la negoziazione (+1,6 mld di euro) riferibili a MPS Capital Services, a seguito della maggiore operatività in titoli di Stato italiani. In calo, invece, le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (-0,7 mld di euro) riferibili, in particolare, alla Capogruppo a fronte di vendite e scadenze solo in parte compensate dagli acquisti. 

L’aggregato risulta in calo rispetto al 31 marzo 2020 (-0,4 mld di euro) in relazione al decremento della componente di negoziazione riferibile alla controllata MPS Capital Services solo parzialmente compensato dall’operatività netta di acquisti e vendite di titoli, classificati tra i crediti verso clientela al costo ammortizzato della Capogruppo. Sostanzialmente stabili le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva. Si segnala che il valore di mercato dei titoli presenti nei crediti verso clientela al costo ammortizzato è pari a 9.720,9 mln di euro (con plusvalenze implicite per circa 85,4 mln di euro). 

Al 30 giugno 2020 le passività finanziarie di negoziazione per cassa risultano in calo sia rispetto a fine dicembre 2019 (-0,2 mld di euro) che rispetto al 31 marzo 2020 (-0,2 mld di euro). 

Al 30 giugno 2020 la posizione netta in derivati registra una flessione sia rispetto al 31 dicembre 2019 (-0,6 mld di euro) che rispetto al 31 marzo 2020 (-0,3 mld di euro). 

Al 30 giugno 2020, la posizione interbancaria netta del Gruppo si è attestata a 5,4 mld di euro in raccolta, in calo di 2,3 mld di euro rispetto al saldo, sempre in raccolta, di 7,7 mld di euro registrato al 31 marzo 2020 a fronte della crescita dei depositi in BCE e all’aumento dell’operatività in PCT attivi, solo in parte compensati dall’ulteriore accesso alle aste TLTRO3. La raccolta interbancaria netta risulta stabile rispetto a dicembre 2019.

Al 30 giugno 2020 la posizione di liquidità operativa presenta un livello di counterbalancing capacity non impegnata pari a circa 25,0 mld di euro, in crescita di 3,4 mld di euro rispetto al 31 marzo 2020 e di 0,3 mld di euro rispetto al 31 dicembre 2019 grazie all’attuazione delle iniziative previste dal funding plan (emissioni istituzionali, accesso al TLTRO3 e rimborsi di LTRO e TLTRO2) che hanno consentito il rimborso dei titoli con garanzia statale senza impatti sul profilo di liquidità del Gruppo, e alla crescita della raccolta commerciale. 

Al 30 giugno 2020 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta pari a circa 7,2 mld di euro in diminuzione di 1,1 mld di euro rispetto al 31 dicembre 2019, per effetto del risultato di periodo negativo. 

In diminuzione anche rispetto al 31 marzo 2020 (-9,7%), principalmente per la dinamica del risultato di periodo del 2° trimestre 2020, in parte compensata dal miglioramento delle riserve da valutazione. 

Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 30 giugno 2020 il Common Equity Tier 1 Ratio si è attestato a 13,4% (rispetto al 14,7% di fine 2019) e il Total Capital Ratio è risultato pari a 16,0%, che si confronta con il valore del 16,7% registrato a fine dicembre. 

In data 31 luglio 2020 sono pervenute ulteriori richieste stragiudiziali per 3,8 mld di euro da parte della Fondazione MPS (“FMPS”). Tali richieste sono state valutate ai fini del bilancio consolidato semestrale abbreviato. Tenendo conto anche di tali richieste il petitum delle richieste stragiudiziali sale a 4,8 mld di euro. Rispetto a tali iniziative, la Banca esprime opinioni critiche rispetto alle tesi sostenute. Gli argomenti a supporto di tale interpretazione verranno sviluppati compiutamente nella risposta che sarà inviata alla FMPS. La Banca si riserva ogni azione a tutela del proprio patrimonio in risposta all’iniziativa di FMPS.

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