Economia
Banche, in Italia i crediti dubbi al 6,7%. Il report di Mediobanca
Cina leader, gli Usa battono l'Europa
L’Area Studi Mediobanca presenta l’aggiornamento annuale dell’indagine sulle principali Banche Internazionali.
Lo studio analizza i risultati economici e la struttura patrimoniale dei 66 maggiori gruppi bancari internazionali: ventotto hanno sede in Europa, quattordici in Giappone e altri quattordici negli Stati Uniti. La Cina, cui è dedicato un apposito focus, è presente con le sue dieci maggiori banche.
Approfondimenti tematici sono dedicati alle “Landesbank” tedesche (2007-2015) e alle casse di risparmio spagnole (2009-2015).
Un excursus sul 1Q 2017 mette a fuoco i trend mercato più recenti.
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CINA IN VETTA, USA UN PASSO INDIETRO
ICB of China diventa a fine 2016 la più grande banca del mondo con attivi per € 3.297 mld, scalzando JP Morgan Chase che scivola in seconda posizione (€ 3.178 mld). Nelle prime 6 posizioni quattro banche sono cinesi, due statunitensi, la settima è giapponese (Mitsubishi). La britannica HSBC in ottava posizione è la prima è la maggiore banca europea (€ 2.352 mld) e precede la francese BNP Paribas (€ 2.341). UniCredit è 24esima (€ 879 mld), Intesa SP 35esima (€ 766 mld). Dal 2009 la cinese Industrial Bank è cresciuta più di tutti (+357%), ma tutte le cinesi hanno almeno raddoppiato la dimensione. Solo la statunitense Capital One tiene il passo con loro (+110%). Riduzione per UniCredit (-7,5%), crescita per Intesa SP (+16%).
COSA E’ SUCCESSO NEL 2016
Nel 2016 i ricavi della banche Usa sono cresciuti dell’1,7%, in Europa sono calati del 6,2%. Le banche europee hanno ceduto margine d’interesse (-5,3% vs +3,8% in Usa)e commissioni (-6% vs -2,6%) e non si sono risollevate neanche con il trading (-14% vs +14%). Inevitabile lo sforzo di contenimento dei costi operativi (-2,8% in Europa e -0,4% in USA), anche perché le rettifiche su crediti continuano a mordere (+10,8% Europa, +22,1% in Usa). Il risultato corrente si contrae di quasi il 25% in Europa e cresce del 2% per negli Usa, quello netto cade del 32% in Europa (5 istituti su 21 in perdita) e migliora del 23,6% negli Usa.
AL DI QUA E AL DI LA’ DELL’OCEANO
Le banche europee a differenza di quelle statunitensi:
- sopportano maggiori costi operativi (cost/income ratio: 68,9% vs 61% negli Usa) e maggiori svalutazioni dei crediti (10,8% vs 6,8%). I costi regolamentari non aiutano: stimati in € 53 mld, l’11% dei ricavi; se affonda il Dodd-Frank le banche Usa prenderanno il largo
- sono meno redditizie (roe: 2,8% vs 9,4%)
- fanno meno raccolta con depositi (43,5% del totale attivo vs 49,4%) e più con obbligazioni (13,6% vs 9,2%)
- hanno una maggiore leva finanziaria (20,2x vs 13,5x), ma migliori ratio regolamentari (total capital ratio: 18,7% vs 15,1%)
- tra multe e svalutazioni hanno pagato un conto più salato: € 143,7 mld di oneri non ricorrenti tra 2011 e 2016, di cui € 106,6 € mld per litigation e € 151 mld per svalutazioni, nonostante plusvalenze monstre per quasi 121€ mld. Il saldo delle banche Usa si ferma a “soli” Usd 34,7 mld
- hanno attivi di livello 3 in riduzione ma che pesano quasi il doppio (16,8% del patrimonio vs 9,8%).
LE ITALIANE
Guardando allo stato delle maggiori banche italiane:
- i crediti dubbi sono al 6,7% dei crediti complessivi, quasi quattro volte la media europea (1,8%), anche se in riduzione (8,8% nel 2014 e 8,3% nel 2015)
- i crediti oggetto di concessione (forborne performing) sono pari all’11,2% dei crediti deteriorati lordi, tra i più bassi d’Europa (media europea 25,5%, Spagna 74,2%, Germania 52,5%)
- modesto peso delle attività di livello 3 (contengono le quote di partecipazione al fondo Atlante) pari al 9,4% del patrimonio netto (39,4% per la Germania) e elevato ricorso a esposizioni sovrane, che rappresentano il 17,1% del totale attivo (9,7% la media europea).
FOCUS TEMATICI E 1Q 2017
Per quanto riguarda i focus tematici trattati nello studio, le maggiori Landesbank tedesche (che valgono 955 mld del totale attivo aggregato nel 2016) registrano perdite cumulate per 10€ mld. tra 2007 e 2016, mentre le maggiori Casse spagnole (850 mld tot. attivo aggregato 2016) registrano perdite cumulate per 29€ mld. tra 2009 e 2016.
Infine i dati del primo trimestre 2017: l’Europa è più dinamica per ricavi (+4,1% vs +3,9% degli Usa) e risultato netto (+19,7% vs +11,4%).