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Economia
"Bce sbagliò su Fininvest-Mediolanum". L'Avvocato Ue dà ragione a Berlusconi

Fininvest-Mediolanum, il caso si riapre. L'Avvocato Ue dà ragione a Berlusconi

A dieci anni di distanza, il nodo potrebbe sciogliersi. Silvio Berlusconi e la sua Fininvest avevano ragione: la decisione della Banca Centrale Europea deve essere annullata. È questa la conclusione dell'avvocato generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, Campos Sanchez-Bordona.

Nel dettaglio, il Tribunale ha accertato che Berlusconi e la Fininvest possedevano una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum, che consentiva loro di controllare congiuntamente Mediolanum prima della fusione per incorporazione inversa, sulla base di tale premessa (vale a dire, riconosciuto il controllo della Fininvest su Banca Mediolanum prima della fusione).

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Ma, sostiene l'Avvocato generale, "la Bce ha commesso un errore nel valutare le conseguenze di un fatto che esso stesso aveva accertato: se il controllo ha preceduto la fusione, la Bce non avrebbe dovuto avviare una procedura di autorizzazione per l'acquisizione di una partecipazione qualificata". Questa partecipazione qualificata esisteva, del resto, già prima dell'entrata in vigore delle norme della vigilanza bancaria unica.

Fininvest ha sempre detenuto una partecipazione qualificata nella Mediolanum e, di conseguenza, in Banca Mediolanum. La fusione per incorporazione inversa della Mediolanum in Banca Mediolanum "ha costituito una riorganizzazione interna della struttura giuridica del gruppo imprenditoriale, ma non ha modificato il livello o l'intensità del controllo della Fininvest (e indirettamente di Berlusconi) su tale ente finanziario".

Che cosa successe

Il caso riguarda la decisione del 2016 della BCE, la quale aveva negato alla holding della famiglia a capo di Mfe l'autorizzazione a detenere una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum. La vicenda ha origine dalla fusione per incorporazione del 2015 del veicolo societario Mediolanum nella sua controllata, Banca Mediolanum. La Fininvest, di proprietà maggioritaria di Berlusconi, aveva così acquisito una partecipazione in Banca Mediolanum.

Nel 2016, la BCE, su segnalazione della Banca d'Italia, aveva avviato una procedura contestando la perdita dei requisiti di onorabilità di Berlusconi a seguito della condanna del 2013 per reati fiscali. Per questo motivo, due anni prima, Palazzo Koch aveva congelato i diritti di voto di Fininvest e imposto la cessione della partecipazione eccedente il 9,99%.

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Berlusconi aveva fatto ricorso, ottenendo inizialmente un rifiuto dal TAR, ma successivamente una vittoria significativa in Consiglio di Stato, che aveva annullato la decisione della Banca d'Italia. Tuttavia, la BCE aveva insistito, sostenendo la necessità di un'autorizzazione per mantenere la quota, autorizzazione poi negata a Fininvest.

L'Avvocato dell'Ue: "Errore giuridico"

Così, dopo un decennio di battaglie legali, l'avvocato Campos ha criticato duramente le decisioni di Banca d'Italia, BCE e TAR, definendole un errore giuridico. Secondo lui, la Fininvest ha sempre detenuto una partecipazione qualificata in Mediolanum e quindi in Banca Mediolanum, poiché la prima controllava la seconda.

La fusione per incorporazione inversa di Mediolanum in Banca Mediolanum ha rappresentato solo una riorganizzazione interna della struttura giuridica del gruppo, senza modificare il controllo di Fininvest (e indirettamente di Berlusconi) sulla banca. Inoltre, la partecipazione di Berlusconi risale a molto prima dell'entrata in vigore delle norme europee alla base delle decisioni attuali.

Pertanto, Fininvest non doveva richiedere alcuna autorizzazione per mantenere la sua quota, che è attualmente del 30,08%. Sebbene l'indicazione dell'avvocato generale non sia vincolante per la sentenza della Corte UE, avrà certamente un peso significativo e rappresenta un importante punto a favore degli eredi del Cavaliere, subentrati nella disputa dopo la morte del fondatore circa un anno fa.






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