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Economia
Bitcoin, l’America dà il via libera agli Exchange Trade Funds

Criptomonete, la Sec dà il via libera agli investimenti in cripto

Mentre il Bitcoin viene scambiato ai suoi massimi storici e la BCE continua a mantenere una posizione rigida sulle criptovalute in genere (prodotto di investimento di scarsa serietà, speculativo e di “valore reale zero) qualcosa di nuovo sta avvenendo oltre oceano. Infatti negli Usa, pur non nascondendo ancora molti dubbi, l’Autorità di regolamentazione ha approvato gli Exchange Traded Funds (fondi negoziati in Borsa). Gli ETF offrono vantaggi agli investitori : costi, accessibilità e sicurezza. Successivamente è partito un altro ok , e questa volta su Ethereum. Tutto questo ha fatto capire come le criptovalute in generale non sono più, almeno negli Usa, solo un “gioco” per persone strane, i cosiddetti “geek”. In realtà gli ETF sono stati un vento positivo che ha fatto in qualche modo dimenticare mesi di fallimenti, truffe e crolli milionari. Mentre i fondatori di Binance e FTX, andavano in carcere il comparto aveva bisogno di notizie rassicuranti. E la SEC (l’Autorità di regolamentazione del mercato) ha aiutato il settore dando il via libera ai primi ETF spot su bitcoin. A questi si è aggiunto il nuovo fondo quotato in borsa per la criptovaluta Ethereum.

Criptomonete, ok ma con ancora qualche dubbio

E’ anche vero che questo via libera è stato dato con un asetrisco, un “warning” preciso “Bitcoin è principalmente un asset speculativo e volatile che viene utilizzato anche per attività illecite come ransomware, riciclaggio di denaro, evasione delle sanzioni e finanziamento del terrorismo”.  Anche in Europa, anche se lentamente, la strada si sta aprendo. Le porte sono state aperte con gli ETP (prodotti quotati, non fondi), nel 2019 e sono  circa 130 le criptovalute quotate sulle Borse di Parigi, Amsterdam e Zurigo. Tuttavia la vera spinta arriverà a dicembre, con la regolamentazione europea sui criptoasset (MICA). Con questa  i fornitori di servizi crypto potranno svolgere la propria attività nel Vecchio Continente senza ottenere 27 licenze diverse. Negli Stati Uniti però gli investitori sembrano credere e questa fiducia la si rileva nelle dichiarazioni trimestrali sui patrimoni dei fondi. Oltre 600 investitori istituzionali hanno posizioni in bitcoin. Tra questi il fondo statale del Wisconsin, (160 milioni per bitcoin) sui 146 miliardi di dollari di asset. La partecipazione dello stato del Midwest è avvenuta attraverso il più grande ETF bitcoin del mondo e con il più forte gestore del mondo : Black Rock.

Criptomonete, anche UBS ha investito in bitcoin

Pure UBS, la più grande banca svizzera, ha 145.000 dollari nell'ETF bitcoin gestito da BlackRock. JP Morgan, Wells Fargo, BNP o Royal Bank of Canada hanno aumentato i loro investimenti nel comparto. Piccole posizioni ma significative per il cambio di passo. Un nuovo approccio che un investitore paragona al “togliere le rotelle alla bicicletta mentre si sta imparando ad andarci". Secondo alcuni analisti un portafoglio tradizionale, potrebbe avere un 60% a reddito variabile, un 40% a reddito fisso e 1% in bitcoin. E tutto questo mentre il Vecchio Continente prepara il lancio dell’euro digitale.

 

 

 

 






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