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Economia
Borsa, Fed e BoJ deludono i mercati. Borse, Piazza Affari chiude a -1,12%
lapresse

La prudenza della Fed sui tempi della ripresa Usa e l'assenza di nuove misure di stimolo da parte di Jerome Powell mettono il freno ai listini europei, che chiudono in territorio negativo colpiti dalle vendite su banche e high-tech, mentre solo sul finale il rialzo del petrolio ha ridotto le perdite. Il vento ribassista segnala cosi' la delusione degli investitori per il meeting del Fomc, il braccio operativo della Fed, da cui non sono emerse promesse ulteriori sulle politiche fiscali. Ne' e' bastato il calo dei sussidi di disoccupazione negli Usa per migliorare l'umore dei mercati, sui cui ha invece pesato il crollo delle immatricolazioni di auto in Europa (con un calo ad agosto peggiore del previsto). A fine seduta, il Ftse Mib e' il peggiore del Vecchio Continente registrando un calo dell'1,12% nonostante lo spread sia in ulteriore discesa a 144 punti. Ma il caso del giorno e' Tim che chiude in fondo al listino con un ribasso del 2,8% (dopo aver toccato -7% in avvio) a causa di indiscrezioni sull'Antitrust Ue che potrebbe opporsi alla creazione di una societa' unica per la rete a banda larga controllata da Tim (rumors a cui l'Authority ha replicato con un 'no comment' poiche' 'l'operazione non ancora notificata').

Cede posizioni anche Enel (-2,6%), altra protagonista della partita della fibra, nel giorno in cui Starace conferma l'arrivo dell'offerta di Macquarie per una quota di Open Fiber, precisando che servira' 'almeno un mese per valutarla'. Vendite su St (-2,7%) come sul resto del comparto europeo in scia alla debolezza del Nasdaq. All'altro estremo del listino, premiati i titoli piu' difensivi come le utility con A2a (+2,4%). In rialzo anche Pirelli (+2,4%). Sul fronte dei cambi, l'euro in avvio e' sceso ai minimi da oltre un mese contro il dollaro (a 1,177) per poi risalire a 1,182 nei confronti del biglietto verde (da 1,1844 ieri in chiusura) e 123,892 yen (124,19) mentre il dollaro/yen resta in area 104,77. Sale sul finale il petrolio dopo che l'Opec+ ha sollecitato i Paesi membri al rispetto dei tagli alla produzione, con l'Arabia Saudita che ha precisato come non si tratti di un 'atto di beneficenza': il Wti con contratto di consegna a ottobre sale a 41,1 dollari (+2,3%) mentre il Brent su novembre scambia a 43,4 dollari al barile (+2,7 per cento).

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