Economia
Borsa, Salini Impregilo in ribasso. Non bastano i conti ok

Piazza Affari/ A Salini Impregilo non bastano i conti 2016 e guidance in linea con le attese, serve una ripresa di ordini e fatturato negli Usa
A Piazza Affari torna a scendere e Salini Impregilo scivola nuovamente verso la soglia dei 3 euro per azione, un 15% al di sotto di dove si trovava un anno fa, nonostante i buoni conti del 2016, esercizio che si è chiuso con un utile netto di 59,9 milioni contro i 43,6 milioni del 2015 e un Ebit margin del 4,9%, rispetto al 4,6% dell'anno precedente, risultati che hanno portato il Cda a proporre la distribuzione di un dividendo di 0,053 euro per azione ordinaria e di 0,26 euro per azione di risparmio. Anche se in chiusura ha recuperato molto del terreno perso terminando le contrattazioni a -0,19%.
Per di più il gruppo si aspetta per il 2017 ricavi in crescita del 10%, un Ebit margin maggiore del 5%, nuovi ordini superiori a 1,1 volte il "book to bill" e un calo dell'indebitamento lordo attorno ai 100 milioni di euro, sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti salvo forse per quanto riguarda la redditività. Qual è dunque il male oscuro che tiene il titolo su livelli già visti nella primavera dello scorso anno, ma anche agli inizi del 2015 e poi, riavvolgendo a ritroso l'andamento del titolo in borsa, nell'agosto 2014 e prima ancora nell'estate del 2013 e tra la primavera e l'autunno del 2012?
La causa principale pare legata, almeno nell'ultimo anno, alla presentazione del piano industriale 2016-2019, giudicato poco ambizioso da molti analisti. Subito dopo la presentazione, avvenuta nell'ultima decade di maggio, Intermonte ridusse le stime sul 2016 alzandole contemporaneamente sul 2018 "per includere il ritardo di alcuni progetti in Italia" e pur mantenendo il giudizio "buy" ridusse il target price a 5,1 euro.
Analoga decisione da parte di Equita Sim, mentre Banca Akros ridusse ad "accumulate" il proprio giudizio, parlando di obiettivi 2016 inferiori alle stime e sottolineando come "la maggior parte della crescita prevista nel piano non è attesa concretizzarsi prima del 2018". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Kepler Chevreux, che ridusse da "buy" a "hold" il giudizio sul titolo.
Risultato: tra giugno e novembre dello scorso anno il titolo Salini Impregilo in borsa arrivò a oscillare tra 2,4 e 2,75 euro prima di recuperare gradualmente terreno grazie alla prospettiva di un rilancio degli investimenti in infrastrutture negli Usa da parte dell'amministrazione Trump. Peccato che sui tempi necessari per l'entrata in vigore delle misure più volte annunciate dal nuovo presidente Usa nessuno si sbilanci e che anche contratti già acquisiti possano rivelare qualche sorpresa non proprio positiva.
E' stato il caso, ad esempio, della commessa per l'ampliamento del Canale di Panama, dove il consorzio di cui fa parte il gruppo italiano ha già completato i lavori solo per aprire un contenzioso sulla copertura degli extra-costi dell'opera (è stato chiesto di innalzare dagli iniziali 3,28 a 5,67 miliardi il valore della commessa), per tener conto della bassa qualità del basalto disponibile nei pressi del cantiere, di falle inattese nel terreno, degli scioperi, delle variazioni normative e di alcune informazioni fornite dalle autorità panamensi e rivelatesi non corrette riguardo le reali caratteristiche geologiche dell'area su cui si sono svolti i lavori.
Si spera che andrà meglio in Dubai, dove il gruppo italiano ha da poco ha firmato un contratto del valore di 435 milioni di dollari con Meydan Group Llc per realizzare il Meydan One Mall, opera destinata a rappresentare uno dei punti di forza dell'offerta turistica degli Emirati arabi uniti in vista di Expo 2020 e la cui aggiudicazione sembra poter contribuire a far tornare il sorriso agli analisti, se Banca Akros ha già ribadito il proprio "accumulate" con un prezzo obiettivo di 3,6 euro parlando di "notizia positiva" che conferma come il Medio Oriente sia tornato ad essere "una fonte di crescita per la società".
Giudizio positivo anche da parte di Websim ("molto interessante", con prezzo obiettivo di 4,4 euro per azione), mentre resta più prudente Equita Sim, che dopo la presentazione dei dati 2016 e della guidance 2017 si è limitata ad alzare da 3,4 a 3,5 euro il prezzo obiettivo, avendo spostato la valutazione sulle stime 2018 (peraltro limate dell'11% in termini di utile netto) da quelle del 2017.
Cautela anche da parte di Kepler Cheuvreux, che ha confermato in questi giorni il proprio "hold" migliorando da 3,1 a 3,2 il prezzo obiettivo del titolo dopo aver aggiornato le stime e per adeguarlo all'andamento dei prezzi di borsa, oltre che di Natixis, che ha confermato un "neutral" sul titolo alzando però da 3 a 3,4 euro il prezzo obiettivo. Così nel complesso anche quest'anno il titolo sembra destinato a rimanere all'interno dell'ampia banda d'oscillazione di 2,45-3,75 euro per azione, in attesa che si concretizzi la ripresa di ordini e fatturato negli Usa e, magari, qualche ulteriore sorpresa positiva in Africa, Medio Oriente e Australia.