Economia
Borsa, tre offerte per Piazza Affari. Gli svizzeri di Six mettono più soldi

Ma è possibile che sia preferito un operatore all'interno dell'Unione europea
Tre offerte sul tavolo. Quella di Six, la Borsa di Zurigo è la più alta. E' partita la procedura per la vendita di Borsa Italiana da parte del London Stock Exchange Group, step necessario per i britannici per poter ottenere il via libera delle autorità antitrust europee sull'acquisto, per 27 miliardi di dollari, di Refinitiv, il ramo d’azienda che si occupava di finanza e risk business all’interno di Thomson Reuters e che porta con sè la piattaforma Tradeweb che opera nel lucroso settore dei dati finanziari. Il disco verde di Bruxelles è atteso per il 16 dicembre e la vendita dovrebbe essere finalizzata entro fine anno.
Stamane il Lse ha ricevuto le tre offerte non vincolanti, ovvero quelle di Euronext con Cdp Equity e Intesa-Sanpaolo, Deutsche Boerse e Six che invece non hanno imbarcato partner finanziari.
Sebbene i termini finanziari delle tre offerte non siano stati resi noti ufficialmente, secondo quanto appreso da Radiocor da fonti vicine al dossier, le proposte valuterebbero Borsa Italiana in un range tra 3,5 e 4 miliardi di euro (il valore del listino tricolore è stimato da 3,3 a 3,8 miliardi di euro) e quella della piazza finanziaria elevetica sarebbe la più alta.
Oltre ad aver messo sul piatto più soldi, gli altri punti di forza dell'offerta di Six sono in particolare l'ampia autonomia che sarebbe lasciata a Borsa Italiana, sul modello di quanto fatto con la Borda di Madrid, e un livello importante di investimenti previsti, anche a livello tecnologico. Venerdì anche Deutsche Boerse, che controlla la Borsa di Francoforte, aveva confermato di aver presentato un'offerta, con l'obiettivo di offrire un contributo per la crescita futura e lo sviluppo di "una Borsa Italiana autonoma, che potrà così rafforzare il suo ruolo cruciale a sostegno del sistema economico italiano e per i mercati dei capitali europei".
Su Euronext che, sotto il suo ombrello, unisce la Borsa di Parigi e quelle di Dublino, Oslo, Lisbona, Amsterdam e Bruxelles, sembrano concentrarsi gli interessi del governo italiano, che sta spingendo nell’operazione la Cassa depositi e prestiti (Cdp) a cui sta per unirsi anche Intesa Sanpaolo in un progetto che dovrebbe impegnare rispettivamente investimenti per 960 milioni e 240 milioni di euro. In cambio Cdp e Intesa otterrebbero due quote dell’8% e del 2,22% che pareggerebbero, a operazione finita, i pacchetti oggi detenuti in Euronext dalla francese Caisse des Dèpoot et consignations e da Bnp Paribas.
Euronext però rimane infatti la più piccola tra i candidati acquirenti: capitalizza circa 7,15 miliardi di euro, un quarto di Deutsche Börse (un quinto della venditrice Lse) e il suo giro d’affari nel 2019, 679 milioni, è stato nettamente inferiore a quello degli svizzeri di Six, società non quotata, ma capace di superare ampiamente il miliardo di euro di fatturato.
Non è tuttavia detto che la scelta di Lse, che controlla Borsa Italiana dal 2007 (l'aveva rilevata per 1,6 miliardi di euro), ricada sulla proposta più alta: saranno infatti tenuti in considerazione vari fattori, in primis i dettagli complessivi dell'offerta. Inoltre, è possibile che sia preferito un operatore all'interno dell'Unione europea.
C'è poi da tenere in conto il fatto che Lse, prima di fare la propria scelta, probabilmente vorrà essere certa di non incontrare ostacoli da parte dei Governi coinvolti. Nei giorni scorsi era stato ipotizzato che proprio la politica potesse essere un ostacolo. In Italia, per esempio, il "golden power" limita gli investimenti stranieri in settori considerati chiave per l'infrastruttura nazionale, per esempio difesa e telecomunicazioni. Per quanto riguarda i prossimi passi da compiere, Lse dovrebbe valutare ora le offerte non vincolanti ricevute e scegliere come proseguire.
Secondo le fonti sentite da Radiocor, un'ipotesi è che a tutti e tre gli offerenti sia chiesto di procedere con un'offerta vincolante, entro una scadenza ancora da fissare (un orizzonte temporale considerato possibile sembra essere la meta' di ottobre). Ma sarebbe anche possibile che Lse scelga di ridurre il campo, facendo procedere solo uno o due degli offerenti. Una scelta in questo senso potrebbe arrivare entro questa settimana, ma non ci sono ancora conferme.