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Economia
Borse in ribasso per i timori sulla Grecia. Fmi: "Ok alla rata unica"

Il Fondo Monetario Internazionale ha acconsentito alla richiesta del governo greco di accorpare i quattro pagamenti dovuti a giugno in uno solo, che ora ha scadenza 30 giugno. Lo riferisce l'istituto di Washington in una nota. "In base a una decisione adottata dal comitato esecutivo alla fine degli anni '70, i paesi membri possono chiedere di accorpare pagamenti multipli che cadano nello stesso mese, a esclusione degli interessi", spiega il Fmi. L'obiettivo per cui fu presala decisione, spiega ancora Washington, e' "risolvere le difficolta' amministrative legate alla necessita' di procedere a pagamenti multipli in un breve periodo".

PIAZZA AFFARI IN CALO - Chiusura di seduta in calo per la Borsa, indebolita dai timori per le sorti del negoziato con la Grecia, che dovrebbe vivere domani la giornata decisiva con un nuovo round di colloqui. L'indice Ftse Mib segna un -1,15% a 23.336 punti, All Share sul -1,05%. Pesanti i titoli dell'energia, giu' anche banche e lusso. Per Piazza Affari una giornata tutta in negativo, segnata appunto dalla vicenda greca, alla vigilia della scadenza della rata del prestito del Fondo monetario. Alcune fonti avrebbero indicato che la scadenza sara' onorata, ma l'attenzione e' alta sul nuovo incontro del premier Tsipras con i creditori. Dagli Usa intanto giungono dati macro contrastanti, con un calo della produttivita' nel primo trimestre (rivisto ulteriormente al ribasso) mentre i sussidi settimanali di disoccupazione sono in miglioramento.

Saipem conclude la seduta con un ribasso del 13,58%, a seguito di voci su ipotesi di aumento di capitale. La societa' ha risposto con un comunicato in cui si afferma che tra le altre opzioni di rifinanziamento a supporto della strategia industriale si valuta anche il ricorso al mercato, ma per ora non c'e' nulla sul tavolo del cda. Nel settore energia, Eni cede l'1,96%, Enel il 2,42%. Tenaris perde il 3,73%. Tra le banche giu' Banco Popolare (-1,43%), Bper -1,13%, sale invece Monte Paschi (+0,88%). Nell'industria bene Pirelli (+0,52%) che si conferma su livelli superiori a quelli dell'Opa, anche su voci secondo cui alcuni azionisti potrebbero chiedere una revisione del prezzo dell'offerta. Sale Piaggio (+5,10%) sui buoni dati di immatricolazione delle due ruote a maggio. Telecom guadagna lo 0,94%, deboli i titoli del lusso, con Ferragamo -1,41% e Cucinelli -2,03%.

GIU' TUTTE LE BORSE EUROPEE - Le borse europee chiudono negative in linea con Wall Street. Sui listini pesano le incertezze sul negoziato tra la Grecia e i creditori, non ancora giunto a una svolta tale da consentire di escludere un default di Atene. A influenzare negativamente il clima e' anche l'ondata di vendite sui bond sovrani dell'Eurozona innescata ieri dalla revisione al rialzo delle stime sull'inflazione nell'area. Il Dax di Francoforte cede lo 0,69% a 11.340 punti, l'Ftse 100 di Londra scende dell'1,31% a 6.859 punti, il Cac 40 di Parigi perde lo 0,93% a 4.987,13 punti, l'Ibex di Madrid scende dello 0,99% a 11.153 punti. Giu' dell'1,32% Atene.

10,9 mld da Efsf se Atene accetta accordo - Se il governo greco accettera' la proposta di accordo elaborata dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, il fondo salva Stati Efsf sblocchera' 10,9 miliardi di euro a favore di Atene. Lo riferiscono fonti vicine alla trattative. In questo modo la Grecia avrebbe la liquidita' per sostenere le scadenze finanziarie di luglio e agosto, mesi nei quali il paese dovra' rimborsare alla Bce quasi 7 miliardi di euro.

Tsipras in parlamento affronta l'ira di Syriza - Non sara' un'audizione facile quella del primo ministro greco Alexis Tsipras, che domani esporra' ai parlamentari la proposta negoziale avanzata dai creditori di Atene (Commissione Ue, Bce e Fmi), definita "omicida" da Alexis Mitropoulos, tra i dirigenti 'anziani' di Syriza, il partito del premier. L'audizione, fanno sapere fonti dell'esecutivo ellenico, si terra' domani alle 15 ora italiana e non dovrebbe essere seguita, come avevano suggerito alcuni rumor, da un voto di fiducia. I dettagli della proposta dell'ex troika non sono noti e non sono stati comunicati ufficialmente. Le indiscrezioni rilasciate ieri sera dai media - che hanno parlato di tagli alle pensioni, aumenti delle tasse e privatizzazioni - sono state pero' sufficienti a scatenare l'ira di Syriza, che vedrebbe cosi' Tsipras arretrare su quei punti che egli stesso aveva definito "linee rosse", in particolare le pensioni. L'alzata di scudi e' generalizzata e non riguarda solo l'ala dura del partito. Persino il ministro del Lavoro Panos Skourletis, considerato un moderato, si e' arrischiato a promettere ai greci che "non verra' siglato alcun accordo che aumenti il peso su di loro". E se stamane Avgi, il quotidiano di Syriza, titolava "Altra austerita'? No grazie!", il meno intransigente 'Ta Nea', il quotidiano piu' venduto del paese, dalla linea di centro-sinistra, se ne usciva con un "Chiesto il bilancio delle vittime per un accordo". Se Tsipras vede il sospirato accordo con i creditori "in vista", buona parte del suo partito sembra quindi di tutt'altro avviso. "Juncker ha proseguito il lavoro sporco e buttato gu' il piano piu' volgare, omicida e duro quando tutti speravano in una chiusura dell'intesa", ha dichiarato Mitropoulos a Mega Tv, "e cio' in un momento nel quale ci stavamo finalmente muovendo verso l'accordo che noi tutti vogliamo perche' escludiamo una frattura che ci porterebbe alla tragedia". "Se le notizie saranno confermate, ovviamente non potremmo accettare", asserisce invece il vice ministro del Commercio, Theodoris Dritsas. Il vice ministro del Lavoro, Dimitris Stratoulis, ha da parte sua affermato in Parlamento che Atene respingera' una proposta "disgraziata e vergognosa" che vuole "sottomettere e schiacciare ogni resistenza del governo di sinistra". Addirittura il partito di centro-destra Nea Demokratia, al governo dal giugno 2012 al gennaio 2015 e sconfitto da Tsipras alle elezioni, ha rialzato la testa rivendicando una maggiore abilita' negoziale. "I creditori si sono presi tutto quello che hanno voluto in questi anni, e che noi stavamo cercando di scongiurare, e lo hanno messo in una proposta sola", ha dichiarato Adonis Georgiadis, il portavoce di Nea Demokratia in parlamento, "Napoleone a Waterloo se la cavo' meglio". Tra le poche voci a favore di Tsipras si e' levata quello del vicepresidente del Parlamento Europeo, Dimitris Papadimoulis, anch'egli membro di Syriza, il quale ha scritto su Twitter che "una soluzione richiede realismo e concessioni vicendevoli, senza ultimatum". Si scoprira' domani quanti membri del suo partito saranno dello stesso avviso. Che il premier possa tentare una manovra di forza come le elezioni anticipate e' stato pero' escluso dal ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis. Almeno per il momento.

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