Economia
Cipriani, i piatti è meglio servirli che cucinarli: boom di utili per i locali, ma la divisione food perde 2,2 milioni
Nel 2024 la storica sede veneziana e i locali Cipriani registrano 1,3 milioni di utile grazie al turismo, mentre la divisione Cipriani Industria vede ricavi in calo e una perdita di 2,2 milioni, complice la gestione turbolenta e i tagli ai vertici

Cipriani, l’Harry’s Bar brinda agli utili, la linea di pasta e Bellini chiude con un buco di 2,2 milioni
I piatti è meglio servirli che limitarsi a cucinarli. Deve pensarla così Arrigo Cipriani, il noto patron dell’Harry’s Bar di Venezia, quando poche settimane fa ha guidato come presidente l’assemblea dei soci della Cipriani srl e della Cipriani Industria srl (entrambe controllate dalla lussemburghese Cipriani Ita Holding di Arrigo e del figlio Giuseppe) per approvarne i bilanci del 2024.
La prima Cipriani è titolare, appunto, dello storico Harry’s Bar a Venezia e dell’omonimo locale sulla vicina isola della Giudecca (“Harry's Dolci”), della Immobiliare Torcello, della Alta Gamma, della CipDati e della BB Servizi. La seconda Cipriani è quella che produce la pasta all’uovo e commercializza online prodotti alimentari e non a marchio “Cipriani”, tra i quali anche il celebre cocktail “Bellini”.
La prima società ha chiuso il 2024 con utile di 1,3 milioni di euro, di poco inferiore agli 1,9 milioni del precedente esercizio, a fronte di ricavi totali pari a 11,4 milioni, in calo sì dagli 11,9 milioni del 2023 che però includevano 1,5 milioni di poste straordinarie derivanti dalla adesione alla Rottamazione Quater. Ciò significa, di fatto, che lo scorso anno i ricavi caratteristici sono aumentati di un milione anche grazie all’accresciuto flusso turistico a Venezia portato dalla Biennale Arte e, inoltre, l’ebitda è progredito anno su anno da 1,5 milioni ad oltre 2,.3 milioni grazie soprattutto alla riduzione dei costi del personale.
Il bilancio del 2024 della Cipriani Industria, invece, s’è chiuso con una perdita significativa di oltre 2,2 milioni rispetto al mini passivo di 27 mila euro del precedente esercizio, a fronte di ricavi calati anno su anno da 6,7 milioni a 5,8 milioni. Lo scorso anno la società ha di fatto licenziato dalla carica di a.d. Maro Avogaro, nipote di Arrigo e il consiglio oggi vede presenti oltre al patron, Giuseppe e i figli Ignazio e Maggio avuti da Eleonora Gardini.