Confindustria, Bonomi: "Recovery, basta con i soldi a pioggia. Serve visione" - Affaritaliani.it

Economia

Confindustria, Bonomi: "Recovery, basta con i soldi a pioggia. Serve visione"

Il presidente di Confindustria a Conte: "Sul Recovery Fund vietato fallire. Serve riforma ammortizzatori sociali, smontare parte del Reddito di cittadinanza"

CLICCA QUI PER LEGGERE IL DISCORSO INTEGRALE DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CARLO BONOMI

"Il governo ora dovrà stabilire priorità per usare, in pochi anni, oltre 200 miliardi che ci vengono dall'Europa; si trova di fronte proprio a una scelta di visione, prima che di misure concrete. Una visione di fondo che deve scrutare in profondità i mali italiani, ma guardare lontano. Perchè neanche 200 miliardi possono risolverli dandone una goccia a tutti".

Ha aperto così la sua prima assemblea di Confindustria da presidente il leader degli industriali, Carlo Bonomi, rivolgendosi in particolare al premier Giuseppe Conte seduto in platea ad ascoltare. "Presidente, lei ha detto: 'Se sbaglio sull'utilizzo del Recovery Fund, mandatemi a casa. No, signor presidente. Se si fallisce, nei pochi mesi che ormai che ci separano dalla definizione delle misure da presentare in Europa, non va a casa solo lei. Andiamo a casa tutti. Il danno per il Paese sarebbe immenso", ha attaccato Bonomi. Che poi ha attaccato la logica dei soldi a pioggia.

L'OMAGGIO AD ALEX ZANARDI, "MODELLO DI CAPARBIETA' UMANA"/  "Fatemi evocare un campione che è un modello di caparbia capacità umana che affronta senza scoramento e vince sfide impossibili e che oggi sta combattendo una battaglia che spero vinca ancora una volta: Alex Zanardi". Bonomi, dal palco dell'assemblea degli imprenditori, ha voluto omaggiare il campione dello sport paralimpico ricordando una sua risposta a chi gli chiedeva ragione della sua forza: "La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi ma se lo vuoi far diventare dolce devi aver voglia di girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente". "Ecco all'Italia serve un po di quello spirito di Alex. Dobbiamo girarlo con forza quel cucchiaino, tutti insieme", ha concluso. 

"Aderire allo spirito Ue significa una visione diversa dai sussidi per sostenere i settori in difficoltà. Nel lockdown il Governo ha assunto misure di sostegno alla liquidità delle imprese e di rifinanziamento al fondo Mio, ma i sussidi non sono per sempre, nè vogliamo diventare un Sussidistan". 

Sulla visione per meglio sfruttare l'arrivo dei 209 miliardi del Recovery Fund destinati all'Italia, Bonomi ha chiesto al Governo "un nuovo grande patto per l'Italia". "La ripresina italiana 2015-2017 e' stata trainata dalle imprese industriali e manifatturiere e dal loro export" evidenzia sottolineando di "essersi chiesto innumerevoli volte come potesse giustificarsi, la scelta di accantonare Industria 4.0. Eppure, il suo accantonamento non ha prodotto alcun vero dibattito nel Paese. E il motivo vero viene persino prima di quanto questo o quel partito considerasse importanti le imprese. Il motivo e' molto piu' profondo nella societa' italiana, e' culturale. Da troppi anni in Italia manca una visione. Una visione di fondo capace di unire cio' che il nostro Paese sa fare con l'impatto della modernita', l'evoluzione formidabile delle tecnologie, gli effetti che tutto cio' puo' produrre in una societa' italiana che, in 25 anni, ha perso reddito e ha aumentato il tasso di diseguaglianza".

Il presidente di Confindustria ha indicato esempi di cosa significhi "avere una visione". "Una visione in cui lo Stato e' chiamato a svolgere un ruolo importante, un ruolo da regolatore per incentivare lo sviluppo dei mercati piu' estesi basati su maggior offerta e concorrenza, non su statalizzazioni esplicite o velate". E, soprattutto, "una visione che metta al centro di tutto i giovani e le donne, vere vittime della crisi italiana". Per i giovani "avere una visione che guarda al futuro significa non piu' occuparsi dei banchi, con o senza rotelle, o solo di nuovi centomila dipendenti da immettere in ruolo, ma pensare a una riforma seria dei profili formativi della scuola secondaria superiore e dell'universita'. E significa, all'esaurirsi di Quota 100 tra un anno, non immaginare nuovi schemi previdenziali basati su meri ritocchi, come leggiamo quando si parla di Quota 101. Cioe' nuovi regimi che continuerebbero a gravare sulle spalle dei piu' giovani". Per le donne "altra vera sfida e' la reale parità retributiva".

"Operazione verità sui conti pubblici, la rinuncia al Mes "danno certo". Aderire allo spirito Ue obbliga ad un'operazione verita' sui conti pubblici", ha affermato Bonomi in tema di Recovery Fund. "Nell'entusiasmo per i 208 miliardi dall'Europa, e che si aggiungono al Sure e alle nuove linee di credito Bei, tende a svanire l'attenzione sul danno certo per il Paese se il Governo rinuncia al Mes sanitario privo di condizionalita'" sottolinea Bonomi. Che ha aggiunto: "Non si scorge ancora una prospettiva solida di interventi che diano sostenibilita' al maxi debito pubblico italiano, il giorno in cui la Bce dovesse terminare i suoi interventi straordinari sui mercati grazie ai quali oggi molti si illudono che il debito non sia piu' un problema. Come ci ha ricordato Mario Draghi, nella crisi la differenza non e' tra piu' o meno debito, ma tra quello buono e non buono. L'unico debito buono e' quello a fini produttivi".

"Fuori luogo pensare recupero Pil in 2 anni senza spinta investimenti". "Sono i dati il punto da cui partire per capire che cosa fare. Nei primi due trimestri il crollo del Pil e' stato del -17,6% e la stima di perdita a fine 2020 resta in una forbice tra -9% e -11%". Bonomi ha analizzato i dati della crisi e ha snocciolato i numeri di produzione, ordini e occupazione: "Sulla base di questi dati - ha rilevato - l'ottimismo di un recupero entro 2 anni del livello pre-Covid sembrerebbe in larga misura fuori luogo a meno di un forte impulso agli investimenti". 

"Riformare ammortizzatori e smontare parte del Reddito di Cittadinanza". Serve "una profonda" riforma degli ammortizzatori sociali, tema sul quale "abbiamo inviato a meta' luglio a governo e sindacati una proposta dettagliata, cui finora non abbiamo visto seguito", ha spiegato Bonomi in un passaggio del suo discorso. "Essa si ispira al varo di vere politiche attive del lavoro, smontando la parte di Reddito di cittadinanza non destinata al contrasto alla poverta' ma destinata in teoria alle politiche del lavoro che pero', di fatto, per constatazione ormai unanime non funziona".

"L'potesi di taglio del cuneo non allevia imprese". "Non conosciamo il dettaglio degli interventi a cui il Governo sta lavorando. Abbiamo letto di misure allo studio che riguardano l'Irpef, un taglio delle detrazioni, e un intervento sul cuneo fiscale che pero' non allevierebbe la quota a carico delle imprese. Un ulteriore intervento dovrebbe essere il passaggio per quasi 5 milioni di autonomi alla tassazione mensile per cassa, presentato come una 'grande semplificazione'. Avere una visione significa prendere in parola tale annunciata capacita' dell'amministrazione finanziaria e tradurla in una potente leva per molti anni a venire", ha affermato sul tema fisco il presidente degli industriali. 

"Dipendenti come i lavoratori autonomi, paghino da soli l'Irpef". "Perche' passare alla tassazione diretta mensile solo per i 5 milioni di autonomi? Facciamo lo stesso per tutti i lavoratori dipendenti, sollevando le imprese dall'onere ingrato di continuare a svolgere la funzione di sostituti d'imposta addetti alla raccolta del gettito erariale e di essere esposti alle connesse responsabilita. Sarebbe una bella prova che lo Stato metta tutti sullo stesso piano - dice Bonomi facendo riferimento agli evasori di autonomi e dipendenti - senza piu' alimentare pregiudizi divisivi a seconda della diversa percenzione del reddito".

"Sindacati, mai pensato al blocco dei contratti". Confindustria "sta subendo una serie di accuse sindacali, e non solo, sulla nostra presunta contrarieta'" al rinnovo dei contratti, ma "nessuno di noi ha mai pensato ne' parlato di blocco, il problema sono le regole da rispettare", ha spiegato poi Bonomi augurandosi che "il fraintendimento si superi presto, con dialogo, rispetto e ragionevolezza. Confindustria vuole contratti che siano compresi nello stesso spirito della svolta che vogliamo costruire insime, nel Patto per l'Italia". Quelle regole, sottolinea Bonomi, "fissano principi chiari sulla rappresentanza, per combattere la diffusione dei contratti pirata. E su come si calcolano le retribuzioni". Il trattamento economico minimo, ribadisce, "si stabilisce bilateralmente nei contratti e non imponendo un salario minimo per legge enormemente superiore alla media retributiva come vorrebbero alcuni parti politiche, violando l'autonomia delle parti sociali". E il trattamento economico complessivo, prosegue, per "dare spazio alla retribuzione di produttivita', welfare aziendale, formazione e assegno di ricollocazione".

"Non c'e' futuro senza energie di giovani e donne. Ancora gap nella retribuzione delle donne, noi uomini dobbiamo cambiare testa. Manca una visione". "Non vi e' futuro per le nostre societa' senza le energie e le intelligenze di giovani e donne". E' un tema a cui il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha voluto in particolare dare spazio. Lo ha sottolineato anche un cortometraggio del regista Luca Lucini, "Il coraggio del futuro", proiettato in sala all'apertura dell'assemblea. Bonomi ha spiegato anche che per le le donne "altra vera sfida la reale parita' retributiva", e cita di dati del gap ancora da colmare. Anche perche'', "troppo poche sono quadri e dirigenti": Quindi ha sottolineato: "Va detto. Siamo noi uomini nelle aziende private che dobbiamo cambiare testa".

"No a salario minimo, si viola l'autonomia delle parti sociali". "Il trattamento economico minimo lo si stabilisce bilateralmente nei contratti e non imponendo un salario minimo per legge enormemente superiore alla media retributiva come vorrebbero alcuni parti politiche, violando l'autonomia delle parti sociali", ha spiegato ancora Bonomi, aggiungendo che serve "dare spazio alla retribuzione di produttivita', welfare aziendale, formazione e assegno di ricollocazione. Queste sono le regole. Dove vengono rispettate, i contratti, dopo il legittimo e giusto confronto tra le parti, si rinnovano senza problemi, come nel settore della gomma-plastica e del vetro. Noi non discutiamo la liberta' delle imprese di sottoscrivere i contratti che vogliono. Come sta avvenendo nell'alimentare. Ma non possiamo immaginare che accordi stipulati in violazione alle regole sottoscritte due anni fa possano ricadere a cascata su tutti i nuovi CCNL. Essi metterebbero in enorme difficolta' tantissime imprese a minori margini, soprattutto le piccole. Oppure, in alternativa, si darebbe il via libera a un aumento di contratti che svuoterebbe dall'interno il senso stesso delle nostre associazioni, e sarebbe l'opposto della dichiarata volonta' di ridurre e semplificare le centinaia di contratti oggi vigenti. Mi auguro che il fraintendimento si possa superare presto, attraverso dialogo, rispetto e ragionevolezza. Non con accuse infondate. Il blocco dei contratti non lo vuole nessuno", ha ribadito.

"La presidenza italiana del G20 nel 2021 è un'occasione straordinaria". L'Italia puo' giocare un ruolo nelle sfide internazionali e "influire piu' di quel che si crede anche a livello mondiale". Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi nella sua relazione all'assemblea 2020 sottolinea come "la presidenza italiana del G20 nel 2021 e' un'occasione straordinaria, e cade in tempi ancora piu' straordinari" e rivolgendosi al premier Conte sottolinea la "credibilita' acquisita dall'Italia".

"Le misure proattive delle banche centrali e quelle di stabilizzazione dei mercati finanziari dopo il 2008 conobbero una prima cornice di coordinamento proprio grazie alla decisione del G20 di affidarne il compito istruttorio al Financial Stability Board. Oggi ne serve una riedizione su proposta dell'Italia, per evitare asimmetrie tra l'operato delle maggiori banche centrali e per scongiurare che i mercati obbligazionari siano sempre piu' penalizzati dalla persistenza dei tassi negativi.E nella grande sfida del G20 Confindustria sara' impegnata in prima fila, con Emma Marcegaglia a presiedere il B20, che coordina l'apporto delle associazioni produttive di tutti i Paesi membri, e con una squadra di eccellenti imprenditori italiani indicati alla guida delle 7 task force in cui si articolera' il lavoro e l'apporto complessivo delle imprese su tutti i temi dell'agenda mondiale".