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Economia
Coronavirus, Bonometti (Confindustria): “Ripartenza italiana dalla Lombardia”

Coronavirus, Innovation days: la ripartenza in Lombardia.

Il Paese riparte se riparte anche la Lombardia”, è quanto affermato a più riprese nel corso della terza tappa dedicata alla Regione Lombardia di Innovation days, il roadshow del Sole 24 Ore che racconta la ripresa dell’Italia attraverso i distretti industriali nazionali.

Come italiani, abbiamo alcune virtù: flessibilità, creatività, adattamento e capacità imprenditoriale. L’Italia che riparte è una concretezza: si sta delineando il tentativo di rialzare la testa e alcuni dati sono positivi. Nelle esportazioni crescono l’industria farmaceutica e l’alimentare (+8%). Le startup a giugno erano 66, il 10% in più dello stesso mese del 2019. L’Italia che riparte si è rimessa in moto. La Lombardia, tradizionalmente, è motore di sviluppo dell’intero Paese. Dal 2016 al 2019, l’Italia è cresciuta del 4,9%, la Lombardia del 7,4% e Milano del 10%. L’Italia che riparte non può che ripartire dalla Lombardia e da Milano”, ha introdotto Fabio Tamburini, Direttore Sole 24 Ore.

I sondaggi parlano chiaro: per le aziende lombarde, a chiusura del 2020 sono previsti ricavi a -30% per il 21% dei risponditori, a -20/30% per il 38% e a -10/20% per l’8% di questi. Il 33% degli interrogati stima ricavi stabili o in aumento. In più, l'Istat segnala una crescita del 42,1% della produzione industriale nel mese di maggio che ci riporta in linea con Francia e Germania. Ma liquidità per gestire i pagamenti (31%), mercato interno (25%), export (22%) e continuità aziendale (22%) rimangono i problemi di fronte ai quali le aziende si inginocchiano.

Coronavirus, Innovation days: la ripartenza in Lombardia secondo Marco Bonometti, Presidente Confindustria Lombardia

Marco Bonometti, Presidente Confindustria Lombardia, ha dichiarato: “La nostra industria ha una vocazione manifatturiera incline all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo che conferma la volontà di ripartire degli industriali lombardi, pronti ad affrontare una sfida difficile ma non impossibile. Il crollo della produzione nei primi mesi dell’anno, degli ordini del mercato interno e dell’export, la mancanza di liquidità, il blocco di investimenti, la ripercussione sulle filiere e catene di approvvigionamento hanno creato non pochi problemi: i costi per le imprese sono aumentati in relazione alla sicurezza e l’occupazione non ha ancora avuto grossi shock per il blocco dei licenziamenti. Il problema si verificherà quando terminerà il blocco e avremo un contraccolpo verso l’autunno. Gli indicatori continuano a evidenziare un segno negativo rispetto al periodo pre-COVID.

Chiediamo al Governo di creare le condizioni perché le imprese possano ritrovare la competitività, per conquistare nuovi mercati. La competitività porta al lavoro e all’occupazione, ecco perché abbiamo chiesto semplificazione, riforme strutturali, partenza delle infrastrutture e degli investimenti, detassazione, riduzione del cuneo fiscale e valorizzazione dei prodotti italiani. L’industria 4.0 deve essere concentrata sulla formazione e vogliamo rivedere i contratti di lavoro che devono essere improntati su produttività e flessibilità. Va cancellato il Decreto Dignità, vanno reinseriti i contratti a termine per tenere alta l’occupazione.

I nostri associati non hanno più fiducia nel Paese ma non hanno perso tutta la speranza. Le previsioni dicono che fino alla seconda metà del 2021 non recupereremo il gap. L’industria da sola non può farcela. Serve uno sforzo comune con tutti gli attori affinché si trovino soluzioni condivise per la ripartenza del sistema produttivo. Impresa, lavoro e collaboratori sono centrali. Se non parte la Lombardia, non riparte l’Italia. Al governo regionale abbiamo chiesto credito e un progetto di sanità regionale (allargabile) per intercettare le risorse del MES.

L’automotive, infine, è un settore predominante: costituisce il 7% del PIL. Dobbiamo intervenire, dobbiamo trovare soluzioni sostenibili che valorizzino i nostri prodotti e quello che sappiamo fare”, ha concluso Bonometti.

Coronavirus, Innovation days: Attilio Fontana sulla ripartenza in Lombardia 

Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, ha aggiunto: “I dati dimostrano come in Lombardia ci sia volontà di affrontare ogni difficoltà, di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di risolvere problemi apparentemente irrisolvibili. Confido nei lombardi, negli imprenditori e nei lavoratori per dare una svolta.

Va chiarito che il MES non apporta nuove risorse ma un nuovo modo per usare le risorse. I 19 mld in questione arriveranno per un valore di 13 mln dallo Stato e di 6 mln dall’Europa. Non ci sarà, quindi, ai fini quantitativi, una maggiore disponibilità per la nostra regione. Sarà un modo diverso di restituzione con minor quantità di interessi. Attraverso la Regione Lombardia deve passare il rilancio del Paese. Se non riparte la Lombardia, non riparte l’Italia.

Ricerca e innovazione sono due architravi della nostra economia da cui prenderà il via il rilancio. Oggi la Lombardia ha 13 università, 37 centri di ricerca e il 25% delle startup innovative. Bisogna continuare a creare capitale umano per sfruttare le opportunità e agire insieme al privato per mettere a disposizione risorse.

La Lombardia ha sposato il metodo della concertazione per risolvere i problemi: disponiamo di un tavolo dello sviluppo sul quale siedono tutti gli stakeholder coinvolti per condividere insieme le scelte. In questo periodo stiamo ascoltando tutti per concentrarci sulle misure più opportune.

Sugli investimenti legati alla parte corrente, contrariamente allo stato, le regioni non possono indebitarsi. Stiamo lavorando per fare in modo che la nostra finanziaria possa contribuire a dare lo spazio al credito di cui gli imprenditori hanno bisogno. Presto potremo presentare un pacchetto di proposte che sottoporremo al mondo economico della Lombardia.

Stiamo lavorando sulla semplificazione con norme concordate con i rappresentanti delle singole categorie e su un progetto di legge che vuole dare fiducia ai cittadini e scaricare a noi l’onere di controllare che le affermazioni fatte dai cittadini siano vere. Al cittadino sarà richiesta un’autocertificazione sulla base delle domande che noi porremo. Se riusciremo ad intervenire in questa direzione, riusciremo a sgravare di tanti oneri i nostri cittadini.

Per quanto riguarda gli investimenti in conto capitale, abbiamo messo a disposizione 3,5 mld che dovranno essere destinati agli investimenti in opere pubbliche. Abbiamo già distribuito ai comuni 400 mln con un unico vincolo: le risorse dovranno essere destinate a opere pubbliche cantierizzate entro la fine di ottobre. È un modo per mettere a disposizione dell’economia lombarda importanti risorse attraverso le quali poter far ripartire l’economia. Così daremo fiato alla nostra economia. Avanti con determinazione e convinzione.

Non temiamo una seconda ondata di contagi: siamo più preparati, sappiamo come si combatte il virus, abbiamo cure che danno buoni risultati e una forma di monitoraggio in essere sul territorio. Siamo pronti ad individuare i nuovi focolai e a isolare le persone. Siamo nelle condizioni di avere maggiore capacità di intervento immediato e riorganizzeremo la medicina territoriale”, ha chiuso Fontana.

La Lombardia, quindi, riparte dalla voglia di fare impresa, un motore che si riaccende tra soluzioni anti-Covid, didattica online, nuove risorse sul territorio e start-up innovative.

Coronavirus, Innovation days: i dati sulla ripartenza in Lombardia analizzati da Alessandro Spada, Presidente Assolombarda

Alessandro Spada, Presidente Assolombarda, ha considerato: “Siamo usciti da un periodo difficile: il COVID è stato un grosso tsunami che si è abbattuto sulla Lombardia. I dati testimoniano crolli di produzione tra marzo e aprile al 45%, a maggio del 30%.

Altri indicatori fanno riflettere su quanto i mercati si siano fermati: il traffico veicoli pesanti ha registrato un -15%, la mobilità nelle tangenziali un -32%. Le ore di cassa integrazione tra marzo e aprile erano 295 mln, il 95% di tutte le ore di cassa integrazione avute nel 2010, l’anno più pesantemente colpito dopo la crisi finanziaria. I numeri lombardi sono forti ma dobbiamo guardare alle nostre capacità e numeri. In Lombardia, a fronte di una popolazione che è il  17% del Paese, ha numeri diversi per la concentrazione di PIL che arriva al 22%, il 21% di spesa per ricerca e sviluppo, il 27% nella ricerca scientifica di alta qualità, il 32% dei brevetti e il 22% della startup. Da questo territorio si ritroverà la forza per ripartire. Tante realtà hanno messo in campo sforzi straordinari. Anche noi come associazione abbiamo creato una task force, il “Control Center” per affiancare le aziende che volevano riconvertirsi e non solo. I segni di reazione ci sono. Nonostante le problematiche legate al COVID e al calo della domanda, la forza di riprendere con determinazione la guida dei mercati c’è.

Il DL ha dato una boccata d’ossigeno iniziale alle imprese ma dobbiamo lavorare sugli strumenti futuri. Le banche devono avere canali di accesso di collaborazione con i confidi, con fintech. Dobbiamo guardare anche alle regole fiscali. Da alcuni studi vediamo che la pressione fiscale è altissima. Su 190 paesi ci posizioniamo al 128. Il decreto del cuneo fiscale va nella giusta direzione ma un taglio deve essere fatto anche per le imprese. Bisogna lavorare su un modello di tassazione che prende le imprese che decidono di mantenere gli utili all’interno delle aziende. La pandemia ci ha fatto scoprire un Unione Europea più vicina a noi rispetto al passato. L’Europa ha messo in campo strumenti validi. Il MES ha delle condizioni di interesse e una durata di 10 anni che consentirà investimenti importanti per la nostra sanità. Libererebbe tante risorse con la possibilità di investimenti in altri settori. Il Recovery Fund sarà diviso su de filoni: uno del fondo perduto per le emergenze e gli investimenti. Non bisogna perdere la possibilità di tornare ad investire nelle infrastrutture”, ha stabilito Spada.

Coronavirus, Innovation days: i motori della ripresa

Il mondo dei servizi gioca un ruolo fondamentale nella ripresa del tessuto economico lombardo: se ne è parlato con Ilaria Bertizzolo, Responsabile Coverage Imprese Large CDP, e Luciano Albanese, Responsabile Sales Energy, Utility & Transportation TIM.

Ilaria Bertizzolo, Responsabile Coverage Imprese Large CDP, ha riferito: “Di fronte all’emergenza, siamo dovuti ricorrere a strumenti fuori dagli schemi: abbiamo approvato due plafond da 3 mld ciascuno, uno per gli interventi diretti sul corporate e uno a supporto dei nostri partner ideali (le banche italiane). Abbiamo creato una serie di misure a garantire la liquidità e ci siamo mossi con linee fino a 18 mesi che potessero garantire ossigeno nella fase più critica. Abbiamo erogato linee disponibili alle società che andassero a certificare già nelle prime settimane del lockdown una riduzione del fatturato di almeno il 10%. Da marzo a oggi abbiamo già erogato 2 mld, più di 80 operazioni. Con la Lombardia abbiamo messo insieme 600 milioni di finanziamenti diretti con 20 operazioni divise tra mondo large e middle. Il nostro piano di lavoro, di qui alla fine dell’anno, ci segnala che i 3 mld in interventi diretti potrebbero avere necessità di una revisione al rialzo”.

Luciano Albanese, Responsabile Energy, Utility & Transportation TIM, ha riferito: “Durante la prima fase abbiamo registrato un incremento di traffico sulle reti fisse e, soprattutto, mobili. Significativo è stato l’investimento di Telecom per garantire qualità e affidabilità delle connessioni a tre settori: didattica, sanità e imprese. Maestri d’Italia, ad esempio, è un canale didattico attivo per studenti di ogni fascia anagrafica. Per la sanità lombarda, invece, abbiamo messo in campo strumenti e prodotti per garantire collegamenti a personale medico e paramedico e per cercare di venire incontro alle esigenze dei pazienti che avevano difficoltà a connettersi con i propri cari. Per le imprese, infine, abbiamo favorito lo smart working. La situazione attuale ha messo in luce che il nostro sistema è fragile e poco resiliente. Ci dobbiamo adattare a una nuova normalità, creare le condizioni per cui il mondo fisico e la presenza coesistano affianco al virtuale per renderci più competitivi e veloci e per cogliere i vantaggi della trasformazione digitale in termini di opportunità di rilancio. Il modello di smart city affermatosi con Milano dovrebbe essere esportato su tutto il territorio.

Non abbiamo mai smesso di investire nella rete fissa. La nostra grande attenzione è andata agli strumenti che abilitano la connettività. Un esempio è l’accordo industriale con Google. La rete 5G, poi, darà grandi opportunità per la gestione del territorio. Tim è impegnata ad aumentare la banda e a cercare di coprire zone del Paese che non hanno questa opportunità”, ha concluso Albanese.

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