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Economia
Cosmesi, boom del fatturato nel '21: le aziende del beauty tornano a sorridere

Cosmesi, le aziende italiane crescono in doppia cifra: boom del fatturato nel 2021

Con la fine della pandemia, la “bellezza” torna a risplendere. Le principali aziende della cosmetica in Italia, nel 2021, hanno generato un aumento dei propri fatturati. I buoni risultati provengono principalmente dalla riapertura delle profumerie, dal calo dei tamponi in farmacia e dalla voglia di tornare a fare shopping per bellezza e non per doveri di salute.

In Italia, il settore della cosmetica è ormai un mondo nel quale l’online e l’offline continuano a dialogare in modo proficuo e chi ha messo in atto questa strategia ne ha racconto i frutti nel 2021. La pandemia, infatti, ha accelerato la contaminazione tra i canali classici e le nuove forme e l’e-commerce è sempre più integrato nelle specializzazioni di canale tradizionali che accompagnano, con il rimbalzo dei touch point dall’online al punto vendita fisico e viceversa, la reciproca alimentazione degli atti d’acquisto.

Andando più nel dettaglio, scrive Pambianco, a guidare la classifica dei big della bellezza italiana per dimensioni sale Sodalis Group che, nel 2021, ha raggiunto quota 599 milioni di euro di fatturato in crescita di oltre il 2%. Sodalis è il gruppo italiano leader nei mercati Health, Beauty & Personal Care, una realtà altamente dinamica multi-brand e multi-canale con posizioni di forza in grande distribuzione, farmacia e profumeria.

Le divisioni aziendali più importanti sono quella “pharma”, con i brand BioNike, dermocosmesi numero uno in farmacia, ed Esi, tra le principali realtà italiane della nutraceutica; segue la divisione Beauty, con i marchi Deborah Milano e Biopoint riconosciuti rispettivamente nel settore “make up” e “hair care”; la divisione FMCG, con marchi leader nella cura persona mass market come Tesori d’Oriente, Lycia, Leocrema, Vidal e Fresh & Clean.

Seconda in classifica EuroItalia con un fatturato 2021 pari a 539 milioni di euro in aumento del 44% rispetto all’esercizio passato. “Nel corso del 2021 – racconta il general manager Davide SgariboldiEuroItalia non ha mai rallentato sulla filiera di produzione, sugli investimenti pubblicitari e sul punto vendita; questa politica ha consentito alla nostra azienda di sfruttare appieno l’enorme ripresa della domanda dei nostri prodotti altamente fidelizzati durante il secondo semestre”.

Sul terzo gradino del podio c’è Kiko che ha beneficiato non solo della riapertura dei propri store fisici, ma anche delle vendite generate attraverso il proprio e-commerce diretto in 26 Paesi, che nel 2021 ha portato la società a crescere del 29% a 472 milioni di euro, cifra che sta tornando ad avvicinarsi ai 583 milioni fatturati del 2019. Fondata nel 1997 da Antonio e Stefano Percassi, è oggi controllata dalla holding Odissea e partecipata dalla Private Equity Peninsula, che detiene una quota del 38%.

I prodotti Kiko sono venduti oggi in 46 Paesi, attraverso una rete di oltre 950 monomarca. Inoltre dallo scorso marzo Kiko ha affidato la guida del Gruppo a Simone Dominici, che ha preso il posto di amministratore delegato precedentemente ricoperto da Cristina Scocchia ora AD di Illy.

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