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Economia
Crisi energia, la Svezia: "Nord Stream sta perdendo ancora gas"
Claudio Descalzi

Nord Stream, secondo le autorità svedesi una perdita dal gasdotto non si è fermata ma anzi è cresciuta 

A distanza di mesi dall'inizio della guerra tra Russia e Ucraina, è ancora la questione energetica a tenere banco le cronache europee e non solo. Dopo l'ipotesi di sabotaggio del Nord Stream, il principale impianto che trasporta il gas dalla Russia al continente Ue, annunciata la scorsa settimana, lo stop delle perdite avvenute nel weekend e ribadite stamane dalla Danimarca, ora la guardia costiera svedese ha smentito la versione danese, dichiarando che una perdita dal gasdotto Nord Stream 2 non si è fermata ma è invece cresciuta di dimensioni.

Dopo un sorvolo sui punti di fuoriuscita effettuato stamattina la perdita dal Nord Stream 1 non era più visibile e quindi si poteva dire che si era fermata. Tuttavia, "quella più piccola proveniente da Nord Stream 2 è invece leggermente più grande di ieri" e misura circa 30 metri di diametro, ha dichiarato la guardia costiera, come riporta Cnn. L'annuncio della guardia costiera è arrivato dopo che Gazprom ha dichiarato che tutte le perdite erano state fermate.

Gas bloccato a Tarvisio, Eni è pronta a mettere garanzie monetarie per sbloccare lo stop 

Nel frattempo, il problema dei flussi di gas proveniente dalla Russia e bloccati in Austria e Germania, che dovrebbero a loro volta arrivare in Italia, a Tarvisio (Friuli-Venezia Giulia), potrebbe presto essere risolto. Eni ha detto di essere pronta a mettere garanzie monetarie per sbloccare lo stop.

“Spero che entro questo settimana si possa risolvere”, ha affermato il Ceo di Eni, Claudio Descalzi, al termine della cerimonia degli Eni Award che si è svolta al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il blocco è “dovuto al fatto che Gazprom avrebbe dovuto dare una garanzia fisica in funzione del passaggio di questo gas al trasportatore austriaco che porta il gas dall'Austria all'Italia, cosa che prima non c'era e Gazprom non ha pagato", ha spiegato Descalzi, il quale ha assicurato: "noi stiamo vedendo come sia possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom. Si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro che passano e quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo monetario". Sui tempi Descalzi ha poi precisato che “il gas è già in Austria in questo momento il gas non è nelle mani di Gazprom, è rimasto in Austria e in Germania. Sto facendo fare una analisi di compliance ed entro questa settimana spero che questo problema possa essere risolto".

Spostando poi l'attenzione sullo stato delle cose in Italia, Descalzi  ha precisato che "l'Italia oggi ha gas e si capisce dal fatto che l'hub italiano ha un costo del gas a 140-150 euro per megawattora e il Ttf è a 180-200 euro; c'è una differenza dovuta al fatto che lo sforzo di aver portato più gas ha abbassato i prezzi e l'offerta adesso supera la domanda e anche gli stoccaggi sono pieni. Certo questi metri cubi in più che stiamo portando stanno anche andando verso mercati che hanno prezzi più attraenti e questo è un problema che dobbiamo risolvere".

Come? "Andiamo, come ha detto il ministro Cingolani, anche al 100% degli stoccaggi che deve essere preso e comprato, in modo tale che il nostro sforzo non diventi un bellissimo sforzo di solidarietà perchè avendo gli stoccaggi pieni e saturi meglio riusciamo a mantenere dei picchi e coprire un periodo più lungo". Sull'inverno "è difficile essere fiducioso, abbiamo fatto tutto il possibile per essere in una posizione positiva ma siamo in una interconnessione globale. Questo vuol dire che se i prezzi sono altissimi e il gas lo mettiamo in un hub ci sfugge. Sono tante le variabili ecco perchè un sistema energetico deve essere sempre in ridondanza, non solo nell'offerta ma anche nelle infrastrutture. La ridondanza deve essere in termini di geografie e rigassificatori".

Gas, il prezzo tocca i 170 euro e torna ai livelli di fine luglio 

Di riflesso il prezzo del gas ad Amsterdam, benchmark di riferimento, tocca 170 euro al megawattora con i Ttf in calo di oltre il 9% e si porta sui livelli di fine luglio. Poi risale a 172. Non sembra dunque impattare sull'andamento lo slittamento del piano d'azione della Commissione Ue sull'energia, almeno a dopo il vertice dei leader informale di Praga. 

 

 

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