Economia
Def: taglio di 3 anni del cuneo solo agli under 35 per il primo lavoro

Se si ha già avuto impiego stabile dote fino al limite 3 anni
Le misure sul cuneo fiscale? Al momento solo per che è al primo impiego. Il Governo studia il taglio dei contributi previdenziali per i neoassuntti che hanno a tempo indeterminato limitato ai giovani under 35 che entrano nel mercato del lavoro e quindi solo per il primo impiego stabile. E' quanto spiegano tecnici vicini al dossier Def per il 2018. Si tratterebbe di una dote di 3 anni di taglio contributivo che spetta al giovane per il primo contratto a tempo indeterminato. Un giovane che abbia gia' avuto un lavoro stabile ma lo abbia perso, avra' diritto alla decontribuzione solo per il periodo che manca al raggiungimento dei 3 anni di impiego stabile.
Il taglio dei contributi per i giovani che si affacciano sul mercato del lavoro quindi dovrebbe valere su tutto il territorio nazionale. Non appare in discussione invece l'ipotesi di un taglio strutturale dei contributi per la vita lavorativa del neo assunto. Il taglio dei contributi previdenziali limitato ai giovani e al primo impiego dovrebbe costare meno di un miliardo.
Se si guarda ai dati sulle assunzioni con l'esonero contributivo nel 2015 (quando per le nuove assunzioni era totale per quanto riguarda i contributi Inps) si vede che le assunzioni degli under 30 hanno riguardato meno di un terzo del totale con circa 362.034 contratti su 1,17 milioni instaurati con l'esonero (altri 353.000 contratti circa hanno riguardato persone tra i 30 e i 39 anni). Anche per le trasformazioni la proporzione e' stata questa con oltre 112.000 trasformazioni di contratti a tempo indeterminato per under 30 su 402.364 complessive (oltre 130.000 per persone tra i 30 e i 40 anni).
Intanto, secondo gli ultimi dati del Sistema delle comunicazioni obbligatorie (per la fine dell'anno ancora suscettibili di qualche revisione) del ministero del Lavoro, nel nel 2016 aumentano i licenziamenti, diminuiscono le dimissioni. Nel 2016 ci sono stati quasi 900mila licenziamenti (899.053), considerando tutte le fattispecie, in crescita del 5,7% sul 2015 (850.297). Le dimissioni sono state invece oltre 1,2 milioni (1.221.766), in calo del 17,1% sempre rispetto al 2015 (1.474.718). Un lavoratore può essere interessato da più di un evento.