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Economia

Per la presentazione della nuova The Big Now/mcgarrybowen, frutto dell’ingresso dell’agenzia guidata da Emanuele Nenna nel network creativo internazionale mcgarrybowen, Dentsu Aegis Network Italia ha aperto per la prima volta ai giornalisti le porte della Dentsu House, la nuova sede milanese che dallo scorso agosto ospita tutte le società della holding.La rilevanza data dal gruppo all’occasione - si legge su www.engage.it - è confermata anche da Paolo Stucchi, Ceo di Dentsu Aegis Network Southern Europe.

«Oggi è il momento in cui Dentsu Aegis Network Italia diventa una cosa nuova, un centro media e un’agenzia che lavorano insieme. Quella che era una visione, poi diventata un progetto, ora è realtà», ha detto il manager, sottolineando il profilo strategico dell’acquisizione da parte del gruppo di The Big Now nel 2018.Del resto, la forte integrazione tra media e creatività, con l’ibridazione sempre più spinta tra professionalità una volta ben distinte e strategie sempre più technology-driven, è uno degli aspetti che guida l’evoluzione del settore pubblicitario. Ed è una componente, quella creativa, che forse a Dentsu Aegis Network in Italia mancava, almeno rispetto al profilo globale della holding, e che è stata colmata proprio con The Big Now.Questo è dunque un passaggio importante per un gruppo che vuole guidare l’evoluzione del settore nell’ambito di un mercato pubblicitario che non sta certo attraversando un momento di particolare salute, pur non mancando le opportunità.

«Veniamo da un 2019 difficile a livello di mercato, e penso che anche il 2020 sarà vicino allo zero, con tante incognite da verificare. Mi aspetto una ripresa degli investimenti per le Telco, grazie alla spinta del 5G, mentre settori come lusso e travel potrebbero essere penalizzati dal calo degli acquirenti stranieri nelle nostre città (il riferimento è alle già evidenti conseguenze dell’epidemia di Coronavirus, ndr)».A livello di media scelti dalle aziende nelle loro strategie «il trend è sempre quello, con i mezzi tradizionali in contrazione, mentre alcuni attori digitali crescono con tassi del 15/20% l’anno», ha detto Stucchi. Una considerazione alla luce della quale, avverte il manager «bisogna essere in grado di sviluppare ricette nuove» per crescere e approfittare delle opportunità del nuovo contesto.La trasformazione del business non è del resto un aspetto nuovo per gli operatori della comunicazione come Dentsu Aegis Network. «Se guardiamo al nostro profilo di ricavi in questi ultimi dieci anni, e lo proiettiamo sul mercato degli investimenti pubblicitari, la torta della pubblicità dovrebbe essere tornata ai “vecchi” 10 miliardi di euro, non ai 7 attualmente tracciati da Nielsen», osserva Stucchi.L’influencer marketing vale il 4% dei ricaviDove sono finiti i tre miliardi persi? Non solo nelle tasche di Google o Facebook (che notoriamente non rendono pubblica la loro raccolta), secondo il numero uno di Dentsu Aegis Network in Italia e Sud Europa, ma anche verso quella crescente quota di investimenti in comunicazione che non sono il classico budget media, ma che per le aziende sono sempre più consistenti. Piattaforme proprietarie, per esempio, ma anche fenomeni come l’influencer marketing «che è la voce che per noi cresce di più e genera ormai il 4% del fatturato delle nostre agenzie».La capacità di intercettare ed essere protagonisti in queste nuove tendenze questo rappresenta una grande opportunità per le aziende come Dentsu AN.

«Stimiamo che gli investimenti in comunicazione non tracciati da Nielsen valgano almeno un terzo di quelli inclusi nelle rilevazioni», ha continuato Stucchi.I numero di Dentsu AN in ItaliaSul fronte del business, il manager ha confermato come l’andamento di Dentsu Aegis Network in Italia sia in controtendenza rispetto al difficile 2019 registrato dal gruppo a livello internazionale. In particolare in Europa l’azienda ha annunciato importanti piani di ristrutturazione in Francia e Gran Bretagna.«In Italia il 2019 è stato positivo per noi. Abbiamo iniziato con 820 persone, e ora siamo 901 in organico (tra Milano e Roma, ndr). Grazie al new business, iniziamo il 2020 con un amministrato di circa il 10% più alto rispetto all’anno scorso», quando il billing complessivo di gruppo secondo Recma era di circa 1,6 miliardi di euro. Tanti nuovi clienti significherà inevitabilmente prima o poi molti budget da difendere? «E’ inevitabile e anche giusto che i clienti ci mettano alla prova attraverso gare – risponde Stucchi – ma al momento non vedo un anno movimentato come il 2019, da questo punto di vista. Nel caso, ci difenderemo con un approccio nuovo».A tal proposito, Stucchi ha detto, riguardo a Carat (uno dei tre centri media del gruppo accanto a Vizeum e DentsuX, recentemente attivato anche in Italia sotto la guida del managing director Donovan Donadonibus) e alla linea che sarà impressa alla centrale dal nuovo managing director Piergiorgio Manuti, «la spinta digitale introdotta da Marco Caradonna negli scorsi anni è stata positiva e ci ha fatto molto bene, ora vedremo una Carat più strategica e “creativa”. Crediamo che la differenza si farà lì».

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    paolo stucchiceo di dentsu an




    
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