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Economia
Gas, vola il prezzo mentre l’Ue continua a litigare sul tetto
Claudio Descalzi
Lapresse

Ue, nessun accordo sul tetto al prezzo del gas, volano le quotazioni

Non se ne esce. Mentre le quotazioni del petrolio sul Brent sono in discesa a 106 dollari al barile, il prezzo del gas è in rialzo. Dopo aver toccato un massimo a 132,59 euro, il gas all'hub olandese Ttf si attesta a 130,205 euro a megawattora, in crescita del 3,69%. Il problema è che un "consenso" a livello Ue sulla fissazione di un tetto al prezzo del gas naturale "non è stato ancora possibile trovarlo". Lo spiega un alto funzionario dell’Unione Europeo. Pertanto dal Consiglio che inizierà domani 23 giugno non sono attesi passi avanti decisivi in questa direzione, malgrado le riflessioni in corso in Germania, tanto che il tema dell’energia, anche se farà parte delle discussioni perché è legato alla guerra in Ucraina, non fa parte dei punti ufficialmente in agenda.

Nell’ultimo Consiglio Europeo, ricorda la fonte, "abbiamo incaricato la Commissione di lavorare con i partner su una proposta comune", un lavoro che "non è stato ancora completato", dato che sono passate solo "tre settimane". Anche su come attuare un tetto ai prezzi tra i vari Paesi "ci sono idee diverse" e finora "non siamo riusciti a trovare un consenso su questo concetto", ma "l’idea di lavorarci è tuttora in piedi". Il fatto è che alcuni capi di Stato e di governo dicono che "sul mercato ci sono già turbolenze" e un tetto al prezzo del gas "potrebbe peggiorare la situazione". Non si tratta di un problema "facile" da risolvere, conclude.

Il Cdm approva il decreto bollette

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto contro i rincari delle bollette di luce e gas. Via libera, dunque, anche alla misura per garantire liquidità alle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale, e al contributo per le aziende che importano gas naturale sul mercato italiano. Si applicano anche alle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale le misure temporanee per il sostegno alla liquidità delle imprese (tramite garanzie prestate da Sace) introdotte con il 'decreto Aiuti' del 17 maggio scorso. "Approvati dal Consiglio dei Ministri gli sconti energia, come chiesto dalla Lega. Bene! Ora però il governo deve lavorare per prorogare i tagli sulle accise e per il Decreto siccità. Famiglie e imprese non possono aspettare". Lo scrive sui suoi canali social Matteo Salvini, leader della Lega. Stando alla bozza, il nuovo intervento del governo ammonta a 3,27 miliardi di euro.

Gas, l’allarme di Descalzi: “Flussi in calo del 50% dalla Russia, servono rigassificatori”

Negli ultimi giorni le forniture di gas naturale dalla Russia si sono ridotte del 50% e si sono stabilizzate a questi livelli. E gli attuali flussi potrebbero essere mantenuti anche in futuro. Lo ha detto l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, a margine dell'ottava Italian Ceo Conference organizzata a Milano da Mediobanca. "Le forniture dalla Russia si sono stabilizzate. Abbiamo avuto tre giorni in cui sono ridotte del 15-25% e poi del 50%. Ora ci siamo stabilizzati a 32-33 milioni di metri cubi al giorno, che rappresenta il 50% in meno rispetto ai flussi a Eni", ha spiegato Descalzi.

Per l'ad dell'Eni è "difficile" dire se ci saranno altre riduzioni delle forniture. "Oggi la Russia, dandoci il 50% in meno di gas, ha avuto un aumento di circa il 50%, il che vuol dire stanno risparmiando gas pur avendo lo stesso tipo di introito". Al momento "c’è quindi un bilanciamento fra queste cose. Ma se dovesse interrompere le forniture, vorrebbe dire perdere completamente ogni introito e violare il contratto". Per Descalzi, "seguendo una logica commerciale, anche se qui si va oltre, penso che questa stabilizzazione possa durare".

“Serve il tetto al prezzo del gas”

"Sono d'accordo con il nostro governo – ha aggiunto Descalzi - che a livello europeo sia importante mettere un tetto al prezzo del gas, il cui mercato ora è abbastanza distorto. In questo momento abbiamo una domanda che è inferiore all'offerta e non dovremmo essere in una situazione in cui il prezzo del gas è 6-7 volte quello del 2019. Mettere un tetto è corretto perché i grandi produttori che danno gas all'Europa fanno margini incredibili". Il sistema energetico europeo, ha spiegato, "da un punto di vista elettrico e del gas è connesso e si rischia che se un Paese mette un prezzo del gas ridotto e lo sovvenziona, questo gas va poi nei Paesi che hanno un prezzo più alto". Per Descalzi "tagliare il prezzo solo in un Paese in un sistema come quello europeo non è possibile. E' l'Europa che dovrebbe mettere in modo temporaneo un tetto per tutta la parte via gasdotto".

“Necessario spingere sui rigassificatori”

Per l'Italia è necessario riempire gli stoccaggi di gas naturale per affrontare l'aumento della domanda del prossimo inverno e costruire nuovi rigassificatori per far fronte al calo delle forniture dalla Russia. Lo ha detto l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, a margine dell'ottava Italian Ceo Conference organizzata a Milano da Mediobanca. Al momento la Russia ha ridotto a circa 32-33 milioni di metri cubi al giorno le forniture di gas all'Italia, mentre "la nostra offerta si attesta a 195 milioni di metri cubi". Dal 1 luglio, ha spiegato Descalzi, "avremo un’offerta globale di tutte le società italiane di circa 220 milioni di metri cubi al giorno, mentre la domanda è di 170 milioni. Quindi avremo un delta fra i 40 e 50 milioni di metri cubi che dobbiamo assolutamente stoccare".

L'ad dell'Eni ha avvertito che "se non riusciamo a riempire gli stoccaggi almeno dell’80-85%, potremmo avere problemi quest’inverno, visto che d'inverno si toccano punte anche di 350-400 milioni di metri cubi al giorno. Noi ne avremo 220-250 milioni e il resto deve essere dato dallo stoccaggio. Lo stoccaggio è assolutamente necessario". Inoltre, visto che "la situazione del gas dalla Russia è tesa", l'Italia ha bisogno di rigassificatori. "Questo è un altro punto necessario per un piano sostenibile e di sicurezza energetica del nostro Paese", ha aggiunto.

L'allarme della Iea: l'Europa si prepari allo stop

Non è più solo un'ipotesi pessimistica. La possibilità che si arrivi a uno stop totale delle forniture di gas dalla Russia sta diventando uno scenario concreto. Vladimir Putin, che sta testando la tenuta dell'Europa con la chiusura a singhiozzo dei rubinetti, potrebbe decidere di usarlo come arma di pressione durante il prossimo inverno. Il direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale dell'energia (Iea), Faith Birol, ne parla in un'intervista al Financial Times che rappresenta un salto di qualità rispetto alle analisi fatte finora.

"L'Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui il flusso il gas russo fosse completamente interrotto", ha avvertito Birol, aggiungendo: "Più ci avviciniamo all'inverno, più comprendiamo le intenzioni della Russia". La Iea, che è finanziata principalmente dai membri dell'Ocse, l'anno scorso è stata uno dei primi organismi ufficiali ad accusare pubblicamente la Russia di manipolare le forniture di gas all'Europa, in vista dell'invasione dell'Ucraina. Ora Birol lega le operazioni sulle forniture di Gazprom di queste settimane a uno scenario che potrebbe complicarsi ancora: "Credo che i tagli siano orientati ad evitare che l'Europa riempia i depositi con gli stoccaggi e ad aumentare la leva della Russia nei mesi invernali". Una leva che potrebbe arrivare all'utilizzo estremo: la chiusura totale dei rubinetti del gas da parte di Mosca.

Birol guarda anche alle conseguenze e alle possibili contromisure. "Penso che ci saranno misure sempre maggiori e profonde sulla domanda", dice, non escludendo il ricorso a veri e propri razionamenti. Poi c'è il ricorso all'energia prodotta dalle centrali nucleari. I Paesi europei, spiega, "dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di rinviarne la chiusura finché ci sono le condizioni di sicurezza".
 

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