Economia
IA, dopo Microsoft e Google anche Meta punta sul nucleare per alimentare i suoi data center
L’annuncio ha fatto impennare le azioni di Constellation del 6,5%. Per Meta, questo è il più grande contratto energetico mai firmato. Dal 2019 al 2023 i suoi consumi elettrici sono quasi triplicati

Meta firma un accordo ventennale sul nucleare per alimentare l’intelligenza artificiale: cosa c’è dietro
Meta si è assicurata un contratto ventennale con Constellation Energy per l’acquisto dell’intera produzione di energia di una centrale nucleare in Illinois. Il motivo? Dare corrente alle sue ambizioni nel campo dell’intelligenza artificiale. L’intesa, di cui non sono noti i dettagli economici, riguarda la Clinton Clean Energy Center, un impianto a fissione situato a Clinton, e porterà nelle mani di Zuckerberg più di 1 gigawatt a partire dal 2027. Tanto per intenderci: è l’equivalente del fabbisogno di una piccola città.
L’annuncio, riportato dal Wall Street Journal, ha fatto impennare le azioni di Constellation del 6,5%. Per l’azienda energetica guidata da Joe Dominguez, l’intesa rappresenta una boccata d’ossigeno per finanziare la manutenzione, l’aggiornamento tecnologico e il rinnovo della licenza dell’impianto. "Si tratta di miliardi di dollari di capitale per tenere in piedi un impianto altri 20 anni", ha dichiarato Dominguez. Un tempo si pensava di chiuderlo per concorrenza del gas e delle rinnovabili; oggi l’atomo torna centrale, grazie proprio alla fame di elettricità delle Big Tech.
Per Meta, questo è il più grande contratto energetico mai firmato. Dal 2019 al 2023 i suoi consumi elettrici sono quasi triplicati, trascinati dai data center che servono a far funzionare Facebook, Instagram, WhatsApp e, sempre di più, i modelli IA generativa. Non è un caso che Meta abbia lanciato anche una call per reattori nucleari fino a 4 gigawatt.
La scelta del nucleare nemmeno è casuale. Le rinnovabili non bastano: troppo intermittenti. Il gas è stabile ma emette CO₂, e questo stona con le promesse climatiche. Il nucleare, invece, è l’unica opzione che garantisce elettricità stabile e a zero emissioni. Non sorprende quindi che anche Microsoft abbia firmato un accordo simile con Constellation otto mesi fa per l’energia della centrale di Three Mile Island, e che Google e Amazon stiano puntando sui piccoli reattori modulari, una tecnologia nuova e più flessibile. Nel frattempo, i conti ambientali delle Big Tech non tornano: nel 2024 le emissioni di Microsoft sono salite del 30%, quelle di Google del 50%. La corsa all’IA costa cara in termini di energia.