Economia
Il codice appalti arriva in Cdm. Sindacati: “2.000 posti a rischio”

All’esame del Consiglio dei ministri di oggi ci saranno le modifiche al Codice degli appalti. L’obiettivo sarà sfoltire gli attuali 1.500 commi in 220 articoli al fine di velocizzare le procedure. Il punto chiave del provvedimento è la fine del criterio del massimo ribasso (resterà solo per gli affidamenti di importo basso) nelle gare, che lascerà invece spazio a quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa come regola generale: un metodo che permette di valutare anche aspetti qualitativi.
L'annuncio è stato dato ieri dal premier Matteo Renzi in occasione della visita al cantiere della Nuvola di Massimiliano Fuksas, il centro congressi ideato dall'architetto nel quartiere Eur di Roma. In sostanza si va verso una maggiore semplificazione con il recepimento, entro il 18 aprile, di tre diverse direttive europee del 2014. La legge-delega approvata lo scorso gennaio dal Parlamento introduce, tra le altre novità, più trasparenza e pubblicità nelle gare, più controlli (con un forte ruolo di vigilanza affidato all'Anac) e un freno al ricorso alle varianti in corso d'opera che sinora hanno consentito di far lievitare a dismisura il costo dei lavori.
Sono inclusi inoltre il rispetto dei criteri di sostenibilità energetica e ambientale, il ricorso all'arbitrato per le controversie e il dibattito pubblico con i residenti nelle zone interessate da una determinata infrastruttura. L'obiettivo è "dare certezza sui tempi", ha chiarito il premier, così da "mettere in sicurezza l'aspetto economico" del costo degli appalti, evitando continui rinvii.
Alcune novità contenute nella bozza del testo però preoccupano le parti sociali. I sindacati hanno indetto uno sciopero per contestare la norma che limita al 20% gli affidamenti in house per le concessioni autostradali poichè ritengono che così si rischia di perdere fino a 2.000 posti di lavoro.