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Economia
Il packaging si riconverte, ma per la ripresa occorre un nuovo Piano Marshall

Anche le aziende d’imballaggi e packaging sono in prima linea per aiutare l’Italia a superare l’emergenza Coronavirus. La filiera conta oltre 2mila aziende per un totale di oltre 200mila addetti che lavorano a pieno regime per assicurare  rifornimenti tempestivi e regolari alle aziende dell’agro alimentare e del settore sanitario e farmaceutico.

Sull’emergenza Coronavirus interviene, il giovane imprenditore salernitano Marco Gambardella, contitolare dell’azienda di famiglia Bioplast nella zona industriale di Fisciano. Gambardella (nella foto), presidente nazionale dell’Atif che raggruppa le aziende di un comparto strategico, fissa le priorità attuali (dispositivi di protezione individuali, rifornimenti alle aziende agroalimentari, sanitarie, farmaceutiche e sicurezza lavoratori) lanciando anche uno sguardo al futuro invocando un Piano Marshall per la ripresa.

“Gli operatori della filiera del packaging -afferma l’imprenditore salernitano- stanno compiendo sforzi enormi per far fronte comune contro l’emergenza Coronavirus. Il nostro impegno mira innanzitutto a garantire il regolare approvvigionamento dei supermercati e delle farmacie di tutto il Paese. Per tutelare i nostri collaboratori, negli impianti produttivi sono state messe in atto tutte le precauzioni necessarie. Come raccomandato dal protocollo nazionale per la sicurezza nelle aziende siglato dal governo, abbiamo intensificato le procedure di pulizia e sanificazione degli ambienti comuni, scaglionato gli orari di ingresso-uscita, rimodulato i turni produttivi e favorito il ricorso allo smart-working. La salute dei lavoratori è la nostra priorità e ci impegneremo per tutelarla con ogni mezzo”.

“Laddove è stato possibile, le aziende della filiera -prosegue Gambardella-  hanno riconvertito le linee di lavorazione per dedicarsi alla produzione massiva di dispositivi di protezione individuale (Dpi), mascherine e camici per il personale ospedaliero. E’ il nostro contributo per aiutare i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che ogni giorno lottano in prima linea contro il virus. A loro va il nostro rispetto, la nostra solidarietà e tutta la nostra gratitudine”.

“Come imprenditori e cittadini, stiamo facendo la nostra parte per superare questi giorni difficili e farci trovare pronti quando finalmente potremo tornare alla normalità. Anche le istituzioni stanno facendo la loro parte. Il decreto Cura Italia è un primo passo che va nella direzione del sostegno alle famiglie, ai commercianti, ai liberi professionisti e alle imprese. La possibilità di sospendere per nove mesi il mutuo sulla prima casa, il credito di imposta sulla sanificazione degli ambienti e la sospensione del pagamento del fitto di marzo per i negozi sono una prova del fatto che lo Stato e le Regioni  stanno cercando di non lasciare nessuno da solo. Quando l’emergenza -conclude Gambardella- sarà alla spalle servirà un grande sforzo comune per far ripartire l’economica e, con essa, l’intero Sistema Paese. Il Coronavirus è paragonabile ad una guerra e la storia ci insegna che, dopo una guerra, sono necessari investimenti straordinari. Occorrerà un nuovo piano Marshall, un’azione”.

 

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