Ilva, salta tavolo al ministero. Calenda chiede più garanzie - Affaritaliani.it

Economia

Ilva, salta tavolo al ministero. Calenda chiede più garanzie

Il primo confronto tra azienda, sindacati e Governo sul nuovo piano industriale dell'Ilva targato Am Investco si e' concluso con un nulla di fatto. Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, infatti, ha annullato l'incontro a causa della mancanza di garanzie salariali e contrattuali da parte della societa' partecipata da Alcelor Mittal e Marcegaglia. "Abbiamo chiesto in avvio di tavolo alla societa' di confermare il piano occupazionale e il riconoscimento di un costo medio di 50.000 euro per lavoratore. Questa conferma non e' avvenuta e pertanto abbiamo detto all'azienda che per noi il tavolo non si puo' aprire", ha detto Calenda, al termine del tavolo riunitosi in tarda mattinata presso la sede del Mise.

"Molto importante che questa vicenda, che avviene in un contesto di regole europee molto stringenti, venga affrontata con responsabilita' da parte di tutti", ha aggiunto Calenda sottolineando come per il Governo "questa responsabilita' nella dichiarazione di partenza dell'azienda che acquisisce non ci sia stata". Il ministro ha infatti definito la proprosta dell'azienda sul salario e sull' inquadramento dei lavoratori "irricevibile". La linea del Governo, quindi, e' chiara: fino a che l'azienda non si impegna a rispettare i termini previsti nell'accordo siglato a luglio, non parte nessun confronto.

Venerdi' scorso, infatti, la cordata guidata da Am Investco ha annunciato di voler procedere a 4.000 esuberi e alla riassunzione dei 10.000 lavoratori con il solo contratto nazionale dei metalmeccanici, senza scatti di anzianita' maturati e integrativi. Un annuncio a cui i sindacati hanno risposto con una maxi protesta e uno sciopero di 24 ore nei siti dell'Ilva di Genova, Novi Ligure e Taranto. Dalle sette di questa mattina, gli operai hanno incrociato le braccia battendosi per maggior tutele.

"Il fatto che la settimana si apra con i lavoratori in sciopero dimostra che l'azienda e' partita con il piede sbagliato. Oggi verificheremo che ci siano le condizioni per aprire un negoziato vero e cambiare i termini, in caso contrario la situazione rischia di deteriorarsi ulteriormente", ha dichiarato Marco Bentovogli, segretario generale Fim-Cisl arrivando al Mise. "Fin dall'inizio noi abbiamo detto di rifiutare categoricamente i licenziamenti, questo piano deve rilanciare lo stabilimento e fare in modo, soprattutto, che i lavoratori vengano tutelati", ha aggiunto.

Anche per Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, gli esuberi annunciati devono essere evitati e l'azienda deve rivedere il piano industriale. "Non crediamo assolutamente che gli esuberi siano inevitabili", ha detto la sindacalista precisando che occorre un piano di investimenti "serio" e che "non esiste alcuna possibilita' che la trattativa si possa fare a partire dai licenziamenti". Le parti sociali presenti all'incontro hanno poi riferito di aver apprezzato la decisione di Calenda di interrompere il tavolo. "Non c'e' un prossimo incontro in programma. Oggi la riunione non si e' svolta. Il Governo ha preso una posizione molto forte nei confronti del gruppo industriale ed ha recepito le nostre posizioni", ha spiegato Rocco Palombella, segretario della Uilm.

"Il ministro ha chiesto a Mittal di rispettare gli accordi presi col Governo, ma Mittal ha risposto dicendo di dover convocare il proprio azionista poiche' non dispone dell'autonomia per poter decidere", ha proseguito Palombella sottolineando che "questo e' diventato un elemento di sfiducia da parte del Governo verso l'azienda". Anche Maurizio Landini, segretario confederale Cgil, si e' detto soddisfatto della posizione assunta dall'esecutivo ma invita a fare una riflessione sul ruolo che il Governo dovrebbe svolgere. "In virtu' dell'avvio non troppo affidabile che Mittal ha dato in questo possibile confronto si pone il problema di quale ruolo il Governo debba avere in questi anni di gestione dell'Ilva da parte di quest'impresa", ha detto Landini ipotizzando una riflessione sul "ruolo di Casa Depositi e Presiti e di altre forme che il governo puo' garantire dentro l'assetto societario che viene definito, secondo noi va discussa".