Economia
Inflazione Usa in calo, Borse in rialzo sperando in un allentamento Bce e Fed

Diodovich (Ig Italia): "Il prossimo aumento dei tassi sarà di 'soli' 25 punti base"
Inflazione Usa in calo al 6,5%: ora che faranno Fed e Bce?
Nuova frenata per l'inflazione Usa. A dicembre i prezzi al consumo sono cresciuti del 6,5% su base annua, dopo il rallentamento che si era registrato a novembre del 7,1%. Su base mensile, si registra un calo dello 0,1%. "I dati di dicembre sull’andamento dei prezzi al consumo confermano un rallentamento delle pressioni inflazionistiche soprattutto legato alla forte flessione dei prezzi degli energetici (-4,5% a/a). I prezzi core rimangono ancora elevati (+5,7% a/a, +0,3% m/m) e lasciano intendere che la Federal Reserve continuerà con una politica di rialzo del costo del denaro ma sarà meno restrittiva rispetto ai mesi precedenti". Lo sottolinea Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia, commentando i dati dell'inflazione Usa.
"Le nostre aspettative sulle prossime mosse della Fed sono rafforzate con il dato macroeconomico sull’inflazione di dicembre. Crediamo - indica l'analista - che il Fomc nella prossima riunione deciderà per un incremento del costo del denaro di “soli” 25 punti base, portando i tassi di riferimento dal range 4,25%-4,50% al nuovo 4,50%-4,75%. I mercati hanno evidenziato una reazione significativa soprattutto su quello valutario dove abbiamo assistito a una discesa delle quotazioni del dollaro (aumento di probabilità che la Fed sarà meno hawkish nel meeting di febbraio).
Piazza Affari ha chiuso in rialzo la quarta seduta settimanale. Il Ftse Mib finale si è assestato a quota 25.733 punti, guadagnando lo 0,73%. In Europa, invece, la Banca centrale nel suo Bollettino economico ha rivisto al rialzo le proiezioni sull'inflazione all'8,4% nel 2022 e al 6,3% nel 2023. Sul listino principale, positivi gli energetici a maggior capitalizzazione (Enel +1,37%, Eni +1,24%) e Tim, salita dell’1,54% in attesa di una soluzione sul dossier della rete. Ben intonati anche gli industriali con Stellantis a +0,83%, Iveco +4,36% e Pirelli +1,75%. Tra i finanziari, Unicredit +1,45%, Intesa +1,08%, mentre Generali si è mossa in controtendenza con una limatura dello 0,09%.