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Economia
Intesa, nel primo trimestre utile in calo ma confermati i target per l'anno
Il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina

Intesa, senza nuove criticità sull'energia utile a 4 miliardi

Presentati i conti del trimestre di Intesa Sanpaolo. I primi che devono tenere conto dell'emergenza determinata dalla guerra tra Russia e Ucraina. Proprio per questo ammontano a 822 milioni di euro al lordo delle imposte le rettifiche di valore sulle esposizioni verso i due Paesi effettuate dall'istituto di credito guidato da Carlo Messina. Di questi, 801 milioni sono relativi all’esposizione creditizia (647 milioni per l’esposizione cross-border e 154 milioni, senza deducibilità fiscale, per quella locale delle controllate Banca Intesa in Russia e Pravex Bank in Ucraina) e 21 milioni relativi a titoli e immobili.

Intesa Sanpaolo chiude il primo trimestre dell'anno con un utile netto contabile di 1.024 milioni di euro, in flessione del 32,5% su base annua, a 1,67 miliardi escludendo gli 822 milioni di rettifiche. Gli interessi netti ammontano a 1.956 milioni, in aumento dello 0,2% rispetto ai primi tre mesi del 2021, e le commissioni nette a 2.286 milioni, in diminuzione del 9,7%. Il risultato dell’attività assicurativa si attesta a 402 milioni, in lieve aumento dal dato del primo trimestre dello scorso esercizio. I costi operativi sono di 2.504 milioni, in calo del 3,2% su base annua.

Intesa, utile a 4 miliardi senza nuove criticità sull'energia

Confermati gli obiettivi sull'utile sia per quanto riguarda il 2022 (a 4 miliardi) sia per il 2025, quando dovrebbe arrivare a 6,5 miliardi. Ovviamente, il tutto è subordinato al mantenimento di condizioni come quelle attuali, di allerta ma non "critiche". Se invece la banca dovesse essere costretta a una "copertura di circa il 40% dell’esposizione verso Russia e Ucraina, che implica il passaggio a Stage 3 della maggior parte dell’esposizione", allora il target per l'utile sarebbe "ben superiore ai 3 miliardi". Per quanto riguarda la solidità patrimoniale, Intesa Sanpaolo presenta un Common Equity Tier 1 ratio superiore al 13%.

Prevista anche una forte distribuzione di valore, con un payout ratio pari al 70% dell’utile netto consolidato in ciascun anno del piano e un'ulteriore distribuzione agli azionisti di 3,4 miliardi di euro tramite buyback e una eventuale ulteriore distribuzione da valutare anno per anno a partire dal 2023. In ogni caso "le prospettive per il 2022 sono soggette ad affinamento nei prossimi mesi in base all’evoluzione degli eventi riguardanti Russia e Ucraina".

I finanziamenti verso la clientela ammontano a 468 miliardi di euro, in aumento dello 0,7% rispetto a fine 2021. Il complesso dei crediti deteriorati si attesta, al netto delle rettifiche di valore, a 6.788 milioni di euro, in diminuzione del 4,1% dalla fine dello scorso esercizio. In particolare i crediti in sofferenza sono stabili a 2.139 milioni, con un’incidenza sui crediti complessivi dello 0,5% e un grado di copertura al 70,6%. Le inadempienze probabili diminuiscono a 4.202 milioni e i crediti scaduti o sconfinanti scendono a 447 milioni.

Messina: i tassi in rialzo volano per ulteriore crescita

Nei primi mesi del 2022 "abbiamo dato pieno avvio alle principali iniziative industriali del Piano d’Impresa 2022-2025 - ha spiegato il ceo di Intesa Carlo Messina - , un piano che proietta la nostra banca nel prossimo decennio. Confermiamo l’obiettivo di 6,5 miliardi di risultato netto al 2025 e il 70% di dividend payout in ogni anno del Piano di Impresa. Rimane inoltre confermata l’intenzione di remunerare gli azionisti attraverso l’operazione di buyback, soggetta all’approvazione della Bce. La forte creazione di valore e la distribuzione del valore continueranno a essere la nostra priorità".

Inoltre "l’aspettativa di tassi in rialzo, la capacità della banca di gestire i costi con forte attenzione e flessibilità, il massivo deleveraging realizzato, grazie al quale abbiamo raggiunto i livelli più bassi di sempre in termini di stock di crediti deteriorati e Npl ratio, rappresentano il volano per una ulteriore crescita, anche in un contesto di grande complessità come è quello di fronte a noi". In questo quadro Intesa Sanpaolo "rimane ai vertici di settore nel 2022 per redditività: stimiamo infatti di superare i 4 miliardi in assenza di ulteriori criticità relative all’approvvigionamento energetico e delle materie prime. In caso di ipotesi molto conservativa di copertura al 40% delle esposizioni nei confronti di Russia e Ucraina stimiamo un risultato netto ben superiore a 3 miliardi".

I risultati raggiunti del primo trimestre 2022 "sono l’ulteriore dimostrazione di come Intesa Sanpaolo sappia, in contesti estremamente complessi, generare una redditività significativa e sostenibile grazie a un modello di business fortemente diversificato e resiliente, a vantaggio di tutti gli stakeholder" e "nel primo trimestre abbiamo già maturato 700 milioni di euro di dividendi", conclude Messina.

 


 

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