Economia
Istat, sale l'occupazione: i dipendenti trainano la crescita (+0,2%)

Secondo i dati Istat, a settembre, mentre l'occupazione cresce di 46 mila unità, il tasso di disoccupazione giovanile sale al 23,7%
Istat, sale l'occupazione (+0,2%). Ma per i giovani...
A settembre, rispetto al mese precedente, l'Istat registra una crescita degli occupati e dei disoccupati, mentre diminuiscono gli inattivi. L’occupazione aumenta infatti dello 0,2%, pari a +46mila unità, con una crescita per uomini e donne, per i dipendenti permanenti e per le classi d’età centrali (25-49 anni), mentre diminuisce per le restanti classi di età, per i dipendenti a termine e gli autonomi. Il tasso di occupazione sale al 60,2% (+0,2 punti).
Ma l'istituto segnala anche un aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+0,4%, pari a +8mila unità rispetto ad agosto) tra i maschi, tra chi ha meno di 24 anni e tra i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale rimane al 7,9%, mentre quello giovanile sale al 23,7% (+1,6 punti).
L'Istat sottolinea come la diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -86mila unità) coinvolge uomini, donne e chi ha meno di 50 anni. Il tasso di inattività cala al 34,6% (-0,2 punti). Confrontando il terzo trimestre con quello precedente, l'Istat registra una diminuzione del numero di occupati di 22mila unità, pari allo 0,1%. Il calo dell’occupazione registrato nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-2,4%, pari a -48mila unità) e alla crescita degli inattivi (+0,3%, pari a +40mila unità).
Per turismo e ristorazione mancano 60mila lavoratori
Dopo due mesi di calo, il dato odierno diffuso dall’Istat sugli occupati di settembre registra una dinamica positiva: gli occupati crescono, complessivamente, sia a livello congiunturale che tendenziale. E' il commento di Confesercenti in una nota che osserva tuttavia come gran parte del risultato sia dovuto agli occupati dipendenti che aumentano di oltre 200mila unità rispetto allo scorso anno.
Nel turismo e nella ristorazione, inoltre, rimangono problemi di reperimento di personale: nell'ultimo trimestre dell'anno, secondo le nostre stime, ci sono circa 60mila posti 'vacanti' per mancanza di lavoratori.
Per i lavoratori autonomi si registra, invece, una flessione congiunturale di 16mila unità, pur in un quadro complessivo - nell’arco di 12 mesi - positivo, con 83mila occupati in più: l’1,7%. Sostanzialmente si è di nuovo superata la soglia simbolica dei 5 milioni di occupati, al di sotto della quale si era scesi dall’anno della pandemia, ma non si è ancora tornati ai livelli del 2019, superati, invece, dai lavoratori dipendenti.
Permangono le difficoltà del lavoro indipendente, all’interno del quale gli occupati scontano una perdita di 173mila unità rispetto a febbraio 2020, mentre il saldo è positivo per i lavoratori dipendenti, sia a termine sia permanenti.
"È da considerare favorevolmente la crescita della produttività del lavoro nei primi nove mesi dell’anno in corso: se il Pil è cresciuto del 4,6% tendenziale, gli occupati aumentano del 2,6%, con un guadagno di prodotto pro capite". - osserva l'ufficio studi - In negativo va, invece, letta, la mancanza di crescita, anche per cause demografiche, delle forze di lavoro nel complesso, che da circa un anno oscillano attorno a valori poco superiori ai 25 milioni di unità".