La stagflazione minaccia il mondo? La verità. Colpisce in modo diverso... - Affaritaliani.it

Economia

La stagflazione minaccia il mondo? La verità. Colpisce in modo diverso...

I Paesi Emergenti sono quelli più a rischio

 

 

 

Per i mercati azionari la scorsa settimana è passata felice, quasi spensierata, con rialzi in quasi tutte le Borse del mondo di circa il 2% dopo che solo la settimana precedente i musi di molti operatori e risparmiatori erano invece diventati torvi.

A rasserenare gli animi i dati positivi arrivati non dagli economisti, ma soprattutto dalle imprese e dai consumatori con trimestrali e dati sui consumi molto positivi

 

 

 

 

Le azioni di Wall Street hanno avuto la loro settimana migliore in quasi tre mesi, poiché i forti utili societari hanno temperato i nervi tesi sull'inflazione e sull’aumento dei prezzi dell’energia, le catene di approvvigionamento inceppate e le aziende che non riescono a trasferire i costi più elevati sui consumatori.

I rapporti sugli utili trimestrali migliori del previsto delle banche di Wall Street e del produttore di chip per iPhone, TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company) hanno sollevato l'umore e anche in Europa i risultati trimestrali sono stati a oggi migliori delle aspettative.

Questa settimana è partita, invece, in negativo come reazione alle notizie arrivate all’alba di lunedì sul rallentamento dell'economia cinese e nuovamente all'effetto combinato dei timori sull'inflazione, alimentati dall'aumento dei prezzi delle materie prime.

Il PIL della seconda economia mondiale è cresciuto del 4,9% su base annua nel terzo trimestre, il dato più debole dell’anno, rispetto al +7,9% nel periodo aprile-giugno. La crescita ha risentito in particolare della carenza energetica, delle tensioni sulle filiere e del settore immobiliare dove la grana Evergrande (ne avevamo parlato qui) non è stata risolta e sabato si capirà qualcosa di più visto che scade il periodo di “grazia” per le prime cedole finora non pagate.

In Cina il carbone è tornato buono (altro che decarbonizzazione) e l'aumento dei prezzi sta colpendo la redditività dei fornitori di elettricità, rendendo le società che producono energia elettrica riluttanti a generare energia. E poiché si dà la priorità alla fornitura di energia ai settori che toccano la vita quotidiana, il governo cinese sta limitando le forniture, dall'acciaio al cemento. 

Il risultato è una minore produzione e una maggiore inflazione e questo rallentamento nel terzo trimestre ha contribuito anche alla "tolleranza zero" di Pechino per le epidemie di Covid nella variante Delta durante quest’estate. E questo è stato un chiaro vento contrario per l'attività economica, in particolare nel settore dei servizi per l'inasprimento delle restrizioni alla mobilità e la reimposizione dei blocchi regionali nel bel mezzo della tipica stagione dei viaggi.

E in Cina non è che si può molto discutere su queste cose se il Partito dice così.

Il governo cinese prevedeva fino a poche settimane fa comunque che l'economia cinese sarebbe cresciuta del 6% per tutto il 2021, il Fondo monetario internazionale stimava l'8% e la Banca asiatica di sviluppo l'8,1%.

Ognuno dà i numeri, insomma.