Economia
M&A, confusione sui dati del 2023. In aumento o in calo? Numeri a confronto
Per PwC il numero delle operazioni è cresciuto a 680 (+13,5%)
E ha aggiunto Daviddi, che lo scenario geopolitico e una politica monetaria restrittiva stanno determinando “un allungamento dei tempi dei processi m&a e una focalizzazione su operazioni di dimensione più contenuta, al fine di limitare i rischi finanziari e operativi”. Tuttavia, diversi elementi suggeriscono che “il mercato m&a in Italia possa comunque registrare un livello d’attività sostenuto, seppur inferiore rispetto ai numeri record registrati nel 2021 e nel 2022”. E questo perché “rimane abbondante la liquidità già raccolta da investire e le imprese hanno molto chiaro che l’utilizzo della leva transazionale può essere un rilevante acceleratore dei processi di trasformazione necessari a mantenere competitività, anche tenendo conto delle tensioni commerciali sempre più accentuate tra Ovest ed Est del globo, che richiedono veloci revisioni dei mercati in cui operare. Il PNRR rimane una straordinaria opportunità di supportare il processo di modernizzazione del nostro Paese, in particolare su tematiche specifiche, quali la trasformazione digitale, l’innovazione e la transizione energetica, specie se saprà sfruttare un effetto leva attraverso progetti in grado di coinvolgere aziende e fondi, favorendo la dinamica di investimento privato”.
E sulla stessa linea Max Lehmann, Strategy & Value Creation, IM&A Deals Leader, Partner PwC Italia, ha commentato: “Il focus di molti player industriali e anche dei fondi con aziende manifatturiere in portafoglio è tornato a essere concentrato sulla valutazione di possibili sinergie da integrazione e sulla individuazione di opportunità di value creation da implementare nel post deal attraverso azioni e programmi di integrazione più invasivi rispetto agli anni precedenti, caratterizzati da multipli in crescita e una maggiore propensione a fare operazioni di m&a, lasciando le target con elevato grado di indipendenza. In questo contesto ci attendiamo un ulteriore step nei processi di disinvestimento di asset considerati non-core, con molteplici processi di carve-out in fase di avvio.”
