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Economia
Manovra: Meloni cede a Fi sugli affitti brevi. Giù le pensioni nel pubblico

Ultime battaglie sulla manovra, la cedolare secca sugli affitti brevi sale solo per pochi

Lunedì la legge di Bilancio sarà inviata in Parlamento. A fissare il timing è la premier Giorgia Meloni, che prova anche a mettere la parola fine sulle polemiche, successive alla circolazione di diverse bozze, tanto da far insorgere le opposizioni. "C'è un lavoro di drafting che si fa ed è normale che si faccia. Ma non ci sono modifiche sostanziali ai saldi di bilancio che noi abbiamo approvato nel Consiglio dei ministri", scandisce Meloni, parlando a margine della cerimonia per la firma ad Acqualagna del patto di coesione con la regione Marche.

Ma la vigilia dell'approdo in Parlamento non è certo segnata da un clima sereno: le opposizioni vanno all'attacco, criticando anche i contenuti della legge di Bilancio oltre ai tempi lunghi di presentazione alle Camere rispetto alla data in cui è stata varata dal governo. E anche nella maggioranza non manca qualche fibrillazione. Forza Italia, pur garantendo la compattezza del centrodestra, insiste sulla necessità di apportare alcune modifiche, spiega il capogruppo Paolo Barelli, che cita ad esempio la norma sulla cedolare secca sugli affitti brevi: "Ci sono alcune modifiche da fare", dice l'esponente azzurro.

A proposito degli affiti brevi, il Fatto Quotidiano parla di nuova tassa "già morta". "Una delle misure simbolo della (povera) manovra di Giorgia Meloni, quella che prevedeva un’aliquota al 26%, e non più al 21, per chi affitta una propria casa per periodi brevi, sembra destinata a ridimensionarsi e di molto, sotto i colpi incrociati di alleati di governo e associazioni di settore", scrive il Fatto. "L'ultima bozza della manovra, la quarta, fatta circolare ieri, prevede infatti un aumento dell’aliquota solo a chi offre in locazione breve più di un appartamento, mentre per gli altri resta tutto uguale. Un compromesso al ribasso, rispetto alle intenzioni iniziali, che va incontro alle richieste dei forzisti".

Manovra: verso Iva al 22% su pannolini e al 10% su assorbenti

Si va invece verso l'Iva al 22% su pannolini e seggiolini auto e al 10% sugli assorbenti, come anticipato dal premier Giorgia Meloni. Nell'ultima bozza della manovra i pannolini e i seggiolini auto per bambini escono dalle categorie con l’Iva agevolata. La norma inserita infatti sopprime i due gruppi di beni che erano assoggettati all’Iva agevolata al 5%, tra cui appunto gli assorbenti e i tamponi per la protezione dell’igiene femminile e le coppette mestruali femminili, il latte in polvere, i pannolini e i seggiolini auto per i bambini. Ma gli assorbenti femminili e il latte in polvere vengono spostati tra i prodotti assoggettati all’Iva al 10%, mentre pannolini e seggiolini per bambini non vengono riassegnati, e dovrebbero tornare così all’aliquota ordinaria del  22%. 

Tagli alle pensioni dei dipendenti pubblici, medici compresi

C'è poi la questione delle pensioni. "Tra finestre, tetti, paletti, vincoli e penalizzazioni, il pacchetto pensioni della manovra, la seconda del governo Meloni, ha un unico risultato: il ritorno pieno alle regole ordinarie della legge Fornero nel 2024. Altro che vittoria della Lega di Matteo Salvini. Chi pure riuscirà ad anticipare, slitterà l’uscita all’anno dopo", sostiene Repubblica. 

Tagliate le pensioni per i dipendenti pubblici. Secondo Repubblica, "anche i medici dovranno arrendersi. In queste ore minacciano di piantare tutto e ritirarsi entro la fine di quest’anno, lasciando scoperti ospedali e ambulatori, per non incappare nel nuovo taglio riservato dal 2024 ad alcuni dipendenti pubblici – enti locali, sanità, insegnanti delle paritarie, ufficiali giudiziari: 700 mila a regime, 30 mila l’anno prossimo – che godono di vecchissime regole di calcolo sugli anni lavorati prima del 31 dicembre 1994. L’effetto combinato di finestre e preavvisi non permetterà loro di evitare quel taglio che Cgil-Fp e Flc calcolano possa arrivare fino al 20% della parte retributiva della pensioni. Con penalizzazioni da 400 fino a 11 mila euro lordi all’anno in meno di pensione per un reddito di 50 mila euro lordi".

Boccia (Pd): "Dal governo furto ai dipendenti pubblici"

“Se non bastassero le porcherie annunciate (perché i testi nessuno li ha visti) su asili, sanità, fisco e risparmi, oggi si parla di un’altra chicca di questo governo in materia di pensioni. In una bozza della manovra si prevede, come denunciato dai sindacati, la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate dal 2024, delle quote di pensione retributive in alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico e più precisamente degli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli Enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps) e alla Cassa per le pensioni degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi) e a favore degli iscritti alla cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug)".

Così il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia. "Se la notizia fosse vera ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio furto nei confronti del lavoratori pubblici. Un peggioramento ulteriore anche rispetto alla legge Fornero. Aspettiamo - aggiunge -, e sarà sempre troppo tardi, di vedere il testo ma contrasteremo in Parlamento questa scelta che taglierebbe migliaia di euro l’anno a molti lavoratori del serrore pubblico. Abbiamo a che fare con un governo che non solo non fa nulla per le pensioni di domani ma per fare cassa toglie risorse a quelle attuali dei dipendenti pubblici”. 

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