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Economia
Marcegaglia ed Exor nell'acciao verde. La svedese H2GS raccoglie 105 milioni
Emma Marcegaglia John Elkann 
Lapresse

La famiglia Marcegaglia e gli Agnelli, assieme ad altre grandi dinastie del capitalismo europeo come i Wallenberg e i Maersk, cavalcano l'onda della crescente domanda di acciaio verde e della riconversione sostenibile di un settore da cui proviene circa una percentuale tra il 7% e il 9% del totale (con grosso peso deli stabilimenti europei) delle emissioni nocive causate dai carburanti fossili, e investono nella start-up siderurgica svedese H2 Green Steel (H2GS). Dal 2024, la società alimenterà  totalmente a idrogeno verde il suo stabilimento utilizzando solo fonti energetiche rinnovabili locali, come l'energia eolica e idroelettrica anticipando di molto gli obiettivi di compatibilità ecologica fissati dalla Ue per il 2050.

Il controllo del gruppo è del fondatore Vargas Holding, finanziaria svedese che investe nel settore delle nuove tecnologie, della digitalizzazione e delle telecomunicazioni, nei cui piani H2GS arriverà a produrre inizialmente 2,5 milioni di tonnellate di acciaio verde l'anno, con l'obiettivo di raggiungere i 5 milioni già nel 2030. Un ammontare, per capire, inferiore di tre milioni di tonnellate alla capacità massima di otto dell'ex Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d'Europa.

Con questo round di finanziamenti, il gruppo ha raccolto complessivamente 105 milioni di euro, risorse messe a disposizione da partner strategici come Marcegaglia, ma anche Mercedes e Scania che appartengono a settori come la trasformazione dell'acciao, l'automotive e i veicoli commerciali grandi utilizzatori della materia prima e da investitori finanziari di lungo termine come Exor, la holding d'investimento degli Agnelli che è anche il primo azionista di Stellantis e a capo dell'impero di partecipazioni della famiglia torinese. 

Inoltre, il gruppo Marcegaglia, che ha messo nel mirino l'Ast di Terni messa in vendita dalla tedesca ThyssenKrupp, agirà anche in qualità di partner industriale, sia in ambito produttivo, sia in ambito commerciale distributivo. 

Gli impianti ad idrogeno verde alimentati da rinnovabili, quindi green al 100%, useranno minerale di ferro ad alta qualità, di cui il cluster svedese di Boden, leader mondiale nella metallurgia e nella siderurgia, è particolarmente ricco. Fra gli investitori anche il colosso svedese Ikea e l'amministratore delegato di Spotify, l'imprenditore di Stoccolma Daniel Ek.

 

 

 

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