Economia
Mercati, l'ingovernabilità non spaventa. Investitori abituati da Trump-Brexit

La crescita del Pil conta più delle urne. L'analisi è di Richard Flax, chief investment Officer di Moneyfarm
L'instabilità politica italiana non farà scattare il panico degli investitori in Borsa: nella prossima primavera, un Parlamento a tre forze politiche che diffilmente avanno la maggioranza (solo il Centrodestra ha questa possibilità) non spaventerà i mercati, anche se Mario Draghi metterà un freno agli acquisti di Btp. Nei mesi scorsi, la Brexit e l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, scenari inaspettati, hanno allenato gli operatori a gestire contesti molto sfidanti e a tenere i nervi saldi sulla barra delle posizioni in portafoglio e degli acquisti, conservando le aspettative positive sugli utili suffragate da buoni dati sulla crescita mondiale.

L'analisi è di Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, la società indipendente di consulenza finanziaria online con sede in Italia e nel Regno Unito, secondo cui "difficilmente la nuova legge elettorale garantirà da sola la governabilità, anche se favorisse la formazione di coalizioni. Dopotutto il sistema italiano è ormai tripartito, e questo giocoforza condizionerà le relazioni tra i partiti che da qui in avanti si troveranno obbligatoriamente a formare delle coalizioni", come avviene in Germania (dove il processo che porta dalle elezioni alla formazione dei governi viene vissuto in modo meno drammatico che in Italia).
D'altronde, se qualcosa gli ultimi vent'anni hanno insegnato è che tutti i tentativi di realizzare il teorema "la notte delle elezioni si conoscerà il vincitore" sono falliti, spesso causando enormi fratture istituzionali, bocciati ora dalla Consulta. Ora dal popolo sovrano coi referendum, ora dalla frammentazione del sistema politico, ora dall’insufficiente acume politico dei proponenti. "Visti tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato la politica europea e globale - prosegue di il manager di Moneyfarm - un po' di ingovernabilità non sarà certo in grado di far piombare i mercati nel panico. Così cerchiamo di guardare al nuovo anno con un atteggiamento positivo come normalmente si fa in finanza. All'inizio di ogni anno gli operatori si lasciano travolgere dall'ottimismo per poi rimanere regolarmente delusi".
"Quest'anno, invece, le buone sensazioni di gennaio non hanno fatto che migliorare man mano che i dati macroeconomici venivano pubblicati. L'upgrade degli utili attesi è un fenomeno che ha caratterizzato tutte le aree geografiche, compresi i mercati emergenti", osserva ancora Flax. Secondo il Cfo di Moneyfarm all'inizio del 2018, per vedere se le aspettative sui mercati sono solide, gli occhi degli investitori saranno tutti puntati sulla crescita globale, i salari e sulla riforma fiscale americana (che sarebbe in grado di assorbire parte delle valutazioni a stelle e strisce che restano comunque elevate). "Preoccupa quindi meno l'instabilità politica - conclude Flax - come se gli ultimi tre anni avessero allargato il campo del possibile, spostando più in là anche il confine del tollerabile".
Con una cautela, però: la posizione del mercato azionario e obbligazionario ci fa pensare che nel futuro prossimo le prospettive di rendimento difficilmente rimarranno all'altezza degli ultimi anni. Tenere sotto controllo i prezzi di acquisto dei titoli è quindi d'obbligo in questa fase".
