Mercati, timori per conti-governo.Schizza lo spread che chiude sotto i massimi - Affaritaliani.it

Economia

Mercati, timori per conti-governo.Schizza lo spread che chiude sotto i massimi

Andrea Deugeni

Lo spread, già da un paio di settimane a quota 260-270 punti, arriva a 275 mentre il Cdm è riunito su Siri e all'indomani delle previsioni Ue. 266 in chiusura

Le preoccupazioni sulla tenuta futura del governo Conte, mentre il premier stesso toglie la maggioranza giallo-verde dall’impasse revocando direttamente le deleghe al sottosegretario leghista Armando Siri, fanno capolino sul mercato secondario all’indomani della pubblicazione delle previsioni economiche di primavera da parte della Commissione europea. Previsioni che stimano per l’Italia una crescita per quest’anno dello 0,1% (in calo dallo 0,2% previsto in febbraio), un deficit pubblico al 2,5% nel 2019 e al 3,5% del Pil nel 2020 e un debito che rischia di aumentare nuovamente, toccando nuovi record, al 133,7% del Pil nel 2019 fino al 135,2% nel 2020.

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Numeri che relegano il nostro Paese in fondo alla classifica del Vecchio Continente per tasso di crescita, che fanno salire il conto dei miliardi per la prossima legge di Stabilità a una base di partenza di almeno 35 e che alimentano i dubbi degli investitori sulla sostenibilità dei nostri conti pubblici. Scenario a cui non fanno certamente bene le continue tensioni fra i due partiti che hanno dato vita alla coalizione governativa.

Così i mercati hanno iniziato a chiedere un premio maggiore per il rischio con rendimenti in salita per i titoli di stato italiani, facendo aumentare lo spread, già da un paio di settimane a quota 260-270 punti base, stabilmente sopra 270, a 275 punti base.

Proprio mentre era in corso il Consiglio dei ministri sul caso Siri, il differenziale di rendimento tra il Btp decennale benchmark e il titolo tedesco di pari scadenza si è portato ai massimi dallo sorso febbraio, dai 265 punti base dell'apertura e dai 262 punti base della vigilia. In aumento anche il rendimento arrivato al 2,69% dal 2,59% del riferimento precedente. L'impennata è rientrata a fine seduta con lo spread che ha comunque chiuso in rialzo rispetto a ieri, ma sotto i massimi di giornata (a 266 punti base dai 262 punti della vigilia).

Certo, non aiuta neanche la giornata complessivamente nervosa sui mercati finanziari dove gli investitori appaiono cauti nelle proprie decisioni alla luce delle tensioni internazionali sul fronte delle trattative tra Usa e Cina (in serata a Washington l’arrivo della team di negoziatori di Pechino che dovrà rimettere a posto le carte dopo che i tweet di Donald Trump le hanno sparigliate), optando così per la ricerca di asset di maggiore qualità. Per quanto riguarda le obbligazioni governative, l’Italia non fa parte di questo club. Dai Btp, quindi, meglio stare alla larga.

twitter11@andreadeugeni