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Economia
Mps,ipotesi Nexi-Sia per il Consorzio Operativo.Operazione di sistema per l'IT

Spunta l’ipotesi Next-Sia per il Consorzio Operativo di Mps, un asset rilevante del perimetro di Rocca Salimbeni che il Ceo di UniCredit Andrea Orcel non intende inserire nell’offerta finale che Piazza Gae Aulenti recapiterà sul tavolo del Tesoro presumibilmente la prossima settimana, quando verrà scavallato l’appuntamento elettorale delle suppletive a Siena. Appuntamento dopo il quale, rivelano ad Affaritaliani.it alcune fonti bancarie informate sulla trattativa, l’operazione dovrebbe subire un’accelerazione e le parti dovrebbero alzare il velo sull’esito dei negoziati.

BANKING SEASON/ Le pubblicazioni per le nozze UniCredit-Montepaschi non sono ancora state fatte partire, ma per quanto riguarda la trimestrale secondo alcuni rumors che circolano a Rocca Salimbeni, il Monte potrebbe imitare UniCredit anticipando il Cda per la diffusione al mercato dei conti. Appuntamento che, al momento, è fissato in agenda il 4 novembre.

Il Consorzio Operativo è una controllata di Mps che si occupa dei servizi informatici del gruppo, dislocata su cinque poli territoriali (Siena, Firenze, Padova, Mantova e Lecce come eredità delle gradi acquisizioni senesi del passato) e che impiega 870 dipendenti, professionalità tecniche che sia per skill, ma soprattutto per ammontare complessivo difficilmente potrebbero finire inglobate, come avverrà in caso di accordo fra Mef e UniCredit per le filiali eccedenti Mps di Sicilia e Puglia, nel perimetro del Mediocredito Centrale.

Il gruppo bancario pubblico controllato al 100% da Invitalia (direttamente partecipata a sua volta dal dicastero di Daniele Franco) è entrato infatti nella data room di Mps, ma assieme alla controllata Popolare di Bari, Mcc conta (dati bilancio 2020) già 3.146 dipendenti e il Consorzio Operativo sarebbe un boccone troppo grosso da digerire.

Così, dopo che il Tesoro ha coinvolto un altro attore pubblico come Amco per la gestione di tutte le esposizioni deteriorate del Monte, che a fine giugno ammontavano a solo 4,2 miliardi e, assieme ad altri investitori privati esteri, per i crediti Stage 2 (ancora performing) tramite cartolarizzazioni sintetiche, pare che in Via XX Settembre si stia ragionando sul coinvolgere il gruppo dei pagamenti digitali Sia, controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti e che ha aperto il cantiere della fusione con Nexi, operazione al termine del quale il braccio armato del Tesoro di Via Goito sarà il primo azionista con circa il 17%. Fonti riferiscono ad Affaritaliani.it che si tratta di una delle ipotesi aperte al Mef.

L’obiettivo è quello di confezionare una sorta di operazione di sistema che nel caso del Consorzio Operativo Mps, tramite l’apporto di Sia, risolverebbe l’assorbimento/reinserimento delle 870 figure specializzate in IT di Rocca Salimbeni. Un altro pezzo del puzzle che permetterebbe al Tesoro di condurre in porto la privatizzazione della banca.

@andreadeugeni

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