Economia
Neom: Salini, Leonardo e Italferr.Chi si frega le mani con la città del futuro
I big dell'industria italiana pronti a fare affari con Neom, il mega-progetto da 500 miliardi di dollari dell’Arabia Saudita
E’ di casa in Medio Oriente anche la veneta Permasteelisa, leader mondiale nelle facciate architettoniche in vetro e acciaio che però, dopo essere passata nel 2010 sotto il controllo dei fondi Investindustrial di Andrea Bonomi e Alpha di Edoardo Lanzavecchia, è stata rivenduta l’anno successivo al gruppo giapponese Lixil Corporation e da questi, lo scorso agosto, al gruppo cinese Grandland. Il gruppo ha infatti realizzato, tra gli altri, il Doha Convention Center, le facciate e i rivestimenti interni dell’aeroporto internazionale Hamad (sempre a Doha), il Terminal 3 dell’aeroporto internazionale di Dubai, i negozi Victoria Secret’s sia a Dubai sia a Kuwait City.
Così le sfavillanti torri per uffici e gli hotel 5 stelle che il principe Salman sogna saranno facilmente “Made in Italy”, uno stile e dei marchi (sempre più spesso controllati da investitori esteri) che in Arabia Saudita sempre più spesso leader anche nella moda. Sono infatti già presenti con proprie boutique, o all’interno di negozi di lusso come Rubaiyat, Geox, Tod’s, Salvatore Ferragamo, Prada, piuttosto che Armani, Brioni, Dolce e Gabbana, Gucci, Valentino (ormai di proprietà di Mayhoola, il fondo d’investimento del Qatar) o Corneliani (il cui 55% è stato rilevato lo scorso anno da Investcorp, società di investimenti del Bahrain già azionista di Gucci dal 1987 al 1996) e non vi è dubbio che le loro creazioni faranno bella mostra di sé anche nelle vetrine di Neom.
Luca Spoldi