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Emergenza calore, come proteggere la casa (e il portafoglio)

L'Italia come altri Paesi sconta una diffusa abitudine a considerare in maniera antiquata gli impianti di aria condizionata
Emergenza caldo: che cosa fare con gli impianti di raffreddamento?
L'emergenza calore (che nei prossimi giorni dovrebbe portare a un ulteriore incremento delle temperature) costringerà gli italiani ad accendere, di più, l'aria condizionata: che cosa vi aspettate? Che impatto sui consumi? È chiaro che con l’aumentare delle temperature la gente avrà la necessità di accendere i condizionatori, e questo, se gestito con tecnologie “antiquate”, non potrà rispettare gli obiettivi di consumo previste in un periodo come quello attuale. "Ma se queste accensioni sono accompagnate da una gestione ragionata della climatizzazione le cose possono essere diverse, se non addirittura migliori" ci spiega Desirée Quintero, direttrice business development di Airzone. Si pensa sempre che un incremento dell’uso della climatizzazione induca necessariamente ad alti consumi, spreco energetico etc.…Invece il vero problema è un uso “antico” della climatizzazione. "Avere un impianto che non si presta all’esigenze effettive delle persone che “vivranno” quello spazio…quello sì che è “spreco”. Questo modo di gestire la climatizzazione non è auspicabile. Al giorno d’oggi esistono sistemi di controllo della climatizzazione che, ti permettono di fare molto di più che spegnere o accendere un dispositivo" aggiunge Quintero.
Pensiamo ai primissimi telefoni cellulari, uno di quelli “a mattone”, per intenderci. La sua funzione era chiamare, punto. Oggi con gli smartphone, è possibile chiamare, inviare messaggi di testo, vocali, video e videochiamare. Ecco, è come se al giorno d’oggi dove la tecnologia attuale degli smartphone è “la videochiamata”, la maggior parte delle persone continui a credere che il telefono sia ancora quello “a mattone”. Grazie ai sistemi di controllo è possibile contenere gli aumenti dell’energia senza rinunciare al comfort.
Un rimedio può essere quello della zonificazione: ma quanto si può tagliare la spesa con questi sistemi? "Il Gruppo Energia della Scuola Superiore di Ingegneri Industriali dell'Università di Malaga ha effettuato vari studi per misurare l’effetto della zonificazione. L’obiettivo di questi studi è misurare il risparmio con dimostrare come l’implementazione di sistemi di controllo intelligenti negli impianti di climatizzazione e di come contribuisca positivamente all’efficienza energetica di un edificio.
Abbiamo delineato uno studio basandoci su una residenza con 5 stanze (salotto, cucina, studio, camera da letto dei genitori e camera da letto dei bambini) per un totale di 121 m2, utilizzata da una famiglia tipo di 4 persone. Abbiamo effettuato tale studio prendendo in considerazione tre zone climatiche differenti come Milano, Roma e Napoli" chiosa Quintero.
Nelle tre città analizzate assistiamo ad un importante risparmio sulla climatizzazione. Da tali studi si evince che a queste condizioni, la scelta di un sistema zonificato apporta un risparmio che può arrivare fino al 73% a Milano, fino al 44,8% a Roma e fino al 58,8% a Napoli. Grazie alla zonificazione le percentuali di risparmio per il riscaldamento vanno dal 17-21%. A questo si aggiunge anche la scelta di utilizzare l’algoritmo Eco-Adapt: un algoritmo con la quale si può decidere quale obiettivo l’impianto deve massimizzare, se il comfort o il risparmio. Non si tratta di una semplice programmazione oraria, è molto di più. È l’impianto che, in base alla scelta dell’utente, si comporta di conseguenza.
Quest'inverno, mentre si fanno sempre più probabili i razionamenti, che cosa dovremo aspettarci in termini di consumi e di eventuali, possibili riduzioni? La situazione attuale, come sappiamo, è complicata e relazionata a più variabili, che vanno dalla crisi energetica, al post pandemia, dalla guerra e alle condizioni climatiche. La soluzione non è la limitazione di consumi riassumibili nella parola “sacrifici”. Lo è invece utilizzare la tecnologia esistente, e soprattutto continuare a produrla per accelerare l’addio a questo periodo attuale di transizione. La ricerca di un cambiamento positivo deve derivare però dalla consapevolezza, e forse per questo un ruolo importante sarà occupato anche dalla stampa e dalla velocità con cui farà prendere atto all’opinione pubblica che la soluzione c’è, solo che è ancora sconosciuta.
"Pochi giorni fa abbiamo letto che La Task Force USA-UE sulla sicurezza energetica ha deciso di distribuire circa 1,5 milioni di termostati intelligenti a risparmio energetico nella UE entro l’anno. Noi del settore sappiamo che i termostati intelligenti non sono sufficienti. La vera intelligenza risiede negli algoritmi di controllo delle macchine, che permettono di farle funzionare in quel range di potenza dove hanno i migliori rendimenti" aggiunge Quintero.
Ci sono poi diverse cattive abitudini che contribuiscono ad accrescere notevolmente il costo delle bollette. "Accendere e spegnere un impianto “a freddo”. In questo caso l’impianto dovrà esercitare maggior sforzo per produrre il livello di comfort desiderato dall’utente. Come, per esempio, tornare a casa d’estate ed accendere il condizionatore a temperature molto basse per trovare un po' di freschezza il prima possibile o in inverno, accendere i riscaldamenti al massimo per avere un po' di calore in una casa gelida" conclude Quintero. "La presenza di un controller (da remoto) ti permette di accendere la climatizzazione mezz’ora prima del tuo arrivo, alle temperature consigliate, e questo permette alla macchina di evitare lo spreco d’energia inutile. Quindi, un sistema di controllo ti permette di essere padrone delle tue esigenze, del tuo comfort e dei tuoi consumi. Esiste ed il settore la conosce, ma sarà una soluzione risolutiva solo quando sarà conosciuta da tutti".
