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Generali Italia, presentato il Rapporto 2022 Welfare Index PMI

Generali Italia, al via la presentazione del Rapporto 2022 Welfare Index PMI: premiate 121 imprese Welfare Champion

La settima edizione del Rapporto Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha visto la partecipazione di oltre 6500 imprese diverse. I risultati ottenuti, che mostrano il livello di iniziativa di welfare delle aziende di tutta Italia, testimoniano l’impegno delle stesse e il desiderio di instaurare una connessione duratura con dipendenti e consumatori. La realizzazione del rapporto, presentato oggi a Roma al Palazzo della Cancelleria, ha coinvolto alcune delle principali Confederazioni italiane, tra cui Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio. I rappresentanti delle Confederazioni hanno partecipato all'evento odierno, insieme a Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Giancarlo Fancel Massimo Monacelli, rispettivamente Country Manager & CEO e General Manager di Generali ItaliaBarbara Lucini, Responsabile Country Corporate Social Responsibility di Generali ItaliaEnea Dallaglio, Partner Innovation Team Gruppo Cerved.

Lo studio prova a rispondere ad una domanda fondamentale: in che modo il welfare aziendale influenza il benessere dell’impresa? Soprattutto, quali sono gli ambiti che risentono maggiormente delle politiche di welfare portate avanti dalle imprese. Come dichiarato da Giancarlo Fancel, Country Manager & CEO Generali Italia: “Il welfare aziendale è un fattore strategico per le imprese e una priorità per il Paese, anche per raggiungere gli obiettivi del PNRR attraverso una partnership tra il settore pubblico e il privato. Oggi il nostro rapporto Welfare Index PMI certifica come chi ha programmi di welfare evoluti ha maggior successo come impresa, investendo, tra gli altri, in Sanità, Formazione e Inclusione Sociale. Le aziende sono in prima linea nel produrre innovazione sociale a fianco delle famiglie e dei territori in cui operano, intercettando i bisogni emergenti, come dimostrano le migliori iniziative sociali delle realtà presenti in questa edizione”.

Il welfare aziendale ha raggiunto un alto livello di maturità. Oggi, più del 68% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello base di welfare aziendale; allo stesso modo, il numero di PMI con livello molto alto e alto, è passato dal 10,3% (2016) al 24,7%. Ma non sono solo le grandi imprese a puntare sul welfare, come dimostrano i risultati riferiti allo sviluppo delle microimprese (da 6 a 9 addetti), che hanno raddoppiato il loro livello di efficienza passando dal 7,7% (2017) al 15,1%. Durante l’evento, è stato assegnato a 121 imprese Welfare Champion il massimo rating 5W, che indica il presidio e l’innovazione in tutte le aree di welfare.

Marina Elvira Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha dichiarato: "II welfare è un volano in grado di far crescere la produttività, grazie ad un migliore coinvolgimento dei lavoratori nei processi aziendali. Conoscere e accompagnare i bisogni dei dipendenti è quell'attenzione che denota una chiara e precisa volontà di dare al lavoro una dimensione più ampia. Un coinvolgimento che quasi sempre è ripagato da una rinnovata dedizione alla mission aziendale in grado di aumentare efficienza e produttività. In quest'ottica, il welfare diventa un'opportunità per le aziende e per i suoi lavoratori e viceversa”.

Uno dei contributi più interessanti del rapporto Welfare Index PMI è l'analisi della correlazione degli indici di welfare con i bilanci di un campione di circa 2.600 imprese nell'arco di tre anni (2019, 2020 e 2021, realizzata in collaborazione con Cerved), un periodo segnato dalla pandemia Covid e dalla successiva ripresa. Le imprese con un welfare più evoluto ottengono performance di produttività decisamente superiori alla media, crescono molto più velocemente nei risultati economici e nell'occupazione. Nel 2021, l'utile sul fatturato delle aziende con livello di welfare molto alto è stato doppio rispetto a quello delle aziende a livello base: 6,7% contro 3,7%. 

Quest'anno, in occasione della settima edizione del Rapporto, è stato presentato per la prima volta il Position Paper firmato dagli esperti del Comitato Guida Welfare Index PMI, intitolato "Il contributo del welfare aziendale al rinnovamento del welfare italiano". Ne emerge che il welfare aziendale può rappresentare uno strumento decisivo attraverso il quale investire maggiori risorse nei settori chiave promossi dal PNRR: sanità, formazione, inclusione sociale. 

L'intervista di Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, ad affaritaliani.it

 

Ai microfoni di affaritaliani.it Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia, che ha dichiarato: "Generali è un grande protagonista del welfare italiano per diverse ragioni. Siamo innanzitutto produttori di welfare, perché forniamo servizi di welfare a 15 mila tra dipendenti e collaboratori su tutto il territorio nazionale. Siamo poi anche fornitori, perché serviamo le imprese italiane, tant’è che un’impresa su quattro è assicurata con Generali in Italia. Infine, siamo promotori della cultura del welfare, come testimonia il Welfare Index Pmi, che giunge alla sua settima edizione coinvolgendo 6.500 imprese".

L'impegno di Generali nella difesa delle politiche di welfare aziendale inizia proprio dall'interno. Come spiega Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia: "Il modello di welfare proposto da Generali si basa su alcune caratteristiche fondamentali. La prima è la capillarità, perché i servizi devono essere vicini alle persone. C'è poi l’innovazione, in riferimento alla nostra capacità di costruire servizi attraverso tutta la vita delle persone, come dimostrano ad esempio i servizi per la natalità, l’assistenza agli anziani, i servizi per il tempo libero o per lo svolgimento dell’attività professionale, utilizzando le nuove tecnologie. E infine la completezza: serviamo oggi oltre 400 servizi attraverso Welion, la società di Generali Italia dedicata alla salute e al welfare".

Le parole di Barbara Lucini, Responsabile Country Corporate Social Responsibility di Generali Italia, ad affaritaliani.it

 

Barbara Lucini, Responsabile Country Corporate Social Responsibility di Generali Italia, ha parlato della connessione tra welfare e sostenibilità, dimostrando quanto questi due principi siano fondamentali per la crescita delle imprese. A margine dell'evento, Lucini ha dichiarato: "Welfare Index PMI giunge alla sua settima edizione e da anni monitora l’evoluzione del welfare aziendale nelle piccole e medio imprese, vera e propria struttura portante del sistema produttivo italiano. Il rapporto ci rivela che il welfare aziendale continua a crescere e che è diventato sempre più determinante per la sostenibilità sociale. Le imprese che abbiamo raccontato in questo rapporto sono perfettamente in grado di coniugare l'impegno aziendale nel raggiungimento degli obiettivi economico-finanziari e l’impatto di valore sociale generato nel lungo periodo per i propri stakeholder, per i propri dipendenti, per le famiglie e le comunità di riferimento".

"Ci sono due parole che ricorrono nel rapporto e che messe insieme chiariscono l'ideale di Generali: crescita e sostenibilità, traducibili con l'espressione crescita sostenibile", commenta Lucini"Per noi, vuol dire proprio coniugare il benessere per i propri stakeholder e gli obiettivi di impresa. In secondo luogo, si riferiscono all’integrazione progressiva dei fattori ESG all’interno dei nostri processi operativi, ma anche del nostro business. Terza cosa: agire di concerto con i nostri stakeholder. L’obiettivo è quello di creare degli ecosistemi, che tentano di massimizzare l’impatto positivo sulla società". 

Il rapporto cambia ogni anno, allargandosi ad importanti novità e innovazioni. "Abbiamo arricchito il nostro modello di analisi affiancando ad un indice generale di welfare, anche un indice di impatto, che misura l’efficacia delle politiche di welfare sugli stakeholder. L’azione che registriamo in riferimento al lavoro delle piccole e medio imprese è sempre più pervasiva sul territorio e si trasforma, quindi, in uno strumento utile all'aggregazione sociale. Questa è una delle proposte che abbiamo voluto raccogliere nel Paper, che quest’anno arricchisce il nostro rapporto con una proposta di partenariato forte tra pubblico, privato e terzo settore", ha poi concluso Barbara Lucini.

Il commento di Enea Dallaglio, Partner Innovation Team Gruppo Cerved, ad affaritaliani.it

 

Il Welfare Index PMI arriva oggi alla sua settima edizione. Enea Dallaglio, Partner Innovation Team - Gruppo Cerved, ha rilasciato un'interessante dichiarazione sul percorso di crescita e sviluppo dell'interesse sociale delle imprese nel corso del tempo. "Le imprese italiane sono tradizionalmente impegnate nel sociale. É una lunga storia, che viene addirittura dal secolo precedente il secolo scorso. Da quando c’è questa grande novità, dalla legge del 2016 che ha incentivato il welfare aziendale, questo modello e l’impegno sociale delle imprese, si è diffuso nelle imprese di tutti i settori produttivi e in tutte le classi dimensionali".

"Sette anni fa, quando partii il nostro progetto di ricerca, circa il 10% delle imprese italiane erano attive nel welfare aziendale. Oggi le imprese molto attive, con un livello alto di punteggio Welfare Index PMI, che è il sistema con cui noi misuriamo l’iniziativa di welfare delle imprese, sono arrivate al 25%", ha commentato Enea Dallaglio. "Questi numeri danno l’idea del potenziale, del contributo che le imprese possono dare per interpretare i bisogni delle famiglie italiane e diffondere modelli nuovi di welfare in ambito sanitario, nell’ambito dell’istruzione, nell’ambito dell’assistenza e in tutte le aree in cui il Paese con il PNRR sta facendo un grande sforzo di investimento per il rinnovamento del nostro sistema di welfare".

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