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Giovani talenti e stop al digital mismatch: così Huawei guarda al 2023

Radoslaw Kedzia, vice presidente di Huawei Technlogies CEE&Nordic region

Huawei European Talent Summit, ad Atene i leader Ue chiedono un ecosistema di talenti aperto e sostenibile

Giovani e futuro, ma anche sostenibilità, digitalizzazione e divario di genere: sono queste le parole chiave che hanno animato il secondo European Talent Summit di Huawei, dal titolo, già di per sé emblematico, “Creare insieme un futuro sostenibile per i talenti europei”, andato in scena ad Atene.

Qui si sono riuniti 80 giovani studenti, provenienti da differenti atenei europei, un centinaio di rappresentati di governi, organizzazioni internazionali e realtà industriali. Tutti mossi da un unico obiettivo: esplorare soluzioni alla carenza di professionisti in ambito ICT, promuovere l'alfabetizzazione digitale e le competenze necessarie per colmare il divario digitale e costruire un ecosistema di talenti aperto e sostenibile.

“Il talento è essenziale affinché l'Europa raggiunga obiettivi come la digitalizzazione e lo sviluppo sostenibile”, ha sottolineato in occasione del Summit Radoslaw Kedzia, vice presidente Huawei CEE&Nordic. “Questo è il motivo per cui dobbiamo unirci e costruire un ecosistema di talenti aperto per un successo condiviso. Huawei ha sempre attribuito grande importanza alla coltivazione dei talenti ed è una delle nostre priorità in Europa. Negli ultimi dieci anni abbiamo formato più di trentamila professionisti ICT in questa regione”.

Dal binomio giovani e talento parte infatti il futuro di Huawei: nei prossimi tre anni l'azienda ha annunciato l'assunzione di 600 neolaureati provenienti da diverse realtà europee, accelerando le ambizioni del programma "Bright Starche mira a reclutare  100 stagisti universitari ogni anno. Lo scopo è quello di creare un vero e proprio “ecosistema” professionale di qualità attraverso l'implementazione di percorsi diversificati. Con, da parte una parte, l'aspirazione di fortificare, nel mondo professionale, le lacune legate alle materie ICT, ovvero tutto ciò che riguarda le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e dall'altra la necessità di colmare il sempre (e più) dibattuto divario di genere.

A oggi, Huawei ha già aperto più di 200 ICT Academy in Europa focalizzate sulle certificazioni professionali, certificando quasi 16.000 studenti. Nel 2011, grazie all'introduzione del programma "Seeds for the Future", ha invece formato oltre 3.500 giovani. Se pensiamo che in Europa circa il 20% degli adulti è ancora privo e scevro di competenze digitali di base, le nuove leve possono senz'altro “contribuire a colmare il divario non solo accogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie intelligenti, ma anche lavorando con le generazioni più anziane nel plasmare il futuro digitale”, ha sottolineato al secondo Talent Summit David Atchoarena, direttore dell'Istituto Unesco per l'apprendimento permanente.

In tale contesto, va sottolineata anche la collaborazione intergenerazionale. Anna Schneider, docente della Hochschule Fresenius University of Applied Sciences, dal palco di Atene ha messo in evidenza come “la diversità di età è una risorsa trascurata nei luoghi di lavoro europei". “I risultati del nostro studio sottolineano l'importanza dello scambio di conoscenze intergenerazionali, in particolare per le competenze digitali. Circa un terzo dei lavoratori di età pari o superiore a 55 anni ha appreso competenze digitali da un collega di almeno dieci anni più giovane nell'ultimo mese", ha rimarcato. Quindi, "più l'azienda è digitalizzata, maggiore è lo scambio di conoscenze a livello generale", ha concluso Schneider. 

Ma non solo mistmatch digitale, bensì anche divario di genere. Le donne, nonostante numerosi passi in avanti, restano quel segmento di forza lavoro spesso sottorappresentata negli ambiti professionali Stem. “Esistono evidenti ostacoli che impediscono alle donne di raggiungere posizioni più elevate nelle loro carriere accademiche e professionali”, ha affermato in occasione del secondo Talent Summit Elissavet Vozemberg, membro del Parlamento europeo e vice presidente della Commissione per i diritti femminili e l'uguaglianza di genere.

Come ricordava in un'intervista ad Affaritaliani.it Enrica Banti, head of Communication di Huawei, quando si parla di donne e digitale “l'ostacolo è doppio, se non triplo". Non basta parlare di competenze, "si tratta anche di attuare dei cambiamenti culturali”. E il programma "Seeds for the Future" tenta proprio di trovare un connubio tra uguaglianza, talento femminile e digital mismatch. Infine, altro banco di prova fondamentale per Huawei sarà il “Women in Tech”, il programma lanciato ad Atene in collaborazione con il Manpower Employment Organization e il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali greco, che punta a formare nella Repubblica ellenica, in ambito ICT, 500 donne ancora senza impiego.

 

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