IIA, al via l’Italian Insurtech Summit 2025: il settore evolve verso l’Insurance Inclusion - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 10:23

IIA, al via l’Italian Insurtech Summit 2025: il settore evolve verso l’Insurance Inclusion

Il Summit riunirà l’intero ecosistema assicurativo per disegnare un mercato più aperto, resiliente e socialmente utile.

di Federica Toscano

IIA, Italian Insurtech Summit 2025: le interviste al Presidente di IIA Ranucci Brandimarte e all’ Executive Director di Be Shaping the Future, Part of Engineering Group, Pierangelo Mortara

Sta per tornare l’Italian Insurtech Summit 2025, la sesta edizione dell’evento che rappresenta il principale punto di riferimento per l’innovazione nel settore assicurativo italiano. L’appuntamento è al Milano LUISS Hub per due giornate intense di incontri, dibattiti e networking.

Il filo conduttore di quest’anno sarà l’Insurance Inclusion: dopo anni di trasformazione digitale, il settore è chiamato a fare un passo ulteriore, utilizzando tecnologia, Intelligenza Artificiale e una maggiore centralità del cliente per rendere l’assicurazione davvero accessibile, comprensibile e vicina alle esigenze di tutti. In un Paese ancora fortemente sotto-assicurato, solo il 7% delle abitazioni e delle imprese è coperto contro eventi catastrofali, secondo i dati ANIA, l’obiettivo è colmare il protection gap trasformando la protezione in un diritto diffuso, alla pari di sanità e istruzione.

Grazie alla digitalizzazione sostenibile e inclusiva, si vogliono abbattere le barriere culturali, economiche e burocratiche, portando l’assicurazione nella vita quotidiana di cittadini, piccole imprese e categorie finora poco raggiunte, attraverso prodotti semplici, personalizzati e percorsi di educazione assicurativa.

Il Summit riunirà l’intero ecosistema: compagnie tradizionali, startup insurtech, big tech, intermediari, istituzioni, investitori, venture capital e player della gig economy, per disegnare insieme le nuove rotte di un mercato più aperto, resiliente e socialmente utile.

Tra i momenti clou: la presentazione di cinque ricerche esclusive realizzate con CRIF, EY, Capgemini, MBS Consulting, Join Business e Ds Tech; il lancio delle linee guida “Insurance AI” della Commissione Regtech sull’uso etico e responsabile dell’Intelligenza Artificiale; e la cerimonia degli Italian Insurtech Awards 2025, con quindici categorie che premieranno i progetti più innovativi e con il maggiore impatto concreto su inclusione, educazione e riduzione del protection gap.

Main Sponsor Be Shaping The Future, co-promotore SHARE e un parterre di partner di primo piano: Generali, Reale Mutua, Sara Assicurazioni, Chubb, CRIF, EY, Telepass, Expert.ai, Ital Brokers, Leitha e molti altri. L’Italian Insurtech Summit 2025 si conferma così non solo un osservatorio privilegiato sull’innovazione, ma il vero laboratorio dove si costruisce l’assicurazione del futuro: più umana, più digitale e finalmente alla portata di tutti.

 

L’intervista di Affaritaliani a Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di Italian Insurtech Association

L’edizione 2025 dell’Italian Insurtech Summit ha come focus l’Insurance Inclusion. In che modo questo concetto rappresenta il nuovo passo nella trasformazione digitale del settore assicurativo italiano?

Negli ultimi anni la trasformazione digitale del settore assicurativo si è concentrata soprattutto su efficienza, automazione dei processi e miglioramento dell’esperienza utente. Oggi questo non basta più. La fase che stiamo attraversando richiede un salto qualitativo: utilizzare la tecnologia non solo per semplificare, ma per includere. L’Insurance Inclusion rappresenta esattamente questo passaggio. Significa raggiungere la consapevolezza che la digitalizzazione è ormai una condizione acquisita e che la vera urgenza è ridurre le distanze tra il mercato e le persone, in un Paese dove il gap di protezione resta troppo elevato e milioni di cittadini, famiglie e imprese non dispongono ancora di coperture adeguate”.

Questo è uno dei temi centrali anche del libro “Insurance Inclusion – Più polizze, per tutti, ovunque”, che presenteremo all’Insurtech Summit, e che nasce dall’esigenza di descrivere un settore che deve ripensarsi non solo dal punto di vista tecnologico, ma culturale: parlando un linguaggio più chiaro, più umano e più vicino alla quotidianità delle persone”.

In questa prospettiva rientra anche un’altra necessità spesso sottovalutata: rendere il settore più attrattivo per i talenti. Oggi l’assicurazione rischia di non essere percepita come un ambiente capace di offrire opportunità di crescita, innovazione e impatto. L’inclusione riguarda anche questo: aprire le porte a nuove competenze, integrare professionalità digitali, portare nell’industria giovani che possano contribuire alla sua trasformazione”.

In un Paese ancora poco assicurato, l’obiettivo è ridurre le distanze tra mercato e persone. Quali strumenti o iniziative concrete possono rendere la protezione un diritto realmente accessibile e compreso da tutti?

La riduzione delle distanze richiede un intervento coordinato su tre fronti: semplificazione, educazione e modelli distributivi più inclusivi. Prima di tutto, occorre rendere le polizze più leggibili, trasparenti e aderenti ai bisogni reali delle persone. Oggi molti cittadini non si assicurano perché non comprendono pienamente cosa stanno acquistando o percepiscono il percorso come complesso. La semplificazione dei prodotti, dei linguaggi e dei processi è il primo passo per costruire fiducia”.

In secondo luogo, l’educazione assicurativa deve diventare una componente strutturale. Non si tratta solo di informare, ma di creare consapevolezza del valore della protezione nella vita quotidiana e nel tessuto economico del Paese. L’obbligo CatNat ne è un esempio: se accompagnato da percorsi chiari e strumenti digitali accessibili, può aiutare migliaia di imprese a comprendere meglio i rischi e a sviluppare una cultura della prevenzione”.

Infine, servono modelli distributivi e tecnologici capaci di raggiungere target oggi lontani dal mercato. Parlo di embedded insurance, microassicurazioni, canali phygital che combinano relazione personale e semplicità digitale, piattaforme di confronto trasparenti, processi di onboarding immediati. Sono strumenti che rendono la protezione più vicina alla quotidianità, soprattutto per giovani, PMI e territori meno serviti. Rendere la protezione un diritto accessibile significa costruire un ecosistema che riduca la complessità, favorisca la fiducia e accompagni cittadini e imprese verso scelte consapevoli. È un impegno collettivo e rappresenta la vera sfida dei prossimi anni”.

 

L'intervista di Affaritaliani a Pierangelo Mortara, Executive Director, Be Shaping the Future, Part of Engineering Group

“Ecosistemi, dati e fiducia” sono i tre pilastri del vostro intervento al Summit. Come si intrecciano nella costruzione di un’industria assicurativa più inclusiva e sostenibile?

Gli ecosistemi rappresentano per l’industria assicurativa un fattore critico di successo per velocizzare il time to market richiesto da una continua evoluzione di prodotto che rimane una delle priorità del settore. Le Compagnie di assicurazione, per rispondere ad un bisogno assicurativo in continua evoluzione, hanno la possibilità di orchestrare una rete integrata di partner specializzati nella distribuzione di prodotti, nella valutazione dei rischi e nello sviluppo tecnologico.  

La fiducia è oggi un elemento centrale: in un contesto in cui i clienti si affidano all’AI per scegliere una polizza, come può l’assicuratore mantenere un rapporto autentico e trasparente con l’assicurato?

Uno degli ambiti dove l’AI è stata o sta per essere introdotta è proprio nell’ottimizzazione delle interazioni con i clienti. I casi d’uso di successo sono quelli dove la tecnologia è utilizzata per aumentare fiducia e trasparenza nei rapporti con il Cliente; questo avviene quando l’assicurato si vede accompagnato dall’assicuratore nella scelta del prodotto assicurativo che ritiene più aderente alle proprie necessità dopo aver acquisito una sempre più chiara ed profonda informazione grazie all’AI”.

I dati sono il motore della personalizzazione, ma anche una sfida etica. Quali sono le priorità per garantire un uso responsabile e “human centered” dell’intelligenza artificiale nel settore assicurativo?

Partiamo col ricordarci che il settore assicurativo è regolamentato. Questo aumenta la necessità di trasparenza e spiegabilità del dato sia verso i clienti che verso il regolatore. Data Quality e Data Lineage sono obiettivi alla base di un business sempre più Data Driven: il tutto accompagnato da una governance con chiara accountability e progettato applicando elevati standard di sicurezza e privacy”.

Dal vostro punto di vista, quali saranno i prossimi passi per evolvere da un modello di innovazione puramente tecnologica a uno davvero inclusivo e orientato alla fiducia?

Lo sviluppo tecnologico rappresenta il punto di partenza del processo di innovazione; l’obiettivo più sfidante è accompagnare il cambiamento con processi, norme e soprattutto un attento change management che focalizzi l’attenzione su nuovi comportamenti che dovranno essere agiti per un’innovazione inclusiva e orientata alla fiducia”.