Nuove regole per le emissioni di CO2 di auto e furgoni: ecco cosa ha deciso il Parlamento europeo - Affaritaliani.it

Economia

Nuove regole per le emissioni di CO2 di auto e furgoni: ecco cosa ha deciso il Parlamento europeo

Il Parlamento UE dà il via libera alla modifica delle norme sulle emissioni. Addio ai vincoli annuali

di redazione economia

Industria automobilistica respira: meno restrizioni, ma a che prezzo per l’ambiente?

Sono 458 i voti favorevoli per la proposta della Commissione europea di concedere maggiore flessibilità ai costruttori, nel rispetto degli obiettivi climatici. Con la sua approvazione il Parlamento europeo ha sancito un cambiamento decisivo nelle regole sulle emissioni di C02 per auto e furgoni.

Addio alle vecchie disposizioni che prevedevano una riduzione delle emissioni medie di CO₂ del 15% rispetto ai livelli del 2021 per il periodo 2025-2029. Con la nuova modifica non sarà più richiesto il rigoroso rispetto dei limiti annuali, ma le aziende potranno calcolare le emissioni medie sull’intero periodo 2025-2027, con la possibilità di bilanciare eventuali eccedenze in un anno con una migliore performance negli altri due. 

Un sospiro di sollievo per l’industria automobilistica europea che con la normativa precedente rischiava multe fino a 15 miliardi di euro in caso di non ottemperanza dei vincoli annuali, alla luce poi anche del ritardo nella diffusione dei veicoli elettrici rispetto ai competitori cinesi e statunitensi.

La proposta, inclusa nel piano d’azione della Commissione per l’Industria automobilistica europea presentato il 5 marzo 2025, è stata approvata dal Consigli Ue il 7 maggio, ed entrerà ufficialmente in vigore al termine della revisione linguistica finale. 

"Maggiore flessibilità a questo settore chiave" nel rispetto degli obiettivi climatici dell'UE, così ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Tuttavia, non mancano le preoccupazioni di alcune organizzazioni ambientaliste, secondo le quali l’allentamento di tali vincoli potrebbe ritardare la transizione verso veicoli a zero emissioni, con gravi conseguenze sugli investimenti nelle infrastrutture di ricarica. 

 

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