Padoan: governo al lavoro sul taglio delle tasse e le pensioni
Renzi non ha più il vento in poppa? In un incontro proprio con la stampa estera (la bacchettata al governo sul rallentamento dell'attivita riformatrice la scorsa settimana erano arrivate proprio dal Financial Times), il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rispedisce le critiche al mittente, assicurando che non c'è alcun allentamento dello sforzo riformatore del governo. "Quando tutto sarà completato l'Italia sarà un Paese molto diverso da quello di due-tre anni fa", ha sottolineato infatti il numero uno del Tesoro.
E Padoan ha rilanciato la lista degli interventi annunciata una settimana fa da Renzi, interventi che si incentreranno su un nuovo taglio delle tasse e che si attueranno con un cronoprogramma quinquennale con un piano da 50 miliardi. Così l'eco capo-economista dell'Ocse ha spiegato che bil governo al lavoro sulla riduzione delle tasse sulla casa, su nuove sforbiciate fiscali a vantaggio delle imprese e sulle pensioni. Le decisioni sulla tasse saranno prese nel quadro complessivo della legge di Stabilità.
Per quanto riguarda il reperimento delle risorse necessarie a mettere in cantiere questo ambizioso piano di riduzione fiscale senza dimenticare i 14 miliardi necessari a disinnescare le clausole di salvaguardia previste dalle precedenti leggi di Stabilità (Monti e Letta), Padoan ha spiegato che l'esecutivo non ha mai smesso di fare la spending review ("nessuna retromarcia", ha detto). E quando il puzzle sarà completo, l'Italia sarà un Paese molto diverso da quello di due-tre anni fa. Ma, insieme, dovrà cambiare l'Europa: gli Stati dell'Eurozona devono riflettere sugli strumenti per avere un'Unione non solo che produca stabilità ma anche crescita.
Per quanto riguarda il reperimento delle altre risorse finanziarie necessarie a rimettere in moto l'economia agendo sulla leva fiscale, Padoan ha annunciato che l'Italia intende chiedere alla Commissione europea di far leva nuovamente sulla clausola di flessibilità legata all'attuazione delle riforme strutturali e aumentare di conseguenza l'indebitamento netto. Gli ultimi obiettivi ufficiali del governo risalgono ad aprile e indicano un disavanzo al 2,6% del pil quest'anno e all'1,8% il prossimo anno. Mentre i negoziati tra il governo italiano e la Commissione Ue per la creazione di un veicolo munito di garanzie pubbliche nel quale trasferire le sofferenze delle banche italiane sono entrati nella fase finale e dovrebbero portare nelle prossime settimane a una versione "light" di bad bank, secondo il ministro dell'Economia.
Le sofferenze lorde hanno toccato a maggio quota 193,7 miliardi, oltre il 10% degli impieghi, un livello mai visto negli ultimi 20 anni, mentre i crediti deteriorati complessivi sono stati superiori a 350 miliardi di euro.L'esecutivo ritiene che, aiutando le banche a smaltire questa zavorra, anche l'offerta di credito a famiglie e imprese dovrebbe aumentare, sostenendo la ripresa.
Per gli analisti una bad bank riguarderebbe soprattutto il settore delle banche popolari, in parallelo al processo di aggregazione, e una migliore gestione dello stock di crediti problematici potrebbe portare, nel migliore dei casi, un beneficio ulteriore del 12% sull'utile (+2% di rote). "I discorsi vanno avanti. A Bruxelles le ferie cominciano prima e quindi gli uffici sono chiusi ma il dialogo è nella fase finale e stiamo valutando aspetti tecnici di versioni light di bad bank", ha spiegato il ministro dell'Economia.