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Economia
Panico da lockdown nelle Borse Ue. Milano -4%ai minimi da maggio

Giornata da dimenticare per le Borse europee, sprofondate ai minimi da cinque mesi. I listini sono stati piegati dalla paura per l'aumento costante dei contagi, dallo spettro di nuovi lockdown (in Francia e' atteso il discorso del presidente Macron, in Germania sembra in arrivo uno stop 'light' dal 4 novembre) e dal rischio di ulteriori, insopportabili, ricadute sull'economia. Piazza Affari ha ceduto il 4,06%, scivolando sotto i 18.000 punti per la prima volta dal 27 maggio, Parigi ha perso il 3,37%, Francoforte il 4,17%, Londra il 2,55% e Madrid il 2,66%.

Non ha aiutato il crollo del petrolio (-5,7%il Wti dicembre a 37,32 dollari, e -5,1% il Brent a 39 dollari) sui timori sulla domanda e dopo il rialzo superiore alle attese delle scorte americane. Ulteriore pressione e' arrivata da Oltreoceano, dove anche Wall Street vive una giornata nera, schiacciata dal picco di contagi, dal nulla di fatto sul piano di stimoli e dall'incertezza in vista del voto presidenziale di martedi'. Per quanto riguarda i titoli, i cali sono stati generalizzati e fortissimi, con auto, energia, banche e costruzioni tra i settori peggiori. A Piazza Affari ha chiuso in rialzo solo Saipem (+1,11%), che ha terminato il trimestre in perdita, ma ha beneficiato delle rassicurazioni del numero uno Cao e di un contratto in Qatar.

Hanno limitato le perdite Diasorin (-1,26%), grazie al test sul Covid, e Finecobank (-1,35%). In coda al listino Bper (-7,2%), Pirelli (-7,09%) e Buzzi (-6,42%). Male anche Amplifon (-6%, dopo essere arrivata a perdere quasi il 10%), dopo il calo di ricavi e profitti nei nove mesi (a passo rapido invece il terzo trimestre). Sul valutario l'euro si indebolisce e vale 1,1756 dollari (1,1763 in avvio e 1,1830 dollari ieri). Vale inoltre 122,625 yen (122,64 all'apertura e 123,537 ieri), mentre il dollaro-yen si attesta a 104,317. Spread infine in rialzo, sfiorando i 140 punti, dai 132 della chiusura di ieri.

In generale a Piazza Affari le notizie puramente aziendali sono passate in secondo piano rispetto a quelle economiche e legate all'emergenza sanitaria. Ad ogni modo da segnalare che hanno pubblicato i conti anche Eni (-3,52%) e Fca (-3,87%). Il colosso petrolifero, che ha messo in evidenza l'effetto combinato della recessione economica causata dal Covid-19 e le condizioni di oversupply di petrolio, ha riportato una perdita netta adjusted di 0,15 miliardi nel terzo trimestre e di 0,81 miliardi nei nove mesi e una perdita netta di 0,5 miliardi nel trimestre e di 7,84 mld nei nove mesi con svalutazioni.

Fca ha subito il contraccolpo del -5% del settore auto in Europa e non ha beneficiato di una trimestrale sopra le stime (la casa automobilistica ha chiuso il terzo trimestre 2020 con un utile netto di 1,205 miliardi di euro, in rialzo del 773%, grazie anche alla buona performance in Nord America). Sotto i riflettori anche Mediobanca (-4,97%): gli azionisti hanno confermato il sostegno alla strategia portata avanti dal cda uscente guidato dall'a.d. Alberto Nagel. La lista di candidati per il rinnovo dei vertici presentata dal board ha infatti ottenuto il voto del 67,6% del capitale presente, pari al 44,2% del capitale sociale, eleggendo cosi' 13 consiglieri. Anche le utility si sono attestate in forte ribasso (Enel -6,02%, Italgas -4,56%, A2a -4,29% ed Hera -2,5%). 

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