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Economia
Pensioni e pace contributiva, lanciata la petizione su Change.org
(foto Ipa)

Pensioni e pace contributiva, quasi 500 firme per la petizione di Change.org: il potere della condivisione e la forza del web 

Pensioni, pace contributiva, lavoro precario ed emergenza demografica: Affaritaliani.it rilancia la nuova petizione pubblicata su Change.org che vede come oggetto la riapertura e l'ampliamento dei termini della pace contributiva. La petizione, lanciata dal sig. Paolo Ercolani, chiede al governo un intervento immediato e strutturale in tema di previdenza. In particolare, si chiede di revisionare la "pace contributiva" introdotta in via sperimentale con l'articolo 20. Misura ormai conclusa  da tempo, che porterebbe maggiore "stabilità lavorativa", soprattutto nel campo privato. 

Riportiamo di seguito la petizione integrale pubblicata su Change.org. "Si chiede ai nostri decisori politici di rendere strutturale la 'pace contributivà introdotta in via sperimentale con l'articolo 20, commi 1-5, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, che entro il 31 Dicembre 2021 ha permesso di presentare all'Inps domanda di riscatto (pagabile anche a rate e in tempi molto lunghi) nella misura massima di cinque anni per i periodi precedenti al 29 Gennaio 2019 nei quali non si erano maturati contributi previdenziali. La sperimentazione si è conclusa ormai da tempo e si chiede di rendere il provvedimento strutturale non solo riaprendone i termini, ma anche estendendo la possibilità di riscatto a periodi maggiori di cinque anni e successivi al 29 Gennaio 2019". 

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"E' evidente, continua il sito, che un simile provvedimento legislativo sarebbe molto utile perchè, almeno nel settore privato, la stabilità lavorativa non esiste più e perciò è diventato pressochè impossibile acquisire un'anzianità contributiva che permetta di maturare una pensione in tempi ragionevoli e con un trattamento economico dignitoso". 

Inoltre, prosegue Ercolani, "non molto dopo la 'data limite' del 29 gennaio 2019 la pandemia ha fatto perdere il lavoro a un numero impressionante di persone, che, pur ritrovandolo successivamente, sono comunque rimaste con ampi 'buchi contributivi' causati dal Covid-19". 

"Anche se non ci fosse stata la pandemia, con i suoi disastrosi risvolti anche sul mondo del lavoro, non potremmo comunque nascondere il grave problema demografico che ci affligge e che non potrà certamente essere risolto in tempi brevi. Per l’equilibrio dei conti dell’Inps sarà perciò sempre più importante che le persone versino i contributi con continuità e per ottenere tale continuità la soluzione migliore è quella di dare la possibilità di riscattare sempre i periodi non coperti da contributi. Solo in tal modo sara' infatti possibile consentire di realizzare, se non una vita lavorativa continua, almeno una vita contributiva priva soluzione di continuità", conclude Ercolani. 

La petizione, grazie al potere della condivisione e del web, ha raggiunto ora oltre 400 firme. L'obiettivo è arrivare a oltre 500. 

Pensioni e pace contributiva, l'"urlo" dei lettori sul web: "Basta con i privilegi, tutti hanno diritto a un trattamento economico dignitoso" 

Molti sono stati i commenti dei lettori che- a differenza dei soliti "leoni da tastiera"- hanno espresso il loro pensiero, non nascondendo un velo di preoccupazione per il futuro previdenziale del Paese. "Con tutte le incertezze lavorative attuali e i vari sistemi retributivi che hanno decisamente svilito il mondo del lavoro, è sempre più difficile sperare in una pensione futura se non si interviene per tempo", scrive un utente. "Abbiamo persone di 70 anni costrette ancora a lavorare sui cantieri, mentre la casta della massomafia continua a vivere nel proprio mondo di privilegi. INPS = sistema Ponzi legalizzato", gli fa eco un altro. "I lavoratori hanno diritto di andare in pensione in tempi ragionevoli e con trattamenti economici dignitosi", rimarca un terzo utente. 

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