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Economia
Pensioni, Orlando: "Patto coi sindacati". Opzione Donna-Ape sociale, le novità

"Il sindacato fa le valutazioni che crede e lo sciopero è un diritto, ma credo ci siano tutte le condizioni perché sulle pensioni si apra un confronto che affronti in modo strutturale alcuni dei problemi posti". Così il ministro del Lavoro Andrea Orlando in una intervista su La Stampa. Prima si fa la manovra, poi si apre il confronto?

"A me pare che il punto di partenza sia buono perché su molte questioni, dalla riforma degli ammortizzatori sociali alla spesa sulla sanità, passando per la parità salariale, abbiamo lavorato andando incontro a richieste storiche del sindacato. Vedo le condizioni per un dialogo sociale che può portare a un miglioramento della manovra, affrontando il tema della previdenza al di fuori del dibattito sterile 'Quota 100 sì, Quota 100 no'", sottolinea. 

"L'intervento del governo - replica a proposito del rinvio del problema decidendo solo Quota 102 per un anno - non è strutturale. Bisognava uscire da misure eccezionali con qualcosa che rendesse meno forte l'impatto sui lavoratori. Ora c'è da capire come si torna a un sistema che deve essere contributivo evitando le rigidità che la legge Fornero portava con sé. A partire da cosa succede per le nuove generazioni".

A chi sostiene che si rimandano le decisioni, Orlando replica che il governo "più che attendista direi che è realista. Bisognava prima di tutto - spiega -mettere in moto i meccanismi necessari a spendere 300 miliardi di euro, i fondi del Recovery. Evitando, dove non necessario, di affrontare in modo frettoloso temi divisivi per una maggioranza così ampia. Questo non significa derubricare alcuni temi, ma creare le condizioni per poterli affrontare con uno sguardo più lungo e con il necessario confronto". 

Intanto, in attesa che Mario Draghi apra formalmente il tavolo con le parti sociali sugli eventuali interventi strutturali da adottare nel 2023, ma rimanendo nell’alveo del sistema contributivo, il capitolo pensioni della manovra continua ad essere al centro delle attenzioni della maggioranza. Secondo quanto scrive il Sole 24Ore è molto probabile un intervento in sede parlamentare per estendere ulteriormente la platea dell’Ape sociale, aggiungendo ulteriori categorie di lavori gravosi alle nuove otto già previste dal governo in coda alle 15 originarie.

Per ottenere questo risultato, su cui punta soprattutto il Pd, ci sarà un lavoro congiunto di deputati e senatori. Sempre in tema previdenziale la modifica seguirà quella su Opzione Donna che nel 2022 non vedrà salire a 60 anni la soglia anagrafica d’accesso, come invece era stato indicato nel testo d’ingresso del disegno di legge di bilancio varato il 29 ottobre scorso dal Consiglio dei ministri. Dopo l’intenso pressing esercitato dalle forze politiche che sostengono l’esecutivo, oltre che dai sindacati, il testo finale della manovra dovrebbe riproporre per la proroga di un anno della misura gli stessi requisiti fissati nel 2021: 58 anni d’età (59 per le lavoratrici autonome) e almeno 35 anni di contribuzione, con l’assegno interamente ricalcolato con il metodo contributivo.

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