Economia
Pil in frenata, Bruxelles dimezza le stime '23: Italia fanalino di coda in Ue

Dipendenza dal gas russo e inflazione alle stelle fanno crollare le previsioni economiche della Comissione Ue su Europa e Italia
Nel 2023 il Pil in Italia passerà dall'1,9% allo 0,9%
Guerra, pandemia, inflazione e crisi globale: la Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per quest'anno e l'anno prossimo. Nell'Eurozona sarà rispettivamente al 2,6% e all'1,4%, rispetto alla previsione di maggio che indicava 2,7% e 2,3%. Nell'Unione europea 2,7% e 1,5% secondo le nuove stime comunitarie. Facendo una carrellata dei principali Paesi: in Germania la crescita del Pil quest'anno sarà dell'1,4%, l'anno prossimo dell'1,3%; in Francia del 2,4%e 1,4%; Spagna 4% e 2,1%; Polonia 5,2% (il livello più alto fra i grandi paesi) e 1,5%.
Mentre per l'Italia lo scenario è duplice: per questo anno il Pil passerà dal 2,4% al 2,9%, mentre per il 2023 il panorama è un più nero. Si passerà dall'1,9% di crescita allo 0,9%. In tal modo nel 2023 l'Italia resterà in coda per ritmo di crescita nell'area euro tornando alla situazione del 2019, quando con uno smilzo +0,5% registrò il tasso più basso di crescita del pil nell'intera zone euro. Solo la Svezia nel 2023 raggiungerebbe il risultato più limitato: 0,8%.
La crescita del Pil reale nel 2022 al 2,9% beneficia di un sostanziale effetto di trascinamento dal 2021
Tornando al 2022, secondo il rapporto di previsione della Commissione europea, nel breve termine ci sarò una crescita della produzione supportata dall'aumento dell'attività di servizi dopo il rialzo di quasi tutte le restrizioni relative al Covid e una produzione ancora robusta nel settore delle costruzioni.
La crescita del Pil reale nel 2022 al 2,9% beneficia di un sostanziale effetto di trascinamento dal 2021 e di una revisione al rialzo della crescita nel primo trimestre del 2022. Tuttavia, la perdita del potere d'acquisto reale delle famiglie, il calo della fiducia delle imprese e dei consumatori, i colli di bottiglia dell'offerta e l'aumento dei costi di finanziamento oscurano le prospettive economiche.
Pil giù in Ue, Gentiloni: "Stiamo passando da una fase di rallentamento a una frenata"
Paolo Gentiloni, commissario all'Economia, presentando le nuove stime della Ue ha dichiarato: “Tutti i rischi indicati due mesi fa si sono realizzati: choc derivanti dall'evoluzione imprevedibile dei mercati dell'energia, condizioni finanziarie più strette, decelerazione della crescita negli Usa più evidente, le chiusure in Cina a causa della recrudescenza del Covid”.
Il fatto che la Ue e l'Eurozona non entrino in recessione come tali non significa che la situazione non debba preoccupare e non a caso Gentiloni ricorda che "la crescita di quest'anno è sostenuta dal forte slancio raccolto dall'anno scorso e da un primo trimestre migliore del previsto. L'attività economica nel resto dell'anno non dovrebbe più aumentare il dato di crescita annuale. Si potrebbe dire che l'economia europea sta passando da una fase di rallentamento della crescita a una fase di frenata".
Gentiloni ha osservato che i prezzi delle materie prime hanno evidenziato segni di distensione a fronte di un andamento debole della crescita globale, tuttavia il gas e' una eccezione. A fine giugno era trattato a un livello superiore a 140 euro per megawattora, piu' di sei volte il prezzo di un anno prima. Attualmente i prezzi del gas hanno continuato a salire fino a 173 euro il 12 luglio.
Al contrario, il prezzo del greggio Brent ha toccato un picco a meta' giugno, per poi diminuire in seguito alla crescente evidenza di un rallentamento della domanda mondiale. La curva dei futures sul petrolio alla base della previsione UE indica prezzi solo leggermente più alti nell'orizzonte di previsione rispetto alla primavera. A parte le materie prime energetiche, i prezzi dei metalli sono scesi dai livelli elevati di marzo, riflettendo il rallentamento della domanda mondiale.
I prezzi dei generi alimentari sono diminuiti nelle ultime settimane, ma sono ancora in aumento di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del 2021, con i prezzi dei cereal, come il grano, maggiormente colpiti dalla guerra in Ucraina.
Gentiloni ha segnalato che in questo quadro i mercati del lavoro "hanno continuato a mostrare forza'. Nel primo trimestre di quest'anno, il numero di occupati nella Ue è aumentato di 1,1 milioni, pari allo 0,5% rispetto al trimestre precedente. L'allentamento delle misure di contenimento rende possibile uscire dai regimi di mantenimento del posto di lavoro. Nel frattempo la disoccupazione ha continuato a scendere al 6,1% a maggio".