Poste, debutto in controtendenza con il Footsie-Mib - Affaritaliani.it

Economia

Poste, debutto in controtendenza con il Footsie-Mib

La campanella che suona a Piazza Affari vale un rialzo del 2,3% a 6,94 euro per Poste Italiane (rispetto al prezzo finale di collocamento fissato in 6,75 euro), al suo debutto nelle contrattazioni di Borsa, mentre il listino milanese parte in rosso (-0,39%). Un debutto, dunque in controdenzenza, dopo aver ben figurato nell'asta di pre-apertura di Piazza Affari, con un rialzo del 9,26% e che assume significato se si considera che Piazza Affari, al pari degli altri listini europei, viaggia in territorio negativo in attesa della riunione della Federal Reserve (a pochi minuti dall'avvio delle contrattazioni, l'indice Dax di Francoforte arretra dello 0,5% a 10.747 punti, Parigi scende dello 0,46% a 4874,81 punti, Londra perde lo 0,24% a 6.401 punti).

A un'ora dalla partenza però le azioni passano in negativo, condizionate dalla debolezza del listino e finendo sull'altalena. Per Vincenzo Longo di IG "il prezzo fissato in sede di Ipo era abbastanza allineato a quello di altri operatori e quindi non ci sono grandi spazi di speculazione sul titolo. Va sottolinato che è anche mancato lo spunto iniziale - come ad esempio visto con la quotazione di Ferrari - e questo magari ha spinto qualcuno a vendere subito le azioni vista la debolezza iniziale".

"Questa giornata è la dimostrazione che in Italia le cose si possono fare per bene", sono state le parole dell'amministratore delegato delle Poste italiane, Francesco Caio presente nel parterre di Piazza Affari per seguire la partenza delle contrattazioni del titolo Poste. "Ho la grandissima sensazione - ha detto - di avere condotto una squadra che ha lavorato con entusiasmo. E' un  passaggio storico importante per il gruppo e mi auguro anche per il Paese".

Secondo gli osservatori,  la privatizzazione del colosso postale ha un'importanza che va ben oltre i 3 miliardi di euro incassati dal ministero dell'Economia e anche il fatto che segna una discontinuità dopo una lunga stagione di privatizzazioni annunciate ma mai realizzate. Tant'è che  il capo segreteria tecnica del Mef, Fabrizio Pagani ha sottolineato come "la privatizzazione di Poste Italiane sia la prima di una serie a cui ne seguiranno altre". Quali? Pagani conferma che ora il "Ministero dell'Economia continua a lavorare per portare in Borsa le Ferrovie dello Stato nella seconda metà del 2016". Ma è attesa anche Enav.

Oltre a dare il via a una nuova stagione del capitalismo di Stato, l'apertura del capitale di Poste al mercato segna un punto di non ritorno per quanto riguarda il disegno delle stategie future del colosso postale, un tempo un atipico ammortizzatore sociale al servizio della politica.

Ora, gli investitori prendono posizione in attesa dei prossimi step ancora market-oriented che non significano altro che apprezzamento del titolo e guadagni futuri, come la progressiva discesa dell'azionista pubblico (in stile Eni ed Enel) al 30%, lasciando al mercato il resto delle azioni. A quel punto Poste, fanno notare gli osservatori, parteciperà attivamente e da protagonista al risiko bancario e assicurativo italiano e, probabilmente, europeo.